Droni, la svolta per l'agricoltura di precisione
Se ne parla da anni, si dibatte, ma ancora la viticoltura di precisione in Italia non si è completamente affermata
“Perché trovi applicazione è necessario che i viticoltori, e più in generale gli agricoltori, inizino a percepire la reale convenienza ad adottarla”, è il pensiero di Stefano Poni, direttore del Dipartimento di Scienze delle produzioni vegetali sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza.
Se ne parla da anni, si dibatte, ma ancora la viticoltura di precisione in Italia non si è completamente affermata
La svolta però potrebbe essere alle porte, con l'arrivo dei droni è infatti diventato più agevole fare i rilievi, utilizzando appositi sensori e senza la necessità di entrare in campo, per poi costruire mappe di vigore con maggiore flessibilità rispetto al passato quando si utilizzavano principalmente satelliti o aerei. La precision farming si sta diffondendo, ma si tratta ancora di una nicchia.
“Perché trovi applicazione è necessario che i viticoltori, e più in generale gli agricoltori, inizino a percepire la reale convenienza ad adottarla”, è il pensiero di Stefano Poni, direttore del Dipartimento di Scienze delle produzioni vegetali sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza.
Proprio a Piacenza, infatti, si è tenuta la prima di una serie di giornate formative, organizzate da Fiapr, per fornire agli operatori, coloro che pilotano i droni, gli strumenti fondamentali per muoversi sul terreno della geomatica, ovvero la disciplina che integra le nuove tecnologie con i diversi settori relativi al rilevamento e al trattamento dei dati.
Durante l'appuntamento sono stati anche presentati i risultati preliminari dei rilievi condotti dal gruppo di geomatica di Fiapr su vigneti della Val Tidone, a pochi giorni della vendemmia.
La viticoltura di precisione è una branca dell'agricoltura di precisione come spiega Matteo Gatti, ricercatore presso lo stesso dipartimento dell’Ateneo piacentino. Con il telerilevamento, in questo caso realizzato da droni, è possibile descrivere la variabilità vegetativa del vigneto allo scopo di disegnare mappe di vigore che poi serviranno all'agronomo per dare indicazioni al viticoltore su come agire.
Il vigore è un indice che esprime la velocità di accrescimento dei germogli ed è correlato alla fertilità del suolo, generalmente piante più vigorose avranno più superficie fogliare e una chioma più importante. Le viti avranno anche una resa maggiore, grappoli e acini più pesanti mostrando, al tempo stesso, esigenze colturali differenti e un diverso potenziale enologico.
Le mappe dividono il vigneto in zone omogenee in modo che a vigore simile corrisponda simile trattamento. Si potrà quindi variare, per esempio, l'intensità degli apporti azotati o della defogliazione al fine di ottenere il risultato cercato.
I macchinari per dosare correttamente gli input alla coltura sulla base delle mappe sono già a disposizione, ci sono diverse aziende, anche piacentine, che hanno progettato e immesso sul mercato concimatori e defogliatrici a rateo variabile o vendemmiatrici di precisione. Ciò che manca, per ora, è la convinzione nel settore di abbracciare l'agricoltura di precisione.
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