๐๐ณ๐ฃ๐ด ๐ฃ๐ฆ๐ข๐ต๐ข ๐๐ช๐ฆ๐ณ๐ถ๐ด๐ข๐ญ๐ฆ๐ฎ, il pellegrinaggio in Terra Santa di Francisco Guerrero: un classico inatteso della letteratura di viaggio del Siglo de Oro
Il Viage de Jerusalรฉn di Francisco Guerrero, noto compositore del XVI secolo, รจ un esempio emblematico di diario di pellegrinaggio in Terra Santa. I libri di viaggio nel Siglo de Oro sono un patrimonio di immensa importanza culturale; un genere letterario che ha alimentato l’immaginario spirituale e culturale di migliaia di lettori. In formato tascabile ante litteram, queste vere e proprie guide, erano apprezzate per il loro uso pratico da parte dei pellegrini. L’opera di Guerrero, scritta da un non-letterato, ottenne un enorme successo editoriale, divenendo un punto di riferimento imprescindibile. Ancora oggi la sua influenza si mantiene viva nel panorama della letteratura di viaggio e della tradizione spirituale legata alla Terra Santa.
Il genere dei libri di viaggio verso la Terra Santa, largamente ignorato da molti studiosi dell’etร dell’Oro spagnola, rappresenta un filone letterario di grande successo con numerose edizioni e titoli pubblicati tra il XVI e il XVII secolo. In questo contesto si colloca il pellegrinaggio di Francisco Guerrero, che nel 1582 intraprese un viaggio a Gerusalemme lasciando un vivido e raffinato resoconto scritto nel suo "Viaje de Jerusalรฉn".
Rinomato maestro di musica presso la cattedrale di Siviglia e uno dei piรน grandi polifonisti spagnoli del XVI secolo, Guerrero sorprese i suoi contemporanei, quando all'etร di sessant'anni e all'apice della sua carriera musicale, decise di affrontare un viaggio epocale. Ancora piรน inaspettata fu la pubblicazione del suo resoconto scritto, che ben presto ottenne un successo editoriale straordinario. Quest’opera, ampiamente diffusa, si configura come un testo ibrido che combina prosa confessionale, guida di viaggio, autobiografia, narrazione geografica con uno stile intimo e profondamente devoto che offre un contributo originale e prezioso alla letteratura di viaggio del Siglo de Oro.
Il viaggio di Guerrero si estendeva per millequattrocento leghe da Siviglia a Gerusalemme (andata), e tremila leghe andata e ritorno (passando per Damasco). La sua esperienza culmina il 22 settembre 1588, quando alla vista di Gerusalemme dal Monte degli Ulivi, colmo di gioia, baciรฒ la terra, ripetendo l'inno liturgico latino "Urbs beata Hierusalem".
Ciรฒ che rende il "Viaje" di Guerrero singolare e particolarmente attraente รจ la sua sensibilitร , il verismo e il desiderio di contemplazione. A differenza di altre guide piรน tecniche, Guerrero annota le sue azioni con una prospettiva religiosa, adottando uno stile diretto e fresco. La sua prosa in prima persona conferisce un tono confessionale, quasi testimoniale; una novitร per l'epoca. Descrive con agilitร i luoghi santi, condividendo la sua gioia e devozione, come quando celebrรฒ la Messa nell'Anastasis (il luogo della Resurrezione), emozionandosi nel pronunciare "Surrexit, non est hic, ecce locus, ubi posuerunt eum". In Betlemme, come musicista, desiderรฒ ardentemente avere lรฌ "i migliori musicisti del mondo" per cantare al Bambino Gesรน.
Come accennato, il successo editoriale dell'opera fu enorme: Guerrero vide sei edizioni pubblicate prima della sua morte, con altre quattordici nel XVII secolo e cinque nel XVIII. Questa diffusione era rara per la prosa dei secoli XVI e XVII. Aspetto interessante era il formato scelto dagli stampatori, quello in ottavo (delle dimensioni di una mano) che fu cruciale per la sua popolaritร . Divenne un "libro da tasca" o "da faltriquera", utilizzato sia da chi non poteva viaggiare ma voleva leggere e pregare con la testimonianza di Guerrero, sia come guida pratica per i pellegrini che lo portavano con sรฉ.
Il "Viaje de Jerusalรฉn" divenne un punto di riferimento fondamentale per altri viaggiatori e per le generazioni successive. La sua fama perdurรฒ cosรฌ a lungo che fu pubblicato insieme alla guida piรน tecnica "Theatrum Terrae Sanctae" del sacerdote olandese Christian van Adrichem (Adricomio), formando un prodotto editoriale che offriva sia la testimonianza personale sia riferimenti tecnici e grafici dei luoghi visitabili. Un dato questo che mostra quanto il racconto di Guerrero, fosse percepito come "icona", utile anche per confrontare la Gerusalemme del suo tempo con quella successiva.
La devozione di Guerrero per la Terra Santa fu tale che desiderava tornarci una seconda volta. Le sue ultime parole, secondo il suo amico Francisco Pacheco, furono quelle del Salmo 121: "In domum Domini ibimus" (Andremo alla casa del Signore). La sua lapide nella cattedrale di Siviglia, dove รจ sepolto, ricorda ancora oggi che "visitรฒ la Santa Cittร e Casa Santa di Gerusalemme e Betlemme". Guerrero conquistรฒ Gerusalemme non con le armi, ma con la sua musica, la sua devozione, le sue parole e i suoi passi.
Il "Viaje de Jerusalรฉn" รจ, quindi, un raro esempio di come un'opera profondamente personale e devota, nata dall'esperienza di un musicista, sia riuscita a diventare un best-seller e un pilastro della letteratura di viaggio, risuonando con la fede e l'immaginazione di innumerevoli lettori e pellegrini. Una vera e propria bussola spirituale in un formato tascabile che ha guidato e ispirato intere generazioni a connettersi con la Terra Santa, sia fisicamente sia solo attraverso la meditazione.
Fonte: รlvaro Bustos, Sobre el Viaje de Jerusalรฉn de Francisco Guerrero (1588): algunos aspectos biogrรกficos, bibliogrรกficos y literarios; On Guerrero’s Viaje (1588) to Holy Land: Some Biographical, Bibliographic and Literary Aspects.

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