Passa ai contenuti principali

Alimentazione e ricerca, Diversità genetica dell'orzo: scoperte differenze importanti tra varietà della stessa specie

Nuove prospettive per il miglioramento genetico in agricoltura. Uno studio coordinato dal Crea dimostra la grande plasticità del genoma dell’orzo. Il lavoro pubblicato su “The Plant Journal”. 






Abbiamo sempre pensato che tra le varietà di una stessa specie le differenze genetiche fossero minime. Fino ad oggi. Fino a quando, cioè, l’analisi dei molteplici dati di sequenziamento disponibili ha rivelato l’esistenza, tra le diverse varietà di una stessa specie, di genomi “fluidi”, caratterizzati da un numero mutevole di geni e che differiscono tra loro per larghi tratti di DNA, capaci di contenere svariati geni.

Un ulteriore e significativo passo, in tal senso, è fornito dallo studio relativo all’orzo, svolto nell’ambito del progetto Europeo WHEALBI, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, il PTP Science Park, un istituito scozzese (James Hutton Institute) ed uno tedesco (Leibniz Institute of Plant Genetics and Crop Plant Research) e coordinato da Agostino Fricano, ricercatore del CREA Genomica e Bioinformatica. Infatti, sono stati analizzati i dati di sequenziamento parziale di circa 400 tra popolazioni locali, varietà antiche e moderne di orzo, dimostrando come le diverse varietà differiscano tra loro per la presenza o assenza di larghi tratti di DNA. Il lavoro ha comportato il sequenziamento della parte espressa (i geni) di tutte le varietà ed il loro confronto con una varietà di riferimento, per la quale è disponibile la sequenza dell’intero genoma.

I risultati, pubblicati sulla rivista scientifica “The Plant Journal”, hanno evidenziato circa 15.000 tratti di DNA presenti solo in alcune delle varietà analizzate ed assenti in altre, oppure presenti in una copia in alcune varietà ed in più copie in altre (un fenomeno noto come copy number variation- CNV). Questi dati dimostrano l’incredibile plasticità del genoma delle piante coltivate in generale e dell’orzo in particolare, la specie usata come modello per lo studio dei cereali più complicati come i frumenti, ed evidenziano come la diversità genetica all’interno di una specie non sia solo frutto di mutazioni nei singoli geni, ma anche di frequenti eventi di delezione o duplicazione.

“Fino a pochi anni fa si pensava che la diversità genetica e quindi le differenze tra le varietà di una specie, fossero dovute principalmente a variazioni tra singole basi del DNA (i polimorfismi a singolo nucleotide o SNP) - spiega Agostino Fricano (CREA), coordinatore del lavoro - Le tecnologie di sequenziamento massivo, applicate alle specie coltivate, ci hanno permesso rilevare l’ampia diffusione della presenza/assenza di larghi tratti di DNA e di dimostrare che geni con specifiche funzioni sono più inclini a possedere variazioni del numero di copie”.

“Le analisi delle sequenze di ampie collezioni di germoplasma ci stanno insegnando molto sulla storia delle piante coltivate” commenta Laura Rossini del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali della Statale di Milano, che ha curato il lavoro di sequenziamento in collaborazione con il PTP “per esempio la variazione delle copie di particolari geni può permettere alla pianta di adattarsi a differenti condizioni ambientali”.

“In un’epoca dove l’inserimento di un singolo gene in una varietà crea timori nell’opinione pubblica, sapere che le popolazioni naturali o le varietà di una stessa specie che già coltiviamo differiscono tra loro per presenza/assenza di larghi tratti di DNA è un perfetto esempio di come la natura sia molto più flessibile di quanto comunemente si creda” - afferma Luigi Cattivelli, direttore del Centro di ricerca per la Genomica e Bioinformatica del CREA che continua: “Questo studio apre la strada alla ricerca del futuro in cui il pangenoma (ovvero la somma di tutti i geni che si trovano nelle diverse varietà di una specie) permetterà di aprire una nuova dimensione nello studio della diversità genetica, con evidenti ricadute per il miglioramento genetico e l’adattamento delle colture ai cambiamenti climatici”.

Commenti

Post popolari in questo blog

Lotta agli insetti alieni, Lycorma delicatula: un nuovo flagello della viticoltura mondiale. Uno studio indaga su comportamento e dispersione nell'ambiente

Uno nuovo studio statunitense per contrastare l'avanzata di un nascente insetto alieno candidato a diventare il nuovo flagello della viticoltura mondiale. Si tratta della Lycorma delicatula, un insetto dall'aspetto simile alla coccinella ma che a differenza di questa provoca danni consistenti ai vigneti. La Lanterna macchiata, così come viene chiamata dagli agricoltori, si è diffusa per la prima volta in Corea anche se originaria della Cina e ha già raggiunto, infestandoli, i vigneti della Pennsylvania. La lotta agli insetti alieni non permette soste, la ricerca si sta muovendo velocemente nel contrastare un nuovo flagello destinato a mettere sotto scacco la viticoltura mondiale. Si tratta della Lycorma delicatula, un insetto dall'aspetto simile alla coccinella, gli agricoltori la chiamano Lanterna macchiata, in inglese Spotted Lanternfly. Si è diffusa per la prima volta in Corea anche se è originaria della Cina. Nel 2014 ha raggiunto i vigneti della contea di Berks, in Pen

Musica e psicologia, cambia la percezione di consonanza e dissonanza: uno studio smentisce l'universalità del concetto di armonia di Pitagora

I risultati di una ricerca dell'Università di Cambridge, smentiscono l'universalità del concetto di armonia di Pitagora. Nascono apprezzamenti istintivi verso nuovi tipi di armonia. Lo studio pubblicato su Nature Communications. Un team di ricerca dell’Università di Cambridge, Princeton e del Max Planck Institute for Empirical Aesthetics, ha scoperto che nei normali contesti di ascolto, in realtà non preferiamo che gli accordi siano perfettamente all'interno dei rapporti matematici professati da Pitagora.  Il tono e l’accordatura degli strumenti musicali hanno il potere di manipolare la nostra percezione dell'armonia. I risultati dello studio ribaltano gli assunti di secoli di teoria musicale occidentale e incoraggiano una maggiore sperimentazione con strumenti provenienti da culture diverse. Secondo il filosofo greco Pitagora, la "consonanza" - una combinazione di note dal suono piacevole - è prodotta da relazioni speciali tra numeri semplici come 3 e 4. Rece

Scienza, sviluppato dispositivo per misurare il metanolo nel vino

Ricercatori svizzeri hanno sviluppato un dispositivo economico che rileva basse concentrazioni di metanolo nel vino. La nuova tecnologia può essere utilizzata sia da i consumatori che dai produttori ed è in grado di rilevare valori di metanolo in soli due minuti. Perdita di coscienza fino al coma, disturbi visivi fino alla cecità, acidosi metabolica. Sono i segni caratteristici dell’intossicazione da alcool metilico o metanolo. In piccolissime percentuali, l’alcool metilico, è un componente naturale del vino ma che se aumentato dolosamente, provoca danni permanenti, portando anche alla morte. E' bene ricordare che più di trent'anni fa e purtroppo proprio in Italia, si verificò il più grave scandalo nel settore del vino. Si tratta del triste episodio del "vino al metanolo" che nel marzo 1986 provocò 23 vittime e lesioni gravissime a decine di persone come la perdita della vista. Al quel particolare vino erano state aggiunte dosi elevatissime di metanolo per