Si chiama Antonio Tramacere ed ha conseguito il diploma nei giorni scorsi presso la delegazione AIS di Lecce dopo aver superato l’esame di qualificazione come tutti gli altri colleghi. Grande la commozione della commissione di valutazione e degli amici: “Grazie alla collaborazione di mia moglie e ad apposito team di esperti AIS ho potuto studiare e sostenere la prova scritta”.
E’ il primo sommelier AIS non vedente d’Italia; si è diplomato nei giorni scorsi presso l’Hotel Tiziano di Lecce, sede dei corsi della delegazione leccese dell’Associazione Italiana Sommelier guidata da Amedeo Pasquino, sostenendo un esame di qualificazione professionale assolutamente normale e suscitando grande commozione tra i membri della commissione di valutazione, tra i suoi colleghi aspiranti sommelier e in tutta la comunità pugliese degli appassionati del vino.
Antonio Tramacere, 49 anni, di San Pietro in Lama (Lecce), ha sostenuto l’esame di qualificazione professionale per diventare sommelier la settimana scorsa, superandolo brillantemente nonostante le difficoltà oggettive di approccio alla parte visiva della prova. “E’ nato tutto per gioco: mia moglie ed io siamo sempre andati per cantine. Poi, parlando con amici di AIS Lecce, mi hanno convinto a fare il corso. Il primo livello è stato facile, perché mi ha fatto tra l’altro conoscere un gruppo di persone fantastiche e ha cambiato il mio modo di considerare il vino. Il secondo è venuto in automatico”.
Il terzo livello, invece, è arrivato dopo una pausa, “perché ho dovuto affrontare una serie di difficoltà tecniche”. Tramacere è riuscito infatti a portare a termine il corso grazie a un team di persone che l’hanno aiutato a superare i suoi limiti. In primis la moglie Rosaria, che ha preso appunti per lui alle lezioni e che ha scritto ciò che Antonio dettava durante la prova d’esame; poi Mauro Carosso e Giuseppe Baldassarre, rispettivamente presidente e componente della Commissione Didattica Nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier, in prima linea per superare tutte le difficoltà del caso e per rendere tecnicamente possibile l’esame; Manuela Cornelii di AIS Abruzzo, “che sta lavorando ad un progetto mirato a consentire la frequenza al corso a tutte le persone nelle mie condizioni, e poi, soprattutto, la delegazione AIS Lecce, con Amedeo Pasquino in testa, che mi hanno fatto sentire un grande affetto intorno”.
Il resto l’ha fatto la possibilità di utilizzare la sintesi vocale di un pc. “Un lavoraccio per cui ho dovuto sospendere tanti altri impegni, attività sportiva compresa. Oggi sono finalmente sommelier, anche se non ho potuto portare a termine la prova visiva dell’esame”, conclude Antonio Tramacere, “perché, come diceva Giacomo Tachis, “L’olfatto è la vista dell’anima e delle emozioni”: una frase che costituisce la mia stella polare”.
E’ il primo sommelier AIS non vedente d’Italia; si è diplomato nei giorni scorsi presso l’Hotel Tiziano di Lecce, sede dei corsi della delegazione leccese dell’Associazione Italiana Sommelier guidata da Amedeo Pasquino, sostenendo un esame di qualificazione professionale assolutamente normale e suscitando grande commozione tra i membri della commissione di valutazione, tra i suoi colleghi aspiranti sommelier e in tutta la comunità pugliese degli appassionati del vino.
Antonio Tramacere, 49 anni, di San Pietro in Lama (Lecce), ha sostenuto l’esame di qualificazione professionale per diventare sommelier la settimana scorsa, superandolo brillantemente nonostante le difficoltà oggettive di approccio alla parte visiva della prova. “E’ nato tutto per gioco: mia moglie ed io siamo sempre andati per cantine. Poi, parlando con amici di AIS Lecce, mi hanno convinto a fare il corso. Il primo livello è stato facile, perché mi ha fatto tra l’altro conoscere un gruppo di persone fantastiche e ha cambiato il mio modo di considerare il vino. Il secondo è venuto in automatico”.
Il terzo livello, invece, è arrivato dopo una pausa, “perché ho dovuto affrontare una serie di difficoltà tecniche”. Tramacere è riuscito infatti a portare a termine il corso grazie a un team di persone che l’hanno aiutato a superare i suoi limiti. In primis la moglie Rosaria, che ha preso appunti per lui alle lezioni e che ha scritto ciò che Antonio dettava durante la prova d’esame; poi Mauro Carosso e Giuseppe Baldassarre, rispettivamente presidente e componente della Commissione Didattica Nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier, in prima linea per superare tutte le difficoltà del caso e per rendere tecnicamente possibile l’esame; Manuela Cornelii di AIS Abruzzo, “che sta lavorando ad un progetto mirato a consentire la frequenza al corso a tutte le persone nelle mie condizioni, e poi, soprattutto, la delegazione AIS Lecce, con Amedeo Pasquino in testa, che mi hanno fatto sentire un grande affetto intorno”.
Il resto l’ha fatto la possibilità di utilizzare la sintesi vocale di un pc. “Un lavoraccio per cui ho dovuto sospendere tanti altri impegni, attività sportiva compresa. Oggi sono finalmente sommelier, anche se non ho potuto portare a termine la prova visiva dell’esame”, conclude Antonio Tramacere, “perché, come diceva Giacomo Tachis, “L’olfatto è la vista dell’anima e delle emozioni”: una frase che costituisce la mia stella polare”.
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