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8° Simposio dell’Institute of Masters of Wine

Iniziato oggi a Firenze l'8° Simposio dell’Institute of Masters of Wine
Una quattro giorni che raduna “i guru mondiali del vino”, operatori e i più autorevoli esperti del settore, per la prima volta in Italia dal 15 al 18 maggio (Firenze, Palazzo dei Congressi), grazie alla partnership con l’Istituto del vino Grandi Marchi 



Marketing globale e nuove frontiere della ricerca vitivinicola, sviluppo sostenibile, grandi sfide della viticoltura mondiale alla luce dei cambiamenti climatici. Ma anche vino e nuovi media, “scienza contro fede” (alias metodi biodinamici vs tecniche di vinificazione avanzate), rinascita delle denominazioni classiche e vitigni autoctoni. Sono questi alcuni dei macrotemi al centro del Simposio “Identità, Innovazione e Immaginazione”, che dopo oltre 30 anni di tappe nel mondo debutta in Italia con 413 delegati, di cui 118 Master of Wine (del prestigioso Istituto londinese in grado di influenzare i canali di sbocco di tutta la filiera), per fare il punto sugli scenari futuri di un comparto che solo nel nostro Paese vale 12 miliardi di euro.

«Una partecipazione record inaspettata - ha detto Piero Antinori, presidente dell’Istituto Grandi Marchi - che conferma l’interesse dell’accademia di Londra nel conoscere meglio la nostra cultura enologica e allo stesso tempo è espressione della volontà degli operatori italiani di affermarsi maggiormente anche come opinion leader del settore».

Si è partito oggi con un focus su vino e comunicazione - tra carta stampata, blog e social media - con il presidente del Worldwide Partnership &  Business Solutions di Google, Daniel Alegre sostenendo che crossmedialità e interazione tra carta stampata e internet sono le chiavi del futuro della comunicazione democratica del vino. Il futuro, secondo Alegre, è caratterizzato da grandi innovazioni: “Come quella del Mit che sta studiando uno schermo digitale che al tocco dà le stesse sensazioni del giornale stampato, la differenza la farà la facilità dei pagamenti on line”.

Internet e carta stampata non sono competitors ma “soci che si complementano”. Tra gli strumenti più innovativi che il web offre, secondo Alegre, ci sono gli hangout che permettono di costruire “una relazione personale tra produttore e consumatore in qualunque parte del mondo, trasformando una transazione commerciale in una relazione duratura, ma anche il cellulare con le sue applicazioni ‘location based’ che permettono di mescolare e di incrociare i dati”. “Strumenti questi che in passato costavano all’azienda centinaia di migliaia di dollari e che oggi - ha proseguito il presidente Alegre - permettono un rapporto uno a molti, sono innovativi e accessibili a chiunque”.

 Domani 16 maggio si prosegue con ambiente e scienza. Nella mattinata il genetista svizzero specializzato in studi sul Dna dell`uva, José Vouillamoz, il presidente e CEO di Domaines de Baron de Rothschild, Christophe Salin, e il climatologo Gregory Jones (Southern Oregon University) indagheranno su come si sta evolvendo la mappa della viticoltura alla luce del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici. 

Tra i relatori della giornata, ci sarà anche il fondatore di Eataly, Oscar Farinetti, che proporrà, in base alla sua esperienza da produttore vinicolo, le strategie più adatte per una crescita commerciale globale e sostenibile. Sempre il 16 maggio, di scena le nuove frontiere della ricerca enologica con le scoperte scientifiche delle più autorevoli istituzioni accademiche del comparto: dall’Australian Wine Research Institute all’Università della California, dal Centro Interdipartimentale per la Ricerca su Viticoltura e Enologia dell’Università di Bologna alla Geisenheim University.

Se queste scoperte possono abbinarsi a tecniche tradizionali o a metodi biodinamici e organici lo dirà la sessione “La scienza contro la fede” del 17 maggio, che vede il contributo del presidente dell’Institute of Masters of Wine, Jean Michel Vallette, e di autorevoli esperti tra cui Paul Pontallier, managing director di Château Margaux. 

Nella kermesse non mancheranno inoltre i focus sull’Italia. Si va dagli approfondimenti sul percorso che ha portato il Belpaese ad essere uno dei leader dell’enologia mondiale - attraverso la rinascita delle denominazioni classiche e la valorizzazione dei vitigni autoctoni - tra i relatori il presidente dell’Istituto Grandi Marchi, Piero Antinori, Gaia Gaja, Alberto Tasca e Maurizio Zanella, al walk around tasting di Jane Hunt Discovering the new Italy.

Tra i contributi, anche quello di Gerard Basset (unico uomo al mondo a essere contemporaneamente Master of Wine, Master Sommelier e Master of Business Administration in Wine), già vincitore del titolo di Miglior Sommelier del Mondo nel 2010. Chiudono l’evento, domenica 18 maggio, la testimonianze di 5 leggende, tra le figure più influenti del mondo del vino (da Bill Harlan, fondatore di Harlan Estate a Stephen Henschke proprietario di Henschke), che condivideranno le loro esperienze personali, per dare uno spunto sul tema "Identità, Innovazione, Immaginazione - Viaggi Ispirazionali". 

Institute of Masters of Wine. Il titolo di Master of Wine è internazionalmente riconosciuto come il più importante nel mondo del vino. Istituito nel 1953, è assegnato a professionisti di tutta la comunità internazionale vinicola, che dimostrino sia conoscenze teoriche che capacità pratiche nell’arte, nella scienza e nel business del vino e che si impegnino per l`eccellenza professionale. La visione dell’Institute è quella della conoscenza e dell’integrità. Attraverso i suoi membri e le sue attività, la comunità internazionale dei 314 Masters of Wine promuove l`eccellenza, l`interazione e l`apprendimento in tutti i settori della comunità globale del vino. In linea con i suoi obiettivi originari, l`Istituto promuove un approccio interdisciplinare alla comprensione del vino al più alto livello. Inoltre, organizza e contribuisce a manifestazioni fieristiche di vino in tutto il mondo. Il suo ricco calendario di eventi prevede anche numerose visite alle principali regioni produttrici, mentre il programma annuale di studio e degustazione dell`Istituto offre una prospettiva indipendente e autorevole sul vino. Ogni quattro anni, il simposio internazionale dell’Institute of Masters of wine riunisce figure di spicco della comunità del vino per affrontare temi di attualità in un forum indipendente.

Istituto del Vino Grandi Marchi. L’Istituto del vino Italiano di Qualità Grandi Marchi  raggruppa imprese rappresentative delle diverse realtà produttive italiane; è costituito da 19 aziende che si identificano nelle cosiddette Famiglie del Vino, i cui nomi costituiscono oggi Marchi-emblema della tradizione vitivinicola italiana; esse rappresentano nel mondo l’identità e la riconoscibilità del vino italiano per qualità e stile. Tutte le aziende sono fortemente radicate nella propria Regione di appartenenza, della quale interpretano le eccellenze produttive, contraddistinte da elevati standard di prodotto e di immagine di marchio, a livello nazionale e internazionale. Nel suo insieme l’Istituto esprime i modelli di condotta imprenditoriale rappresentativi dell’affermazione della vitivinicoltura italiana in termini di rapporto tra vino e cultura, vino e territorio, vino e qualità della vita. Le 19 aziende associate si propongono, attraverso l’Istituto del Vino Italiano di Qualità Grandi Marchi, di dare più forza e incisività all’azione di valorizzazione del vino italiano di qualità sui mercati mondiali, di sviluppare attività di formazione e di educazione, al fine di contribuire a promuovere la cultura del vino nel mondo. Costituiscono l’Istituto: Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Tenuta Greppo, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.

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