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Popolare di suoni. Pratiche, culture e diffusioni della popolarità in musica. La Call for Paper per il IV Convegno Annuale AlumniLevi

È aperta fino al 10 gennaio la call for papers per il IV Convegno Annuale AlumniLevi, dal titolo Popolare di suoni. Pratiche, culture e diffusioni della popolarità in musica, in programma il 20 e 21 marzo 2026 a Venezia, presso la Fondazione Ugo e Olga Levi. L’iniziativa si propone come spazio di confronto critico su una delle categorie più ambigue e al tempo stesso più produttive del discorso musicologico contemporaneo, quella di popolare, osservata nelle sue declinazioni storiche, teoriche e pratiche.


Il quarto convegno annuale AlumniLevi, in programma a Venezia il 20 e 21 marzo 2026 presso la Biblioteca Gianni Milner della Fondazione Ugo e Olga Levi, si propone di indagare il popolare come categoria dinamica, attraversata da tensioni storiche, sociali e mediali, capace di rimettere in discussione le tradizionali separazioni tra folklore, musica d’arte e cultura di massa. 

L’attenzione si concentra sui processi attraverso cui le musiche vengono diffuse, riconosciute e legittimate, nonché sull’impatto che il successo di pubblico esercita sulla definizione dei repertori e dei loro significati, al di là delle appartenenze di genere e dei contesti di provenienza.

In questa prospettiva, le nozioni di pop, popular e popolare sono considerate come esiti di pratiche e dispositivi culturali, più che come categorie stabili, offrendo uno strumento per osservare le trasformazioni dei consumi musicali e il ruolo dell’industria culturale in scenari storici e geografici differenti.

Il punto di avvio della riflessione risiede nella complessità terminologica che caratterizza il contesto italiano, dove termini come folklore, popolare, popular e pop coesistono in un campo semantico fluido e spesso sovrapposto. Il convegno non mira a fissare definizioni normative, ma assume tale ambiguità come risorsa epistemologica, utile a interrogare le relazioni tra pratiche musicali, dinamiche sociali e processi culturali in prospettiva comparata. 

Il quadro teorico di riferimento richiama contributi centrali del pensiero novecentesco e contemporaneo, da Antonio Gramsci a Christopher Small, da Richard Middleton a Thomas Turino, ponendo l’accento sul popolare come insieme di processi mobili, che comprendono tanto la ricezione da parte del pubblico quanto l’attribuzione ideologica di etichette e valori.

In questo orizzonte si collocano le ricerche dedicate ai meccanismi di popolarizzazione e democratizzazione delle musiche, con particolare attenzione al ruolo svolto da istituzioni, enti culturali e altri attori nella diffusione dei repertori. Un rilievo specifico è riservato all’educazione musicale e alle pratiche didattiche che mettono in relazione gli studenti con culture caratterizzate da un’ampia accessibilità e da una circolazione estesa dei materiali sonori. 

Parallelamente, il convegno intende approfondire i transiti stilistici e i cortocircuiti tra musica colta, folk e world music, includendo le formule del middlebrow e le zone di contatto tra alto e basso che si manifestano in contesti storici e mediali diversi, dalle sale da ballo del Settecento alle espressioni contemporanee del metal sinfonico o del film-concerto.

Un ulteriore asse di discussione riguarda il successo di pubblico e le sue trasformazioni nel tempo, osservate attraverso l’evoluzione dei media e dei canali di circolazione, dalla trasmissione manoscritta fino alle piattaforme digitali. In questo ambito assumono particolare rilievo le pratiche di produzione Do It Yourself, così come la capacità della musica di agire come fattore di trasformazione di spazi fisici e comunità online, incidendo su fenomeni complessi quali il turismo culturale e la gentrificazione. A ciò si affianca l’attenzione per le dinamiche del fandom e dello stardom, considerate come dispositivi centrali nella costruzione della popolarità musicale contemporanea.

Il tema del convegno può essere efficacemente restituito attraverso l’immagine di una rete di sentieri in una foresta, priva di un percorso unico e definitivo. Le tracce si formano e si modificano nel tempo in base al passaggio del pubblico e all’azione del contesto, rappresentato dai media e dalle istituzioni, dando luogo a configurazioni mutevoli e instabili. È in questo spazio mobile che il concetto di popolare trova la propria ragion d’essere, come risultato di interazioni continue più che come categoria fissata una volta per tutte.

La selezione delle proposte sarà curata dal comitato scientifico composto da Roberto Calabretto, Michela Garda e Massimo Privitera. Le candidature dovranno essere inviate entro il 10 gennaio 2026 e includere il titolo dell’intervento, un abstract di massimo 300 parole, una breve biografia accademica e l’indicazione delle eventuali esigenze tecniche. L’esito della selezione sarà comunicato entro il 26 gennaio 2026. 

I contributi, della durata di venti minuti, potranno essere presentati anche in forma di recital, secondo una modalità sperimentale volta a favorire il dialogo tra musicologi e performer. I lavori ritenuti più significativi confluiranno infine in un volume monografico, a restituzione del percorso di ricerca sviluppato nel corso del convegno.

Questo articolo è stato pubblicato anche su www.musicantiquajournal.eu/

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