lunedì 18 gennaio 2016

Vino&Scienza: dal Friuli Venezia Giulia ecco i primi dieci vitigni resistenti

Biotecnologie sostenibili, dal Friuli Venezia Giulia i primi dieci vitigni resistenti alle malattie costituiti in Italia
Sono stati selezionati dopo centinaia di incroci, decine di migliaia di piante valutate, oltre cinquecento micro-vinificazioni ripetute negli anni. Mipaaf: sono stati registrati nel registro nazionale delle varietà di vite
La caratteristica principale è la loro maggiore resistenza alle malattie, ottenuta grazie a studi e incroci condotti dal 1998 ad oggi. Lo si legge da due note stampa ufficiali diramate dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dal Mipaaf  oggi 18 gennaio 2016 


“Una giornata davvero importante per l'agricoltura, per la ricerca ma anche per l'esercizio virtuoso della nostra specialità regionale”. Così l'assessore regionale alle Risorse agricole e forestali del Friuli Venezia Giulia, Cristiano Shaurli, in occasione della presentazione - alla presenza del delegato del ministro delle Politiche agricole, Salvatore Parlato - delle 10 nuove varietà vite, 5 a bacca rossa e 5 a bacca bianca, resistenti alle malattie iscritte dall'agosto di quest'anno nei registri e quindi disponibili alla coltivazione.

Frutto di oltre quindici anni di lavoro di ricerca dell'ateneo di Udine e dell'Istituto di genomica applicata (IGA), i primi vitigni resistenti alle malattie costituiti in Italia sono stati selezionati dopo centinaia di incroci, decine di migliaia di piante valutate, oltre 500 micro-vinificazioni ripetute negli anni presso l'Unione Italiana Vini di Verona e i Vivai Coopertaivi di Rauscedo. Gli incroci sono stati eseguiti presso l'Azienda Agraria Universitaria "Antonio Servadei" di Udine, dove a oggi si sono valutate oltre 24 mila piante derivanti da incrocio.

“Un esempio positivo - rimarca Shaurli - perché nasce da una forte sinergia tra pubblico e privato, con aziende pronte a co-partecipare e l'istituzione Regione lungimirante nel dare il suo sostegno decennale al progetto. Positivo perché - aggiunge l'assessore - riconosce le eccellenze della nostra regione e che vanno dalla filiera lunga del vino alla leadership mondiale nel vivaismo viticolo, visto che oltre il 40 per cento delle barbatelle da vite mondiali sono prodotte qui, e perché dimostra quanto siano infondati i timori reciproci fra agricoltura e ricerca se si hanno chiare le scelte di politica agricola”. 

“Rimaniamo contrari a colture massificanti in mano solo alle multinazionali - osserva Shaurli - ma ciò non vuol dire non capire che le nuove sfide dell'agricoltura passano anche dalle nuove tecnologie proprio a partire dalla sostenibilità ambientale, dal biologico, alla riduzione di fitofarmaci e consumo d'acqua. Si tratta di un esempio ancor di più positivo perché la nostra piccola regione conferma di essere all'avanguardia sui temi della ricerca e mette a disposizione della comunità internazionale le primi viti resistenti registrate in Italia, a conferma che credere e puntare su formazione, ricerca ed innovazione è una scelta fondamentale per affrontare le sfide del futuro”.

“Oggi inoltre siamo davvero orgogliosi, come ha rimarcato il delegato del ministro Martina, perché questo rappresenta un esercizio pieno della nostra specialità ed autonomia e nello stesso tempo è la dimostrazione di un sistema Regione capace di cercare con le proprie eccellenze anche le risposte per ridare nuova e più forte competitività al nostro settore agricolo e agroalimentare”, ha concluso Shaurli.

“L'Italia si conferma punto di riferimento per la ricerca in campo agroalimentare - commenta il Ministro Maurizio Martina -, ma possiamo fare ancora di più. Gli studi condotti dai centri della Regione Friuli Venezia Giulia dimostrano che abbiamo grandi professionalità, in grado non solo di cogliere le opportunità, ma di anticipare le sfide di mercato. Aver iniziato già nel 1998 un lavoro attento ed efficace su vitigni più resistenti e quindi che contribuiscono alla sostenibilità della nostra agricoltura ne è evidente dimostrazione. Ora siamo pronti a fare un salto di qualità ulteriore, attraverso il nostro piano per lo sviluppo delle biotecnologie sostenibili. Con pratiche come il genome editing e la cisgenesi, infatti, risultati come quelli presentati oggi si potranno ottenere anche in tempi meno lunghi e tutelando la nostra biodiversità con ancora più strumenti. La vite sarà uno dei punti centrali del piano, perché mantenere la leadership in un settore che vale per l'Italia oltre 14 miliardi di euro significa investire con convinzione in ricerca pubblica. Siamo stati protagonisti, insieme alla Francia, del sequenziamento del genoma della vite e ora siamo pronti a sviluppare filoni di studio per ottenere vitigni più resistenti alle malattie, in grado di resistere ai cambiamenti climatici e a salvaguardare il profilo qualitativo delle uve. Sono obiettivi ambiziosi sui quali investiremo a fondo nei prossimi tre anni”.

Ecco i nomi dei 10 vitigni, si tratta di 5 uve a bacca bianca e 5 a bacca rossa: 
  • Fleurtai;
  • Soreli;
  • Sauvignon kretos; 
  • Sauvignon nepis;
  • Sauvignon rytos; 
  • Cabernet eidos; 
  • Cabernet volos;
  • Merlot khorus;
  • Merlot kanthus;
  • Julius.