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Vendemmia 2025: l’Italia anticipa il raccolto tra sole intenso, siccità e una qualità sorprendente per equilibrio e struttura

La vendemmia 2025 in Italia si presenta anticipata a causa del caldo intenso e della siccità, ma sorprende per una qualità delle uve che va da buona a ottima in quasi tutte le regioni. Nonostante le sfide climatiche e l’aumento significativo dei costi di produzione, il settore vitivinicolo conferma la propria resilienza, preannunciando risultati di rilievo. Dal Nord al Sud, i diversi territori raccontano un’annata segnata da adattamento e speranza, testimoniando la passione e la competenza di un comparto fondamentale per l’economia e la cultura del paese.


La vendemmia 2025 in Italia si presenta come un racconto di resistenza e adattamento di fronte a temperature insolitamente elevate e a condizioni meteorologiche sfidanti, tra caldo intenso e siccità prolungata. Un’estate scorsa in fretta ha accelerato la maturazione delle uve, portando ad un anticipo delle raccolte che, però, non ha intaccato la qualità delle produzioni, confermando il ruolo della viticoltura italiana come esempio di eccellenza mondiale.

La prima vendemmia ha preso il via tra i filari di Salemi, in Sicilia, con il Pinot Grigio che ha inaugurato la stagione sotto un sole cocente. La vite, malgrado le difficoltà, ha dimostrato ancora una volta grande vitalità e capacità di resilienza, restituendo grappoli sani e aromatici. La stima prevista da Coldiretti parla di una produzione complessiva di circa 45 milioni di ettolitri, cifra sostanzialmente in linea con gli anni precedenti, grazie anche a un’attenta gestione delle risorse, comprese quelle idriche e fitosanitarie, che si sono fatte più costose ma fondamentali per tutelare la qualità.

Il Primitivo in Puglia emerge come una delle punte di diamante di questa vendemmia, con un incremento produttivo stimato attorno al 20% rispetto al 2024 e un livello qualitativo che promette vini intensi, strutturati e longevi, capaci di raccontare in maniera autentica il territorio. Da Manduria arrivano segnali di un’annata equilibrata e generosa, che si caratterizza per uve sane, ricche di aromi, perfette per la produzione sia di rossi profondi sia di vini bianchi e rosati vivaci e profumati.

Guardando al Nord, il Piemonte si conferma su buoni livelli qualitativi con rese abbondanti tra Asti, Alessandria e Cuneo. L’unica minaccia concreta è l’espansione della Popillia Japonica, un coleottero che desta preoccupazione tra i viticoltori torinesi. In Lombardia, la vendemmia procede con un aumento leggero della produzione, nonostante permangano in alcune aree gli effetti residui della peronospora dello scorso anno, specie nel Pavese. Il Trentino-Alto Adige annuncia un’annata positiva, con incrementi fino al 10% e una qualità elevata, soprattutto per i famosi bianchi aromatici, mentre il Veneto si mantiene stabile con uve di Prosecco pronte a garantire un’ottima qualità sia in quantità sia in aroma.

Friuli Venezia Giulia evidenzia una situazione variabile: le irrigazioni nelle zone più attrezzate permettono di mantenere le rese nella norma, ma le coltivazioni in collina, tra cui Pinot Grigio e Tocai friulano, soffrono lievi cali dovuti al caldo persistente. In Emilia-Romagna, invece, la vendemmia appare regolare senza particolari criticità e produzione nella media. La Toscana conferma la tradizionale eccellenza con condizioni climatiche favorevoli che esaltano il Sangiovese e gli altri vitigni autoctoni, delineando vini di ottima qualità. Anche nelle Marche le rese sono in aumento, specialmente tra Pesaro e Ancona, nonostante la siccità che mette sotto pressione alcune vigne.

Nel Centro-Sud, l’Umbria ha affrontato un’annata complessa tra caldo e qualche focolaio di peronospora, ma la produzione si mantiene su livelli tutto sommato buoni. Nel Lazio la resa è leggermente diminuita a causa del prolungato caldo e siccità, benché la qualità resti buona. Abruzzo è la regione più colpita dalla grandine, in particolare nella provincia di Chieti, ma con produzioni comunque soddisfacenti. Il Molise registra ottime notizie per Trebbiano e Montepulciano con volumi elevati e qualità di rilievo.

La Calabria vive un momento di crescita con aumenti del 10-15% in quasi tutte le province, fatta eccezione per il Crotonese, che ha subito gelate primaverili. La Sicilia, pur sotto la pressione di una siccità marcata, mantiene stabile la produzione intorno ai 3 milioni di ettolitri, con uve di buona qualità. In Sardegna la situazione è più altalenante con produzioni variabili secondo le province, mentre nel Sassarese si registra una particolare preoccupazione per la carenza idrica, soprattutto nella zona della Nurra.

Nonostante le ombre degli ostacoli globali, come i dazi imposti dagli Stati Uniti che complicano l’export e le campagne di disinformazione sul consumo di vino, il settore vitivinicolo italiano non perde entusiasmo. Con un valore economico che supera i 14 miliardi di euro, circa 241.000 imprese coinvolte e oltre 675.000 ettari coltivati a vite, il comparto rimane un pilastro della nostra economia e cultura, con 1,3 milioni di persone impegnate quotidianamente a valorizzare ogni grappolo e ogni bottiglia.

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