Parma dedica a Giacomo Balla una delle più ampie retrospettive degli ultimi anni, concentrata sul tema che attraversa in modo costante l’intera parabola dell’artista: la luce. A Palazzo del Governatore, fino al 1° febbraio 2026, oltre sessanta opere provenienti dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma raccontano l’evoluzione di uno dei protagonisti più radicali e visionari del Novecento italiano, capace di fare della luce una vera e propria materia pittorica.
Per la prima volta, il più ampio e organico nucleo pubblico dedicato a Giacomo Balla lascia Roma per essere presentato integralmente in un’unica sede espositiva. Il percorso riunisce quarantadue dipinti e ventitré disegni e consente una lettura articolata di tutte le fasi della produzione balliana, dal realismo sociale di inizio secolo al divisionismo, dal Futurismo più sperimentale alle ricerche figurative degli anni Trenta. Ne emerge il profilo di un artista che, già definito “pittore della luce” nel 1908, ha indagato per decenni il dinamismo visivo, la vibrazione cromatica e l’energia percettiva come elementi fondanti del linguaggio moderno.
Un ruolo centrale è affidato ai nuclei tematici più significativi, a partire dal ciclo Dei viventi, di cui sopravvivono solo quattro delle quindici tele originarie dedicate agli esclusi e ai margini della società contemporanea. Tra queste, La pazza e I malati, noto anche come Prime cure elettriche, vengono presentate secondo le indicazioni espositive lasciate dall’artista, restituendo la forza etica e visiva di una stagione ancora poco conosciuta della sua ricerca.
Ampio spazio è riservato al rapporto tra disegno e pittura, dalle prime prove come Fallimento del 1902 fino ai bozzetti futuristi per Ritmi di un violinista e alle celebri Compenetrazioni iridescenti. Queste opere, tra le più innovative dell’intera produzione futurista, anticipano alcune istanze dell’astrattismo europeo attraverso una scomposizione luminosa che dissolve il dato figurativo in pura percezione.
Accanto ai capolavori futuristi come Espansione dinamica + velocità, Linee di velocità + spazio e il monumentale Forme-volume del grido “Viva l’Italia”, la mostra presenta anche importanti risultati delle più recenti indagini diagnostiche. Proprio su quest’ultima opera, le analisi hanno rivelato la presenza, sotto la superficie pittorica, di un ritratto della moglie Elisa, offrendo nuove chiavi di lettura sul metodo di lavoro e sulle trasformazioni interne delle opere di Balla.
Il progetto espositivo ricostruisce inoltre l’atmosfera della casa-studio di via Oslavia a Roma grazie alle donazioni delle figlie Elica e Luce Balla e a un allestimento trompe-l’œil che restituisce la dimensione domestica e laboratoriale dell’artista. Ne risulta un’esperienza immersiva, in cui la luce non è soltanto tema iconografico ma principio organizzatore dello spazio.
A completare il percorso, un video immersivo realizzato con tecniche di intelligenza artificiale dedicato al polittico Villa Borghese - Parco dei Daini e la proiezione del film BALLA. Il Signore della Luce di Eleonora Zamparutti e Piero Muscarà. Il dialogo con il presente è affidato infine a tre artisti contemporanei, MP5, Elena Ketra e Vincenzo Marsiglia, chiamati a confrontarsi con l’eredità balliana attraverso opere site-specific che riflettono sul movimento e sulla percezione luminosa nel linguaggio attuale.
La mostra parmense si propone così non come semplice antologia, ma come rilettura critica di un artista che ha contribuito in modo decisivo alla definizione di una nuova sensibilità visiva, confermando Giacomo Balla come figura centrale nella storia dell’arte del Novecento.
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