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"En plein air. Soundscapes of ritual and festivity in Europe and beyond from the Middle Ages to the present". Al via la conferenza internazionale a Siena

Prende il via a Siena il convegno internazionale "En plein air. Soundscapes of ritual and festivity in Europe and beyond from the Middle Ages to the present". In programma dal 24 al 26 settembre 2025, l'incontro esplora i paesaggi sonori legati a rituali e festivitร  in diverse epoche e contesti urbani. Organizzato dall'Universitร  di Siena e dal Centro Studi Opera Omnia Luigi Boccherini, l'evento vede la partecipazione di studiosi internazionali che affrontano temi storici, culturali e sociali, integrando musicologia, antropologia e tecnologie digitali. 


L'Universitร  di Siena ospita dal 24 al 26 settembre 2025 il convegno internazionale "En plein air. Soundscapes of Ritual and Festivity in Europe and beyond from the Middle Ages to the Present", dedicato allo studio dei paesaggi sonori prodotti da rituali e festivitร  dal Medioevo fino ai nostri giorni.  Un ciclo di conferenze che mira a esplorare la percezione del suono negli spazi aperti e le relazioni sociali veicolate dai paesaggi sonori, con particolare attenzione all’intersezione tra ritualitร , musica e simbolismo nella costruzione di identitร  collettive e contesti storici.

Organizzato dal Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali, in collaborazione con il Centro Studi Opera Omnia Luigi Boccherini, il convegno, che conclude i primi due anni di attivitร  di ricerca dell'Arena 3, si presenta con un programma ricco e variegato dal taglio decisamente multidisciplinare che spazia dagli studi sui rituali medievali alle feste popolari sudamericane, dalle geografie sonore europee alle complesse relazioni tra suono, potere e identitร  sociale. L’appuntamento internazionale si aprirร  il 24 settembre con i saluti di Roberto Di Pietra, rettore dell’Universitร  di Siena, Enrico Zanini, direttore del Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali, Massimiliano Sala, presidente del Centro Studi Opera Omnia Luigi Boccherini, e Giulia Giovani, docente dell’ateneo senese.

I Keynote Speakers delle due conferenze di apertura sono Mark Everist (University of Southampton)  con Orchestral Manoeuvres in the Park: «Lieu», «espace» and Discourses of the Liminal from the «Pastourelle» to the Pandemic, in cui intende evocare la musica all'aria aperta, quella rurale, bucolica, pastorale, in contrapposizione con quella piรน intima della cittร , portando al centro della scena musicologica questioni relative ai luoghi della musica, utilizzando le potenti categorie concettuali di «espace» e «lieu» formulate dal gesuita, antropologo, linguista e storico francese, Michel de Certeau. 

Sebbene i contesti urbani interni, come teatri, chiese e studi, siano ben conosciuti, lo studio degli spazi esterni (musique en plein air) รจ ancora poco sviluppato. L’intervento di Everist si propone di indagare i contesti liminali, come la parata militare, il chiosco o la processione rituale, in cui i confini tra interno ed esterno si fanno sfumati e permeabili, caratterizzando lo status liminale. 

Tra il XIX e il XX secolo, ad esempio, gli spettacoli teatrali venivano annunciati e promossi nelle strade tramite manifesti e pubblicitร , trasformando cosรฌ lo spazio pubblico in un luogo di comunicazione e attrazione culturale. Allo stesso modo, le opere di Wagner, celebre per i suoi drammi musicali epici e per il concetto di "opera d’arte totale", furono reinterpretate durante il Terzo Reich nella forma della "Waldoper" (opera nella foresta), collegando la musica a simboli nazionalisti e ideologici e sfruttando la dimensione rituale e simbolica del luogo per rafforzare il messaggio politico. 

Entrambi gli esempi mostrano come suono e musica possano occupare spazi liminali, luoghi di transizione e rappresentazione dove si ridefiniscono identitร  e relazioni sociali. Questi spazi sono indagati anche tramite processioni rituali medievali come la pastourelle, la cultura dell’arpa eolica e le risposte musicali alla pandemia di COVID-19, rivelando il ruolo del suono come elemento simbolico nelle fasi di transizione sociale e culturale. 

Il secondo intervento, a cura di Massimiliano Tabusi (Universitร  per Stranieri di Siena) e intitolato "Geografie sonore sociali", mette in luce l’importanza crescente dello studio del rapporto tra spazi e suoni, un ambito di ricerca che unisce piรน discipline. Nel continuo processo che trasforma gli spazi in luoghi e territori, il suono e la musica assumono un ruolo centrale, veicolando significati culturali all’interno della societร . In molti casi, la territorialitร  si manifesta proprio attraverso la dimensione sonora, in quanto spesso incidono piรน profondamente di quelli visivi. 

Tabusi ritorna all’esperienza della pandemia da Covid-19 che ha dimostrato quanto sia forte l’impatto percettivo dell’ambiente sonoro urbano. Suoni e musiche svolgono un ruolo sociale decisivo, influenzando le divisioni culturali e generazionali; se da un lato rafforzano il senso di comunitร  e riconoscimento, dall'altro possono creare barriere, come nel caso delle curve degli stadi o dell’isolamento dell’ascolto con le cuffie. I conflitti territoriali si manifestano anche come contrasti tra diverse sonoritร . I paesaggi sonori non sono fissi o immutabili, ma derivano dal contesto sociale e lo influenzano a loro volta, evidenziando come questo campo di studio abbia un potenziale sia descrittivo sia attivo e performativo.

Tra gli altri interventi segnalo quello di Catherine A. Bradley che esplora il versetto liturgico Benedรญcamus Dรณmino nel Medioevo, presente piรน volte al giorno nei rituali di chiese e monasteri. Bradley farร  anche un analisi dei manoscritti e della musica medievale per scoprire e ricostruire paesaggi sonori altrimenti perduti. Karen Desmond muove un indagine degli Alleluya polifonici della Gran Bretagna medievale, mostrando come il suono sacro ecclesiastico evocasse un'idea poetica e performativa del regno celeste attraverso movimenti e danze liturgiche. Simon Frisch si focalizza sul ruolo dei mottetti di corte francesi del XVI secolo, nati in risposta a dispute dottrinali, mettendo in luce la funzione rituale e sonora di importante spettacolo pubblico come quello della processione di Francesco I.

Nel contesto delle fiere svizzere tra il 1830 e il 1950, Anna Stoll Knecht analizza l’uso della musica meccanica, in particolare l’adattamento di Wagner nel repertorio delle fiere, che metteva in gioco la tensione tra musica colta e spettacolo popolare. Achille Kienhoz approfondisce il ruolo dell’organo meccanico portatile come strumento di intrattenimento per artisti itineranti, riappropriato in modo creativo come "orchestra macchina". Nicholas Rogers esamina invece la decorazione esuberante degli organi da fiera, che contribuiva a creare un’esperienza multimediale per il pubblico e a definire il paesaggio sonoro festivo come un rifugio dal quotidiano in un mondo industrializzato.

Le tecnologie digitali per la mappatura del paesaggio sonoro sono oggetto degli interventi di Valentina Panzanaro, che utilizza GIS e mappe interattive per ricostruire il paesaggio sonoro urbano dell’Aquila in etร  moderna, di Ilaria Fico, che applica Digital Mapping alla musica liturgica della Terra di Bari tramite mappe di manoscritti, ed Elena Murarotto, che con la web app Echos analizza le testimonianze sonore del viaggio di Amalia Sola Nizzoli in Egitto all’inizio del XIX secolo.

Fra i rituali, Maddalena Menegardi ricostruisce le celebrazioni nuziali aristocratiche a Padova tra musica, danze e ritualitร , Anya Badaldavood analizza il ruolo del suono nelle feste di corte della dinastia Timurid a Herat, dove musica, danza e gastronomia definivano il paesaggio politico-culturale di quello che fu definito il Rinascimento timuride fiorito nel XV secolo sotto i discendenti di Tamerlano e centrato sulle cittร  di Herat e Samarcanda. Fu un periodo di intensa vivacitร  artistica, culturale e scientifica e Herat, in particolare, era considerata un centro di rinascita culturale di pari livello rispetto alla Firenze del Quattrocento italiano. Questo straordinario fermento culturale si diffuse nel mondo islamico e lasciรฒ un’impronta profonda nell’Asia medievale. Infine l'intervento di Ramiro Martรญnez Gutierrez con uno studio sull’acustica delle cappelle all’aperto nel Nuovo Mondo, progettate per amplificare la voce e sostenere l’ordine religioso.

Vorrei sottolineare che il convegno si inserisce in un quadro piรน ampio di eccellenza scientifica del Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell'Universitร  di Siena, confermando la cittร  come un centro di rilievo per gli studi musicologici e culturali di respiro europeo e globale.

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