Borgogna: la Cina riconosce 70 Indicazioni Geografiche. Un passo storico per la tutela dei vini francesi
La Cina ha concesso la protezione ufficiale a settanta Indicazioni Geografiche della Borgogna, estendendo così le tutele legali dai prestigiosi Grand Cru, come Montrachet, fino alle denominazioni comunali quali Pommard e Côte de Nuits-Villages. Si tratta della più ampia forma di riconoscimento mai ottenuta dai vini borgognoni nel mercato cinese, un risultato che riflette un rafforzamento della cooperazione tra Cina e Francia nei settori agricolo e vitivinicolo.
Lo scorso 5 dicembre, la National Intellectual Property Administration cinese ha pubblicato il provvedimento che approva la protezione per settanta denominazioni della Borgogna, tra cui Richebourg, Clos de la Roche, Chablis Grand Cru, Petit Chablis, Givry, Meursault, Clos de Tart e Pommard. La tutela è entrata in vigore immediatamente e riguarda esclusivamente le Indicazioni Geografiche vinicole. L’inclusione di nomi iconici come Montrachet o i Grand Cru di Chablis segnala un ampliamento significativo del perimetro di protezione nel mercato asiatico.
L’annuncio è giunto in concomitanza con la visita ufficiale di Emmanuel Macron. Nella stessa giornata, Cina e Francia hanno diffuso una Dichiarazione Congiunta sulla Cooperazione Agricola e Alimentare, confermando l’intenzione di proseguire la collaborazione attiva in viticoltura e nella produzione enologica. Il documento richiama i progressi avviati a partire dal maggio 2024, quando le autorità cinesi e francesi avevano rinnovato il loro accordo per il riconoscimento e la tutela delle Indicazioni Geografiche agroalimentari.
La protezione accordata alle denominazioni borgognone si colloca nel quadro dell’accordo fra Unione Europea e Cina sulla cooperazione in materia di Indicazioni Geografiche. Dopo quasi dieci anni di negoziati, l’intesa è stata firmata nel settembre 2020 ed è entrata in vigore nel marzo 2021, introducendo un primo gruppo di circa cento riconoscimenti reciproci. Il sistema permette ai prodotti europei dotati di IG di beneficiare automaticamente della protezione in Cina senza dover presentare domande individuali, riducendo i costi di accesso e facilitando il contrasto alle contraffazioni.
Questo meccanismo si è rivelato decisivo per il valore dei marchi e per la fiducia dei consumatori, offrendo garanzie di autenticità in un mercato dove le imitazioni rappresentano un rischio concreto. Oggi ottanta delle ottantaquattro denominazioni d’origine protetta della Borgogna risultano tutelate in Cina, mentre le ultime quattro sono ancora in fase di completamento delle procedure.
Per Laurent Delaunay, co-presidente del Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne, il traguardo rappresenta un passaggio strategico: «La registrazione della quasi totalità delle nostre denominazioni costituisce un avanzamento importante per la tutela dei vini della Borgogna in Cina. È un risultato che offre chiarezza e sicurezza giuridica in un mercato il cui potenziale è ancora largamente da sviluppare e premia un lavoro complesso portato avanti sul piano giuridico e diplomatico. È un esempio di cooperazione davvero efficace».
La presenza dei vini di Borgogna in Cina continentale è cresciuta in modo significativo nell’ultimo decennio. Le esportazioni sono raddoppiate in volume, passando da 1,4 milioni di bottiglie da 75 cl nel 2015 a quasi 3 milioni nel 2024. Dopo la fase di crescita continua fino al 2022, il valore si è stabilizzato, seguendo la diffusione di denominazioni regionali o comunali meno note.
I dati dei primi nove mesi del 2025 confermano la tendenza: aumento dell’1,4 percento in volume rispetto allo stesso periodo del 2024, per un totale di circa 2,46 milioni di bottiglie. Il fatturato mostra invece un lieve calo dell’1,7 percento, con poco più di 46,7 milioni di euro.
Tra le Indicazioni Geografiche francesi già protette in Cina figurano Bordeaux, Médoc, Pauillac, Pomerol, Pessac-Léognan, Châteauneuf-du-Pape, Champagne e Coteaux d’Aix-en-Provence. L’accordo copre inoltre numerose denominazioni europee come Barolo, Asti, Rioja e La Mancha.
La decisione delle autorità cinesi di riconoscere settanta IG borgognone conferma l’evoluzione di un mercato che guarda alle denominazioni europee come a un patrimonio da tutelare, con ricadute importanti sulla tutela del consumatore, sulla lotta alle falsificazioni e sulla valorizzazione dei territori d’origine.
La tutela accordata dalla Cina non riguarda solo le denominazioni francesi, ma si inserisce in un quadro più ampio definito dall’accordo UE Cina sulle Indicazioni Geografiche. Grazie a questo sistema, numerosi vini italiani godono già di protezione sul mercato cinese, tra cui Barolo, Barbaresco, Brunello di Montalcino, Conegliano Valdobbiadene Prosecco, Franciacorta, Asti e Chianti.
Il riconoscimento garantisce che queste denominazioni possano essere utilizzate esclusivamente dai produttori autorizzati, impedendo imitazioni locali e rafforzando l’affidabilità percepita dai consumatori cinesi. Anche per l’Italia, dunque, la cooperazione con la Cina rappresenta un elemento strategico per la difesa delle proprie eccellenze vitivinicole in uno dei mercati più dinamici dell’area asiatica.
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