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Alessandro Scarlatti: Messa per la Notte del Ss. Natale. Il concerto di Festina Lente tra solennità e contemplazione

 Si terrà questa sera nella Chiesa di Sant’Agnese in Agone a Roma una rara esecuzione della Messa per la Notte del Santo Natale di Alessandro Scarlatti. Composta nel 1707 per la basilica di Santa Maria Maggiore, l’opera viene oggi riproposta nel quadro delle celebrazioni per il trecentesimo anniversario della morte del compositore. L’Ensemble Festina Lente, diretto da Michele Gasbarro, offre l’occasione per una rilettura di una delle più significative testimonianze della produzione sacra scarlattiana, mettendo in luce il ruolo centrale dell’autore nel passaggio dalla grande tradizione polifonica tardo rinascimentale alle nuove istanze concertanti del primo Settecento.


L’appuntamento di questa sera nella Chiesa di Sant’Agnese in Agone, affacciata su una Piazza Navona avvolta dalle luci natalizie, si colloca nel quadro delle celebrazioni dedicate ad Alessandro Scarlatti e offre l’occasione di tornare su una pagina centrale della sua produzione sacra. La Messa per la Notte del Santo Natale, raramente eseguita in epoca moderna, permette di cogliere con particolare chiarezza l’equilibrio tra rigore formale e tensione espressiva che definisce il linguaggio scarlattiano, insieme al suo rapporto consapevole con la tradizione liturgica romana. In questa prospettiva l’esecuzione assume il valore di un momento di approfondimento critico, utile a rimettere a fuoco il ruolo di Scarlatti nel panorama musicale tra Sei e Settecento e la tenuta della sua scrittura, ancora oggi incisiva sul piano formale e spirituale.

La Messa per la Notte del Santo Natale è un opera essenziale che riflette magistralmente la sintesi tra linguaggio contrappuntistico e stile concertante caratterizzante la produzione sacra di Scarlatti all’alba del XVIII secolo. Scritta per doppio coro a nove voci con due violini obbligati e organo, l’opera fu concepita per una celebrazione natalizia di particolare solennità nella Roma di papa Clemente XI. 

Studi recenti evidenziano la ricchezza espressiva dell’opera: contrasti dinamici e densi passaggi contrappuntistici si alternano a momenti di sospensione e meditazione, mentre la sensibilità popolare delle melodie natalizie emerge attraverso un uso calibrato dei soli e di figurazioni strumentali che richiamano la pastorale festiva tipica della tradizione italiana.

La struttura dell’ordinario liturgico, articolata tra Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei, investe il coro e gli strumenti in un processo di alternanze timbriche in cui la polifonia riflette tanto la grande eredità rinascimentale quanto le innovazioni stilistiche barocche. La scelta di proporre accanto alla Messa di Scarlatti un brano di Pasquini e la Litania di Alessandro Melani rimarca la vitalità della musica sacra italiana tra Seicento e primo Settecento, un periodo in cui Roma e Napoli costituivano centri di intensa attività culturale e musicale. Scarlatti, pur insignito di incarichi prestigiosi, mantenne un profilo creativo capace di guardare avanti pur restando radicato nell’ampia tradizione liturgica.

In un repertorio che tende a privilegiare pagine più note del barocco italiano, la Messa per la Notte del Santo Natale si presenta oggi come una testimonianza di particolare eloquenza musicale, nella quale il carattere festivo del Natale trova espressione in una polifonia fluida e in una scrittura vocale capace di passare con naturalezza dalla solennità monumentale a momenti di più raccolta meditazione.

L’Ensemble Festina Lente, sotto la direzione attenta di Michele Gasbarro, propone questa esecuzione secondo criteri filologici e interpretativi oggi ampiamente condivisi nella prassi della musica antica, offrendo una lettura rispettosa delle intenzioni originarie dell’autore e delle potenzialità espressive dell’organico. 

Questo articolo è stato pubblicato anche su www.musicantiquajournal.eu

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