Giovani e agricoltura: il CREA scommette sull’innovazione per rilanciare gli Istituti Agrari d’Italia
Il prossimo 19 maggio verrà firmato il protocollo d’intesa tra il CREA e Re.N.Is.A. per ampliare la consolidata collaborazione tra il principale Ente di ricerca pubblica in agricoltura e la Rete Nazionale degli Istituti Agrari. Alla fine della cerimonia, sarà inaugurato il primo punto CREA-RENISA “Agrifood Innovation hub” per coinvolgere i giovani studenti in attività di sperimentazioni laboratoriali e sul campo insieme ai ricercatori e per orientarli verso la creazione di modelli di impresa innovativa in ambito agricolo.
Lunedì 19 maggio 2025, presso la Biblioteca Nigro del CREA a Roma, si svolgerà un evento di grande rilevanza per il futuro dell’agricoltura italiana: la firma del protocollo d’intesa tra il CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria) e Re.N.Is.A. (Rete Nazionale degli Istituti Agrari), alla presenza del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. L’obiettivo è quello di favorire l’ingresso dei giovani in agricoltura, garantendo loro, al contempo, una preparazione completa e aggiornata che li renda capaci di fronteggiare le grandi sfide del nostro tempo, dal cambiamento climatico alla transizione tecnologica, dalla sostenibilità economica a quella ambientale.
Un gesto formale, certo, ma denso di significato: si tratta dell’ampliamento di una collaborazione strategica tra il principale ente pubblico di ricerca nel settore agroalimentare e la rete delle scuole che formano le nuove generazioni di imprenditori agricoli. Il protocollo punta a rafforzare le attività congiunte di formazione, ricerca e sperimentazione, con un occhio rivolto alle grandi sfide del nostro tempo: transizione ecologica, innovazione tecnologica e sostenibilità economica.
Momento culminante dell’evento sarà l’inaugurazione del primo Agrifood Innovation Hub CREA–Re.N.Is.A., un polo sperimentale che permetterà agli studenti degli istituti agrari di affiancare i ricercatori in attività pratiche e laboratoriali. L’obiettivo è duplice: da un lato, offrire agli studenti competenze aggiornate e concrete; dall’altro, stimolarli a immaginare nuovi modelli di impresa agricola, capaci di coniugare produttività, sostenibilità e innovazione.
«Gli Istituti Agrari sono scuole preziosissime – dichiara il Ministro Lollobrigida – e rappresentano una risorsa strategica per garantire la sovranità alimentare del Paese». Un messaggio chiaro, che rafforza il ruolo centrale dell’istruzione tecnica nel settore agroalimentare.
I numeri confermano l’urgenza di investire sulle nuove generazioni. Secondo l’ISTAT, nel 2020 solo il 9,3% delle aziende agricole italiane era guidato da under 40, con un calo netto rispetto all’11,5% del 2010. Nel medesimo arco temporale, le imprese condotte da under 35 sono scese da 186.491 a poco più di 104.000. In Europa, il trend è analogo: dati Eurostat indicano che appena il 5,6% degli agricoltori dell’UE ha meno di 35 anni.
Tra le cause principali: difficoltà di accesso alla terra, agli investimenti e alla formazione imprenditoriale. È proprio su quest’ultimo punto che CREA e Re.N.Is.A. stanno lavorando per invertire la tendenza, con strumenti innovativi e sinergie con il mondo della ricerca.
Durante l’evento, Riccardo Velasco, Direttore del CREA – Viticoltura ed Enologia, illustrerà i risultati del Concorso Enologico degli Istituti Agrari, nato dalla collaborazione tra CREA, MASAF e Re.N.Is.A., che nel 2025 giungerà alla sua decima edizione. Si tratta di una competizione nazionale in cui gli studenti producono e presentano vini realizzati nei vigneti didattici delle scuole agrarie, mettendo alla prova le competenze acquisite sul campo.
Un’esperienza che unisce teoria e pratica, orientando i giovani verso un’agricoltura professionale e competitiva. I vini in gara, ha sottolineato Velasco, «non hanno nulla da invidiare a quelli “veri”», a testimonianza della qualità del lavoro svolto nei laboratori scolastici.
Accanto alla formazione, esistono anche strumenti economici che sostengono l’imprenditoria giovanile in agricoltura. Tra questi, i bandi ISMEA come Generazione Terra, che finanzia al 100% l’acquisto di terreni da parte di under 41 fino a un massimo di 1,5 milioni di euro, e Più Impresa, dedicato all’insediamento di giovani e donne in agricoltura.
La nuova PAC 2023–2027 prevede inoltre che almeno il 3% dei pagamenti diretti sia destinato ai giovani agricoltori, attraverso premi all’insediamento e contributi specifici (CISYF). Il Piano Strategico Nazionale dell’Italia conferma questa direzione, riservando fondi e misure prioritarie al ricambio generazionale.
In parallelo, stanno nascendo numerose startup agricole fondate da giovani under 35. Tra gli esempi più noti: 3Bee, che sviluppa tecnologie per il monitoraggio degli alveari e la salute delle api; Wallfarm, che automatizza le coltivazioni fuori suolo; e Smart Island, con soluzioni robotiche per la diagnosi delle colture. Realtà che dimostrano come l’agricoltura possa diventare un terreno fertile per l’innovazione digitale, sostenibile e circolare.
La firma del protocollo CREA–Re.N.Is.A. rappresenta dunque una tappa importante in un percorso più ampio: costruire un ecosistema in cui la formazione, la ricerca e l’impresa collaborano per formare una nuova generazione di agricoltori consapevoli, competenti e pronti a guidare la transizione del settore agroalimentare.
Investire sui giovani, sulle loro idee e sulla loro capacità di adattarsi alle sfide globali non è solo una scommessa per l’agricoltura italiana, ma una necessità strategica per garantire la sicurezza alimentare, la tutela dell’ambiente e la competitività del nostro sistema produttivo.
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