Ad gloriam Dei, la monumentale Missa Ut re mi fa sol la e altri capolavori: la Cappella Musicale di Santa Maria in Via celebra l'arte suprema di Palestrina
In occasione del cinquecentenario della nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina, la Cappella Musicale di Santa Maria, ensemble diretto da Luigi Ciuffa, renderà omaggio al Principe della musica con un concerto monografico di rara intensità. L’appuntamento è per l’8 giugno alle ore 17,15 nella suggestiva cornice della Chiesa di Santa Maria in Via, dove risuoneranno alcune tra le più alte espressioni della musica sacra del Cinquecento. Fulcro della serata la monumentale Missa Ut re mi fa sol la, capolavoro costruito sull’antico esacordo e considerato un compendio esemplare della maestria contrappuntistica del compositore prenestino. In programma altre gemme come Dum complerentur, straordinaria rappresentazione sonora della Pentecoste, Ecce Sacerdos Magnus Agnus Dei III, con il suo raffinato sviluppo ritmico e Tu Es Petrus, esempio emblematico di mottetto che fonde testo e musica in una sintesi perfetta: tutti capolavori questi che testimoniano la varietà e la profondità del linguaggio palestriniano.
Nel panorama della musica sacra rinascimentale, pochi nomi risplendono con la stessa intensità di Giovanni Pierluigi da Palestrina. Il prossimo concerto a cura della Cappella Musicale di Santa Maria, storico ensemble diretto dal maestro Luigi Ciuffa, sarà dedicato interamente alle opere del Princeps Musicae offrendo un'opportunità unica per immergersi nella sua maestria compositiva, attraverso un meditato programma che culmina nella monumentale Missa Ut re mi fa sol la, considerata una summa della sua arte.
Composta per sei voci e pubblicata nel 1570 nel Missarum liber tertius, la Missa Ut re mi fa sol la rappresenta una delle più alte vette dell’arte contrappuntistica rinascimentale. Monumentale per concezione e dimensioni, l’opera si fonda su un cantus firmus straordinariamente semplice: l’esacordo (ut, re, mi, fa, sol, la), la celebre scala didattica introdotta da Guido d’Arezzo, che per secoli ha costituito il fondamento della pedagogia musicale occidentale.
Nel tardo Rinascimento, l’impiego di soggetti esacordali era divenuto un raffinato esercizio di scrittura polifonica, ma Palestrina va oltre: trasfigura questa elementare sequenza in materia viva, trasformandola in un tessuto sonoro di straordinaria ricchezza espressiva. Nel Cinquecento, l'esacordo di fatto non era solo uno strumento pedagogico, ma anche appunto un soggetto di ispirazione compositiva. Comporre una messa sull'esacordo significava confrontarsi con la materia più elementare e condivisa della musica, elevandola a veicolo di espressione spirituale e retorica.
In ogni sezione della messa, l’esacordo emerge nella voce del secondo soprano, in forma ascendente e discendente, e poi ripreso a imitazione anche dalle altre voci, dopo modalità sempre diverse: ora disteso in valori larghi, ora frastagliato ritmicamente, fino a fondersi con la trama del canone nell’Agnus Dei II.
La Missa Ut re mi fa sol la non è solo una dimostrazione di perizia contrappuntistica, ma un vero e proprio atto di fede musicale: dalla semplicità di sei suoni elementari scaturisce una cattedrale polifonica, dove rigore formale e intensità spirituale si intrecciano in perfetto equilibrio. In questo capolavoro, Palestrina compendia la sua poetica sonora, confermandosi architetto sublime della musica sacra del Cinquecento. La messa fu inclusa nel "Missarum liber tertius" del 1570, dedicato all'imperatore Filippo II di Spagna, e rappresenta l'ultima delle otto messe del volume, suggerendo un ruolo culminante nella raccolta.
Azzardando un parallelo con la Storia dell'Arte, e nello specifico per il Gloria in cui Palestrina pone in evidenza l’aspetto solenne e comunitario della lode angelica, ecco che in questo contesto liturgico-musicale, potrebbe essere suggestivo evocare l'immagine di un opera del Ghirlandaio per lo Spedale degli Innocenti (1488), dove, tra l'architettura solenne della scena, emerge una schiera di angeli mostrare un cartiglio che reca proprio la scritta "Gloria in excelsis Deo", accompagnata da notazione musicale. La presenza del pentagramma nel dipinto suggerisce la volontà, tipicamente rinascimentale, di unire arti visive e musicali in un unico slancio celebrativo verso il divino. Così come Ghirlandaio materializza la musica degli angeli in una pittura destinata alla devozione pubblica, Palestrina ne costruisce l’equivalente sonoro: una musica che si fa architettura della fede.
Dum complerentur è un mottetto che riflette la purezza e la solennità tipiche dello stile di Palestrina, caratterizzato da un equilibrio tra linee melodiche fluide e una scrittura contrappuntistica raffinata. La sua funzione liturgica e la capacità di evocare un’atmosfera meditativa lo rendono un complemento ideale alla messa.
Il mottetto Tu Es Petrus si distingue per la sua forza espressiva e per l’uso sapiente del testo, che Palestrina declama con grande pertinenza, rispettando la richiesta controriformistica di chiarezza e intelligibilità del testo sacro. La musica, pur ricca e articolata, non sovrasta mai le parole, ma ne amplifica il significato spirituale.
Particolare rilievo assume Ecce Sacerdos Magnus Agnus Dei III, tratto dalla Messa “Ecce Sacerdos Magnus” pubblicata nel 1554. Questo brano è noto per il suo aspetto ritmico fondamentale: l’inizio presenta tempi e prolazioni ben definiti, con un uso del tempus imperfectum non diminutum che introduce un moto ritmico vivo e quasi madrigalistico nel contesto sacro. Tale scelta ritmica conferisce al brano un carattere dinamico e solenne, sottolineando la figura del sacerdote come mediatore tra il divino e l’umano. La scrittura mensurale di Palestrina in questo pezzo evidenzia la sua capacità di coniugare rigore tecnico e espressività, facendo emergere la funzione celebrativa e simbolica della musica liturgica.
Questo concerto rappresenta un’occasione unica per ascoltare dal vivo una selezione di brani che coprono aspetti diversi della produzione di Palestrina, dalla messa monumentale alla polifonia più intima e meditativa. L’evento vuole celebrare non solo il cinquecentenario dalla nascita, ma anche l’eredità musicale di un compositore che ha saputo coniugare fede, arte e scienza musicale, lasciando un segno indelebile nella storia della musica sacra occidentale. Vi aspetta quindi un viaggio musicale che unisce rigore tecnico, spiritualità e bellezza senza tempo, come sempre caratterizzato da rigore filologico e profonda sensibilità interpretativa.
Palestrina 500
8 giugno 2025 | ore 17,15
Cappella Musicale Santa Maria in Via
Direttore Luigi Ciuffa
Chiesa di Santa Maria in Via
Via Santa Maria in Via (Largo Chigi)
Programma
Agnus Dei III dalla Missa Ecce Sacerdos Magnus
Missa Ut re mi fa sol la in festo Pentecostes con parti variabili in gregoriano
Dum complerentur
Tu es Petrus
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