Passa ai contenuti principali

Enoturismo. Con le feste del vino alla scoperta dei borghi della Tuscia

Oltre 150 appuntamenti nei Comuni di Lubriano, Civitella d’Agliano, Tarquinia, Gradoli, Montefiascone, Castiglione in Teverina, Vignanello e Acquapendente. Fino al 31 agosto.




Le Feste del Vino della Tuscia tornano a essere protagoniste nei borghi di Acquapendente, Castiglione in Teverina, Civitella d’Agliano, Gradoli, Lubriano, Montefiascone, Tarquinia e Vignanello. Oltre 150 appuntamenti previsti tra degustazioni guidate dei vini del territorio, assaggi di prodotti tipici locali negli stand enogastronomici, visite guidate a cantine e vigneti, esibizioni folcloristiche, cene in piazza e nelle taverne, spettacoli musicali, eventi culturali e attività per bambini.

Un ricco programma iniziato a metà luglio e che proseguirà fino al 31 agosto. In scaletta la 35a “Festa del Vino Colli del Tevere” a Castiglione in Teverina (1-5 agosto); la 60a “Fiera del Vino” di Montefiascone (2-15 agosto); la 49a “Festa del Vino” di Vignanello (10-15 agosto); i “Vini del Barbarossa” ad Acquapendente il 10 e il 31 agosto; la 30a edizione di “Aleatico in festa” a Gradoli (3-5 agosto e 10 agosto);  la 49a “Festa del Vino” di Vignanello (10-15 agosto) e per finire la 12a edizione di “DiVino Etrusco” a Tarquinia (23-26 agosto).

“Le Feste del Vino – ha dichiarato Luigia Melaragni, vicepresidente della Camera di Commercio Viterbo – contribuiscono alla crescita del turismo enogastronomico nella Tuscia, l’unico negli ultimi anni ad aver segnato in Italia una crescita costante e che consente ai turisti e visitatori di scoprire  attraverso i prodotti tipici, l’identità, le tradizioni, l’artigianato, i paesaggi, la storia e la cultura di un territorio”.

Per informazioni su eventi, itinerari enogastronomici e offerte ricettive: www.tusciawelcome.it

Commenti

Post popolari in questo blog

"La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini e la Madonna del parto

Uno dei capolavori più ammirati di Piero della Francesca attraverso gli occhi di un maestro della "settima arte" "Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu sei colei che l'umana natura nobilitasti, sì che il suo fattore, non disdegnò di farsi sua fattura" Nella piccola chiesa di Santa Maria a Momentana, isolata in mezzo al verde delle pendici collinari di Monterchi, Piero della Francesca dipinse in soli sette giorni uno dei suoi più noti e ammirati capolavori che oggi richiama nella Val Tiberina visitatori da tutto il mondo. La datazione esatta dell`opera è incerta, oscillando, a seconda delle teorie, dal 1450 a oltre il 1475. Non sono chiare le motivazioni della committenza né della scelta del soggetto, tema piuttosto frequente nell’iconografia spagnola, ma del tutto insolito in quella italiana. L’affresco rappresenta infatti la Vergine incinta, raffigurata in piedi al centro

Musica e psicologia, cambia la percezione di consonanza e dissonanza: uno studio smentisce l'universalità del concetto di armonia di Pitagora

I risultati di una ricerca dell'Università di Cambridge, smentiscono l'universalità del concetto di armonia di Pitagora. Nascono apprezzamenti istintivi verso nuovi tipi di armonia. Lo studio pubblicato su Nature Communications. Un team di ricerca dell’Università di Cambridge, Princeton e del Max Planck Institute for Empirical Aesthetics, ha scoperto che nei normali contesti di ascolto, in realtà non preferiamo che gli accordi siano perfettamente all'interno dei rapporti matematici professati da Pitagora.  Il tono e l’accordatura degli strumenti musicali hanno il potere di manipolare la nostra percezione dell'armonia. I risultati dello studio ribaltano gli assunti di secoli di teoria musicale occidentale e incoraggiano una maggiore sperimentazione con strumenti provenienti da culture diverse. Secondo il filosofo greco Pitagora, la "consonanza" - una combinazione di note dal suono piacevole - è prodotta da relazioni speciali tra numeri semplici come 3 e 4. Rece

Libri. La tecnica del contrappunto vocale nel Cinquecento. Un trattato fondamentale per giovani compositori

Scritto da Renato Dionisi e Bruno Zanolini per la Suvini Zerboni, La tecnica del contrappunto vocale nel Cinquecento è ancora oggi un testo di riferimento per quanti vogliano intraprendere gli studi di composizione offrendo all'allievo una base per potersi appropriare di un solido artigianato che gli consenta di "piegar la nota al voler dell'idea". Quello scritto da Renato Dionisi e Bruno Zanolini che fu suo allievo, costituisce un'ottima guida sullo studio del contrappunto e per la formazione del giovane compositore che ancora non ha individuato una personale cifra stilistica. La scrittura corale era per Dionisi, allievo di Celestino Eccher, maestro di formazione romana, la base di ogni possibile apprendistato in virtù del rigore che la scrittura corale impone e del relativamente più facile controllo che se ne può avere.  In Italia, e non solo in Italia, gli studi di composizione si svolgono ancora secondo un percorso obbligato, che parte dall'armonia, proseg