J. S. Bach, Concerto d'Organo, l’arte del contrappunto vivente: un viaggio nell’essenza organistica bachiana, tra variazioni, trame e simmetrie
Il 18 maggio prossimo alle ore 17:15, presso la Chiesa di Santa Maria in Via a Roma, un imperdibile concerto per organo a cura del Maestro Luigi Ciuffa. Dalla Passacaglia che varia e trasforma un basso ostinato, alla Trio Sonata che rende vive le voci in un dialogo cameristico, fino alla Fuga che espande un tema in un’architettura grandiosa, il programma di questo concerto propone un vero viaggio attraverso l’officina creativa di Bach: un percorso che va dal fondamento alla gloria, dalla radice alla volta di un’imponente cattedrale sonora.
Johann Sebastian Bach incarna il vertice assoluto della musica organistica barocca. Nel programma scelto dal Maestro Luigi Ciuffa — organista presso la Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, in cui dirige anche l'ensemble di ottoni, nonché direttore della Cappella Musicale di Santa Maria in Via e del De Musica Ensemble — emerge con limpida coerenza un filo conduttore: l’arte del contrappunto intesa come architettura sonora vivente. In Bach, l’intreccio delle voci indipendenti non è mai un semplice esercizio astratto o una costruzione teorica: è qualcosa di profondamente animato, dinamico, espressivo. Le voci dialogano, respirano, si rincorrono e si trasformano come organismi viventi; non sono linee statiche, ma entità che crescono, si sviluppano e si relazionano tra loro in tempo reale, creando una struttura musicale che pulsa di energia interna. È proprio questa vitalità a rendere unico il contrappunto bachiano: saldo nel rigore formale, ma capace di trasfigurarsi in un’esperienza sonora che tocca l’ascoltatore sul piano emotivo e spirituale. Così, l’architettura polifonica di Bach si fa organismo che vive e comunica. I brani selezionati da Luigi Ciuffa ne offrono un paradigma perfetto: tre capolavori diversi per forma e carattere, ma uniti dall’intensità polifonica e da un’espressività sempre rinnovata.
Le Sei Sonate in Trio per organo (BWV 525-530), scritte da Bach probabilmente tra il 1727 e il 1730, sono veri e propri esercizi di virtuosismo e chiarezza contrappuntistica. La Sonata n. 3 segue la forma tripartita della sonata da chiesa italiana: l'andante con un elegante dialogo tra le due voci superiori, sostenute da un basso incisivo; l'adagio e dolce, movimento lirico dal canto espressivo e soave, ed infine il vivace, in un finale dinamico e danzante, quasi una gigue. Ogni voce – due manuali e pedale – è indipendente; sarà proprio la maestria di Ciuffa a renderle vive e dialoganti, trasformando l’organo in un trio strumentale proprio a restituire la freschezza cameristica voluta da Bach. Queste sonate furono probabilmente scritte come esercizi didattici per Wilhelm Friedemann Bach, figlio maggiore di Bach e suo prediletto, e oggi rappresentano uno degli esempi più alti di polifonia organistica.
Il Preludio e Fuga in mi minore BWV 548, composizione nota come The Wedge, appellativo questo che deriva dalla forma grafica del soggetto della fuga, è una delle ultime e più imponenti opere organistiche di Bach. La struttura binaria "preludio e fuga" raggiunge qui il livello più alto. Composto a Lipsia, il BWV 548 è un esempio maturo della forma “a contrasto”, ma con delle innovazioni: il preludio abbandona l’improvvisazione libera tradizionale per un calcolo razionale nella distribuzione dei pesi musicali. Combinando densità contrappuntistica, dissonanze audaci e un tono tragico (paragonato all’apertura della Passione secondo Matteo), il preludio, quasi sinfonico, alterna virtuosismi a sezioni corali. Un’apertura lirica che sfugge a ogni schema precostituito; libero da obblighi formali, si presenta come un flusso di coscienza sonoro.
La Fuga è basata su un tema cromatico semplice ma geniale che si espande progressivamente, come un ventaglio che si apre, o una zeppa che allarga il suo spazio: le note salgono e scendono alternatamente, allargandosi a intervalli sempre più ampi. Questa straordinaria elaborazione contrappuntistica rappresenta di fatto una chiave di lettura per entrare nella mente di Bach, dove forma musicale, immaginazione visiva e spiritualità si fondono in un unico gesto creativo. E' una costruzione monumentale che si dilata in un crescendo di energia e tensione, culminando in una coda trionfale: il pedale irrompendo con accordi maestosi, sigilla l’opera in un miracolo di equilibrio tra calcolo razionale e potenza emotiva. E' proprio dal vivo che l’ascoltatore percepisce fisicamente l’espansione del tema: le note basse “scavano”, quelle acute “illuminano”, creando un vero spazio sonoro tridimensionale.
Alcuni studiosi leggono in questa struttura un’allusione alla crescita spirituale o all’idea barocca di infinito, tipica del pensiero di Bach. La fuga assume così non solo un valore architettonico (come struttura musicale), ma anche una dimensione espressiva di apertura e ascesa. Peter Williams definisce quest’opera «il testamento organistico di Bach», per la sua capacità di unire la grandiosità architettonica alla profondità espressiva.
Il BWV 548 non è solo un capolavoro isolato, ma un testamento artistico che racchiude tutti gli aspetti dell’arte di Bach: dal virtuosismo tipico del concerto al contrappunto arcaico, dalla ricerca armonica alla profondità teologica. L'opera ci mostra l’evoluzione del compositore verso un’essenzialità espressiva unita a complessità strutturale, incarnando il passaggio dalla forma “a contrasto” (libertà vs. regola) a una visione unitaria, dove preludio e fuga dialogano come parti di un unico organismo sintetizzando in modo esemplare la tensione tra genio creativo e disciplina formale che definisce il Barocco musicale. Bach in definitiva ci dice che libertà e disciplina non sono nemiche: sono due lingue della stessa poesia. Il preludio è il respiro, la fuga è il battito del cuore. Insieme, creano l’opera d’arte. Friedrich Spitta la definì una «sinfonia in due movimenti», sottolineandone la grandiosità e la ricchezza espressiva.
Questo concerto non è solo un omaggio a Bach, ma un’esperienza immersiva nella sua poetica. Un viaggio attraverso forme musicali complesse e profonde, che uniscono rigore strutturale e intensa espressività. L’alternarsi di forme rigorose (passacaglia, fuga) e momenti cameristici (sonata) riflette di fatto l’equilibrio tra disciplina e inventiva tipico del genio di Lipsia, svelando Bach non come “monumento”, ma come artefice di emozioni in movimento. Il Maestro Luigi Ciuffa ci propone così un'esperienza musicale imperdibile, un’occasione unica di ascoltare dal vivo tre capolavori che, come osserva ancora Wolff, «svelano il mestiere del compositore attraverso il suo stesso linguaggio».
Luigi Ciuffa
Organista e direttore di solida fama, Luigi Ciuffa è docente e direttore del Conservatorio “Francesco Morlacchi” di Perugia. Alla guida della Cappella Musicale di Santa Maria in Via e del De Musica Ensemble, ha sviluppato un’intensa attività concertistica e didattica, con particolare attenzione alla prassi esecutiva storicamente informata. La sua sensibilità per il repertorio organistico di Bach e dei maestri barocchi lo ha portato a esibirsi in importanti rassegne in Italia e all’estero.
La Chiesa di Santa Maria in Via
Situata nel cuore di Roma, a due passi da Largo Chigi, la Chiesa di Santa Maria in Via è nota non solo per il culto mariano ma anche per la sua acustica calda e avvolgente, ideale per la musica organistica e vocale. La sua lunga tradizione musicale rivive oggi grazie alle iniziative della Cappella Musicale e dei concerti che animano le sue navate, trasformandola in uno spazio sonoro privilegiato per l’ascolto del grande repertorio sacro.
Concerto d’organo del Maestro Luigi Ciuffa
18 maggio 2025 – ore 17:15
Chiesa di Santa Maria in Via – Largo Chigi, Roma
Ingresso libero
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