La mostra Toulouse-Lautrec. Un viaggio nella Parigi della Belle Époque, ospitata al Museo degli Innocenti di Firenze, ripercorre l’universo visivo e culturale dell’artista francese che seppe trasformare i momenti della vita notturna di Montmartre in icone moderne. Attraverso manifesti, litografie e disegni provenienti dalla Collezione Wolfgang Krohn di Amburgo e dal Musée Toulouse-Lautrec di Albi, l’esposizione restituisce l’impatto innovativo della sua grafica, posta in dialogo con i protagonisti dell’Art Nouveau, da Mucha a Chéret. Costumi, arredi, fotografie e materiali multimediali completano un percorso che non solo rende omaggio a Lautrec, ma restituisce l’immaginario vibrante di un epoca di trasformazioni artistiche e sociali.
Dal 27 settembre 2025 al 22 febbraio 2026 il Museo degli Innocenti di Firenze apre le sue sale a Toulouse-Lautrec. Un viaggio nella Parigi della Belle Époque. La mostra curata da Jürgen Dopplestein con la collaborazione di Gabriele Accornero e prodotta da Arthemisia, con il patrocinio del Comune di Firenze, ricostruisce il clima culturale e sociale della capitale francese tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento.
Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901) è stato testimone e interprete privilegiato di quella stagione. Artista aristocratico e anticonformista, seppe trasformare l’energia notturna di Montmartre fatta di café-concert, ballerine, chansonnier e figure marginali, in un linguaggio visivo capace di unire ironia, immediatezza e raffinatezza grafica. I suoi celebri manifesti litografici non furono soltanto strumenti pubblicitari, ma icone destinate a definire l’immaginario della Belle Époque.
L’esposizione fiorentina, realizzata grazie ai prestiti eccezionali della Collezione Wolfgang Krohn di Amburgo e del Musée Toulouse-Lautrec di Albi, presenta opere emblematiche come Jane Avril (1893), Troupe de Mademoiselle Églantine (1896), Aristide Bruant nel suo cabaret (1893) e la raffinata illustrazione per La Revue blanche (1895). A completare il percorso, disegni, schizzi e grafiche editoriali che mostrano la varietà della sua produzione.
Il racconto visivo si amplia con i protagonisti dell’Art Nouveau: le figure eteree di Alphonse Mucha, i colori brillanti e festosi di Jules Chéret, le atmosfere simboliste di Georges de Feure, le opere di Frédéric-Auguste Cazals e Paul Berthon. Insieme, queste presenze delineano la fisionomia di un’arte che scelse la grafica come veicolo privilegiato di stile e modernità.
La mostra non si limita all’esposizione di opere, in scena anche costumi originali, arredi d’epoca, fotografie e video ricreano l’esperienza multisensoriale della Parigi tra il 1880 e il 1900, tra i primi lampioni elettrici e l’esuberanza dei locali notturni. È anche un’occasione per osservare l’Art Nouveau nella sua dimensione internazionale - dal Liberty italiano al Jugendstil tedesco, dal Modernismo catalano al Tiffany statunitense - in un gioco di rimandi che supera le frontiere nazionali.

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