Passa ai contenuti principali

Vino e archeologia, un tesoro sotto le vigne: a Negrar in Valpolicella scoperto mosaico di domus romana

Sotto le vigne della Valpolicella a Negrar scoperto un vero tesoro archeologico. Riportati alla luce resti di una villa romana di età imperiale con pavimentazioni splendidamente decorate a mosaico. I lavori di scavo iniziati un secolo fa, costituiscono la prima fase di una ricerca finalizzata ad individuarne l'esatta localizzazione ed estensione. 







Una notizia di portata internazionale quella della scoperta di una domus romana a Negrar di Valpolicella in Veneto risalente al III° secolo avanti cristo in un area coperta da vigneti. Le foto della pregevole pavimentazione decorata, in perfetto stato di conservazione, hanno fatto il giro del mondo, tanto che anche la BBC ha dedicato un articolo dal titolo "Roman mosaic floor found under Italian vineyard".

Lo scavo, dopo innumerevoli decenni di tentativi falliti, ha finalmente riportato alla luce parte della pavimentazione e delle fondamenta di una villa romana ubicata a nord del capoluogo, scoperta dagli studiosi oltre un secolo fa. I tecnici della Soprintendenza di Verona, con un carotaggio mirato del suolo, stanno parzialmente scoprendo i resti del manufatto ancora presenti sotto alcuni metri di terra, con un obiettivo preciso: identificare l'esatta estensione e l'esatta collocazione dell'antica costruzione.

L'area messa in luce è perfettamente identificabile in una delle foto dello scavo storico: le tessere di pietra dai vivaci colori, bianche, rosse, rosa, arancio, viola, gialle, disegnano sulla superficie del mosaico una serie di motivi geometrici, i cosiddetti “nodi di Salomone” e “nodia otto capi”, inscritti in ottagoni alternati a rombi.

Tecniche di intervento

Un'indagine preliminare non invasiva con georadar, tentata l'anno scorso, non aveva dato risultati apprezzabili, mentre l'apertura di una serie di trincee, realizzata questa volta grazie ad un primo, seppur ridotto, finanziamento del MiBAC, ha permesso di individuare alcune strutture (muri, una pavimentazione con grandi lastre di pietra, tre gradini) mai individuate in precedenza, appartenenti molto probabilmente a un settore di servizio della residenza (la pars rustica), e finalmente il limite nord dello scavo del 1922, con l'emozionante riscoperta di una porzione della pavimentazione a mosaico di quello che fu interpretato dall'archeologa Tina Campanile, che lo scavò per prima, come il lato meridionale di un ampio e lungo portico colonnato, un peristilio, forse aperto su un giardino interno.

La georeferenziazione dell’intervento di questi giorni ha consentito di posizionare esattamente sul terreno anche le evidenze archeologiche individuate allora e di metterle in relazione con quelle appena scoperte. Da notare che l'area scavata un secolo fa non è posizionata esattamente nello spazio dove la tradizione, tramandata a voce fino agli attuali proprietari, la collocava e risulta attualmente ricoperta da vigneti.Grazie ad un ulteriore finanziamento ministeriale già disponibile, le ricerche archeologiche, al momento sospese per non intralciare l'attività di viticoltura, riprenderanno in autunno a vendemmia conclusa e saranno estese anche ad aree vicine che potrebbero custodire altri resti della villa romana, in modo da identificare i limiti del sito archeologico da sottoporre ad un'indispensabile e adeguata tutela. Il sito, rimarrà quindi, almeno per il momento, ancora nascosto sotto terra. I possibili sviluppi futuri dell’iniziativa potranno comportare lo scavo archeologico in estensione delle strutture murarie e pavimentali individuate, con il sussidio fondamentale delle indagini archeometriche e diagnostiche oggi a disposizione dell’archeologia. Si dovrà inoltre valutare la fattibilità di un progetto di valorizzazione del sito, con la creazione di un'area archeologica che ne permetta la fruizione pubblica. Tale intervento, evidentemente incompatibile con qualsiasi attività agricola in loco, richiede necessariamente una sinergia di intenti e di interventi tra le istituzioni, anche con la compartecipazione di realtà economiche e produttive locali e da ultimo, non meno importante, con il coinvolgimento della popolazione nel progetto di riscoperta e di riappropriazione di questo patrimonio archeologico comune, oggettivamente bello, oltre che storicamente rilevante.

Notizie storico-critiche

In seguito a vari affioramenti di laterizi, intonaco dipinto e mosaici, nel 1887 fu scoperto, a m 1,25 di profondità, un tratto di mosaico pavimentale e, con la prosecuzione dello scavo, ne emersero almeno altri tre che furono acquistati dal Comune di Verona. In seguito al rinvenimento di un altro lacerto musivo, nel corso di lavori agricoli, nel 1922 fu condotto uno scavo da parte della Soprintendenza alle Antichità, che mise in luce nuovi ambienti pavimentati a mosaico. Nel 1975 lo sbancamento per l'edificazione di un’abitazione privata, in un’area adiacente, permise di individuare un’ulteriore ambiente con pavimentazione musiva.

Interpretazione

Villa rustica, a carattere residenziale e produttivo di media età imperiale (III sec. d.C.), di cui fu esplorata solo una parte del settore residenziale (pars urbana), con la messa in luce di una grande sala rettangolare, affiancata da altri ambienti laterali e un lungo portico settentrionale. Tutti gli ambienti presentano una pavimentazione decorata a mosaico. Nella sala centrale vi erano cinque quadri figurati inseriti in riquadri geometrici: un emblema con una scena mitologica al centro, putti in veste d'auriga nei quattro riquadri laterali. I pavimenti degli altri ambienti presentavano invece pregevoli decorazioni geometriche. Sono stati rinvenuti anche numerosi lacerti di intonaco dipinto, varie monete tra cui un sesterzio di Lucio Vero (161-169 d.C.), un piccolo braccialetto, un anello e un ago da cucito in bronzo, un campanello e i piedi di una piccola figura in terracotta con tracce di doratura.

Commenti

Post popolari in questo blog

"La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini e la Madonna del parto

Uno dei capolavori più ammirati di Piero della Francesca attraverso gli occhi di un maestro della "settima arte" "Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu sei colei che l'umana natura nobilitasti, sì che il suo fattore, non disdegnò di farsi sua fattura" Nella piccola chiesa di Santa Maria a Momentana, isolata in mezzo al verde delle pendici collinari di Monterchi, Piero della Francesca dipinse in soli sette giorni uno dei suoi più noti e ammirati capolavori che oggi richiama nella Val Tiberina visitatori da tutto il mondo. La datazione esatta dell`opera è incerta, oscillando, a seconda delle teorie, dal 1450 a oltre il 1475. Non sono chiare le motivazioni della committenza né della scelta del soggetto, tema piuttosto frequente nell’iconografia spagnola, ma del tutto insolito in quella italiana. L’affresco rappresenta infatti la Vergine incinta, raffigurata in piedi al centro ...

Felix Culpa: dalle sublimi lacrime di Palestrina alle stelle di Ešenvalds, un dialogo celeste. Il Coro Musicanova in un viaggio sonoro tra le ombre della Passione e l’aurora della Resurrezione

In occasione delle celebrazioni pasquali, il coro polifonico Musicanova presenterà “Felix Culpa - Le Sette Parole di Cristo sulla Croce”, un concerto-meditazione in programma domenica 13 aprile alle ore 20 presso la Parrocchia di Santa Giovanna Antida Thouret a Roma (zona Fonte Meravigliosa), con ingresso gratuito. L’evento, organizzato in collaborazione con Monsignor Antonio Grappone, unirà riflessioni teologiche e un repertorio che spazia dal Rinascimento alla contemporaneità, legando le ultime parole di Gesù in croce a brani emblematici della storia sacra. Felix Culpa si struttura come un itinerario meditativo attraverso un percorso storico-musicale che si svilupperà a partire dalla lettura e dal commento delle frasi che Gesù pronunciò sulla Croce poco prima di spirare: ognuna di esse sarà collegata a un brano che il coro, diretto dal Maestro Fabrizio Barchi, eseguirà poco dopo. La serata vedrà anche la partecipazione di Monsignor Antonio Grappone che, attraverso le sue riflessioni,...

Scienza, sviluppato dispositivo per misurare il metanolo nel vino

Ricercatori svizzeri hanno sviluppato un dispositivo economico che rileva basse concentrazioni di metanolo nel vino. La nuova tecnologia può essere utilizzata sia da i consumatori che dai produttori ed è in grado di rilevare valori di metanolo in soli due minuti. Perdita di coscienza fino al coma, disturbi visivi fino alla cecità, acidosi metabolica. Sono i segni caratteristici dell’intossicazione da alcool metilico o metanolo. In piccolissime percentuali, l’alcool metilico, è un componente naturale del vino ma che se aumentato dolosamente, provoca danni permanenti, portando anche alla morte. E' bene ricordare che più di trent'anni fa e purtroppo proprio in Italia, si verificò il più grave scandalo nel settore del vino. Si tratta del triste episodio del "vino al metanolo" che nel marzo 1986 provocò 23 vittime e lesioni gravissime a decine di persone come la perdita della vista. Al quel particolare vino erano state aggiunte dosi elevatissime di metanolo per alzare fr...