Agricoltura e ricerca. “I suoli delle Valli del Noce”, la pubblicazione FEM per la gestione sostenibile dei frutteti
Pubblicazione edita da FEM sul tema del suolo quale strumento per la gestione ottimale del frutteto.
Oltre 1.300 trivellate, 227 profili pedologici studiati, 700 campioni di suolo raccolti e analizzati, oltre 2.300 campioni di foglie e più di 800 frutti esaminati. Sono i numeri dello studio contenuto nel volume “I suoli delle valli del Noce” edito dalla Fondazione Edmund Mach e curato da Duilio Porro, Giacomo Sartori e Maria Venturelli.
La pubblicazione che raccoglie i risultati di un progetto realizzato con il supporto di Melinda e delle Casse rurali della Val di Non e orientata allo studio del suolo quale strumento per la gestione ottimale del frutteto, mettendo in correlazione la pianta con il terreno e l’ambiente in cui è inserita, rappresenta un punto di partenza fondamentale per incrementare la gestione sostenibile dei frutteti inseriti sui suoli delle Valli del Noce ed è uno strumento per fornire indicazioni tecnico-operative utili ad agricoltori e tecnici.
Il consistente lavoro, iniziato nel 2006 è stato sviluppato in varie fasi, a partire dall’elaborazione della carta dei pedopaesaggi e sua fotointerpretazione, dai rilievi di campagna per l’assegnazione delle unità tipologiche di suolo fino alle analisi di laboratorio su suolo, foglie e frutti, recuperando anche una serie di analisi storiche fin dagli anni 80, alle analisi climatiche, agli studi sul bilancio idrico della coltura e ai rilievi biologici per la valutazione della fertilità del suolo.
La caratterizzazione territoriale dei suoli quindi, dal punto di vista pedologico e agronomico (chimico-fisico), tramite le complesse relazioni esistenti con le piante di melo in essi coltivati, soprattutto per gli aspetti legati alle dotazioni nutrizionali, idriche e biologiche, non solo contribuisce alla definizione delle tipicità esistenti, ma è strumento per fornire indicazioni tecnico-operative utili ad agricoltori e tecnici. Finalizzare al meglio le produzioni, anche in funzione di cultivar diverse, in condizioni pedoclimatiche simili è la base per una maggiore sostenibilità della coltura.
Il volume, costituito da 325 pagine, conta la collaborazione di 13 autori. Dotato di un consistente apparato iconografico, con mappe e immagini a corredo, include un corposo allegato con la descrizione sintetica delle Unità tipologiche di suolo rilevate nello studio attraverso le principali caratteristiche pedologiche ed agronomiche in termini idrologici e nutrizionali.
Oltre 1.300 trivellate, 227 profili pedologici studiati, 700 campioni di suolo raccolti e analizzati, oltre 2.300 campioni di foglie e più di 800 frutti esaminati. Sono i numeri dello studio contenuto nel volume “I suoli delle valli del Noce” edito dalla Fondazione Edmund Mach e curato da Duilio Porro, Giacomo Sartori e Maria Venturelli.
La pubblicazione che raccoglie i risultati di un progetto realizzato con il supporto di Melinda e delle Casse rurali della Val di Non e orientata allo studio del suolo quale strumento per la gestione ottimale del frutteto, mettendo in correlazione la pianta con il terreno e l’ambiente in cui è inserita, rappresenta un punto di partenza fondamentale per incrementare la gestione sostenibile dei frutteti inseriti sui suoli delle Valli del Noce ed è uno strumento per fornire indicazioni tecnico-operative utili ad agricoltori e tecnici.
Il consistente lavoro, iniziato nel 2006 è stato sviluppato in varie fasi, a partire dall’elaborazione della carta dei pedopaesaggi e sua fotointerpretazione, dai rilievi di campagna per l’assegnazione delle unità tipologiche di suolo fino alle analisi di laboratorio su suolo, foglie e frutti, recuperando anche una serie di analisi storiche fin dagli anni 80, alle analisi climatiche, agli studi sul bilancio idrico della coltura e ai rilievi biologici per la valutazione della fertilità del suolo.
La caratterizzazione territoriale dei suoli quindi, dal punto di vista pedologico e agronomico (chimico-fisico), tramite le complesse relazioni esistenti con le piante di melo in essi coltivati, soprattutto per gli aspetti legati alle dotazioni nutrizionali, idriche e biologiche, non solo contribuisce alla definizione delle tipicità esistenti, ma è strumento per fornire indicazioni tecnico-operative utili ad agricoltori e tecnici. Finalizzare al meglio le produzioni, anche in funzione di cultivar diverse, in condizioni pedoclimatiche simili è la base per una maggiore sostenibilità della coltura.
Il volume, costituito da 325 pagine, conta la collaborazione di 13 autori. Dotato di un consistente apparato iconografico, con mappe e immagini a corredo, include un corposo allegato con la descrizione sintetica delle Unità tipologiche di suolo rilevate nello studio attraverso le principali caratteristiche pedologiche ed agronomiche in termini idrologici e nutrizionali.
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