Vino&Mercati. USA: Vinitaly prosegue con il proprio programma internazionale di eventi business e formazione
Vinitaly sempre più protagonista negli USA, dove nei primi quattro mesi del 2018 il vino italiano registra performance migliori della media-mercato, pur con una crescita timida a valore che risente dell’Euro forte. Il risultato complessivo è un incremento dei volumi (+4,4%) e dell’1% in valore, con 544,7 milioni di euro (dato Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor).
L’Italia rimane il principale Paese fornitore degli USA anche in questa prima parte dell’anno, ma la competizione, con particolare riguardo alla Francia, è molto serrata. Per questo Vinitaly prosegue con il proprio programma internazionale di eventi business e formazione – sono già 47 gli Italian Wine Ambassador statunitensi formati tramite le iniziative della Vinitaly International Academy, mentre i buyer accreditati provenienti dagli USA all’ultima edizione di Vinitaly sono stati oltre 7 mila – ed è stato presente dal 30 giugno al 2 luglio al Padiglione italiano del Summer Fancy Food Show nell’ambito del piano di promozione straordinaria del made in Italy curato da Agenzia ICE in collaborazione con Federalimentare, Cibus, Tuttofood e Vinitaly, che ha presentato oltre 300 aziende sotto il segno distintivo del claim “The Extraordinary Italian Taste”.
In questa occasione, il Vinitaly Wine Bar ha offerto ai buyer del trade e del canale ho.re.ca l’opportunità di conoscere e degustare oltre 600 vini selezionati in collaborazione con il consorzio Italia del Vino, lungo le tre giornate della rassegna, che è terminata ieri, ciascuna dedicata a una zona produttiva diversa: Trento doc, Sicilia Doc e Chianti Classico.
«Gli Stati Uniti sono il principale mercato mondiale della domanda di vino e lo saranno ancora per molto tempo. In questo senso è indicativo ciò che è emerso dall’outlook Vinitaly-Nomisma sulle abitudini al consumo negli Usa: oltreoceano il primo target è rappresentato dai giovani dai 21 ai 35, mentre in Italia l’età dei top consumer è molto più alta. Un dato questo che la dice lunga anche sul fascino esercitato da una bevanda sempre più status symbol per i giovani statunitensi», commenta Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere.
L’Italia rimane il principale Paese fornitore degli USA anche in questa prima parte dell’anno, ma la competizione, con particolare riguardo alla Francia, è molto serrata. Per questo Vinitaly prosegue con il proprio programma internazionale di eventi business e formazione – sono già 47 gli Italian Wine Ambassador statunitensi formati tramite le iniziative della Vinitaly International Academy, mentre i buyer accreditati provenienti dagli USA all’ultima edizione di Vinitaly sono stati oltre 7 mila – ed è stato presente dal 30 giugno al 2 luglio al Padiglione italiano del Summer Fancy Food Show nell’ambito del piano di promozione straordinaria del made in Italy curato da Agenzia ICE in collaborazione con Federalimentare, Cibus, Tuttofood e Vinitaly, che ha presentato oltre 300 aziende sotto il segno distintivo del claim “The Extraordinary Italian Taste”.
In questa occasione, il Vinitaly Wine Bar ha offerto ai buyer del trade e del canale ho.re.ca l’opportunità di conoscere e degustare oltre 600 vini selezionati in collaborazione con il consorzio Italia del Vino, lungo le tre giornate della rassegna, che è terminata ieri, ciascuna dedicata a una zona produttiva diversa: Trento doc, Sicilia Doc e Chianti Classico.
«Gli Stati Uniti sono il principale mercato mondiale della domanda di vino e lo saranno ancora per molto tempo. In questo senso è indicativo ciò che è emerso dall’outlook Vinitaly-Nomisma sulle abitudini al consumo negli Usa: oltreoceano il primo target è rappresentato dai giovani dai 21 ai 35, mentre in Italia l’età dei top consumer è molto più alta. Un dato questo che la dice lunga anche sul fascino esercitato da una bevanda sempre più status symbol per i giovani statunitensi», commenta Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere.
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