Passa ai contenuti principali

L'Arneis il "Barolo Bianco"

Langhe Arneis DOC & Roero Arneis DOCG

Le bizze di un grande vino bianco


L'Arneis, l'uva da vino a bacca bianca più nota della provincia di Cuneo, è una varietà autoctona del Roero, chiamata in passato anche Barolo bianco


Il primo nome col quale venne definito fu Renexij, dalla località Renesio di Canale: da qui derivò l'Arnesio, noto all'inizio del '900, ed, infine, l'attuale Arneis.

Se questa può essere l'origine storica del nome, più veritiera appare quella legata alla tradizione ed alla parlata locale.

Un "arneis" è, se riferito a persone, un tipo difficile e bizzoso, ingovernabile e dispettoso. Non è un epiteto offensivo, però, ma affettuosamente critico. E questa è la carta d'identità di questo vino.

I vecchi cloni, infatti, erano poco produttivi, difficili da allevare, selvaggi come la terra che li produce, con una produzione scarsamente remunerativa e quest'uva, più d'ogni altra, ha rischiato seriamente l'estinzione.

Alla fìne degli anni '60 ne rimanevano poche vigne, vinificate quasi esclusivamente per uso familiare. Fu soprattutto merito di due produttori della destra Tanaro, Alfredo Currado di Castiglione Falletto e Bruno Giacosa di Neive, se - dall'inizio degli anni '80 - la varietà fu salvata e, da allora, ha conosciuto notorietà ed apprezzamenti unanimi.

Un tempo, da queste uve, si otteneva un vino secco ma dal gusto quasi dolce, mentre oggi, grazie alle esperienze maturate e alle nuove tecniche di vinificazione, l'Arneis si presenta con profumi floreali delicati e complessi di ginestre e camomilla, arricchiti da aromi di frutta fresca ed un gusto piacevolmente secco. Il suo colore è tenue, giallo paglierino con riflessi verdolini.

L'Arneis è divenuto ormai un vino consumato in grande quantità non solo a tavola, ma anche nelle vinerie e nei bar quale aperitivo ed in tale veste risulta assai apprezzato per il suo gusto fresco e persistente.

Durante i pasti è consigliato con tutti gli antipasti, i piatti a base di pesce, le insalate di funghi, i paté, molti primi e le pizze. E' insuperabile con gli asparagi.

Quanti preferiscono pasteggiare a bianco anziché rosso, trovano poi nell'Arneis un vino versatile e gradevole. Va servito a 8/10 gradi.

Questa è la stagione giusta per abbinarlo agli asparagi e ve ne propongo una semplice ricetta.

Risotto all'Arneis Con Asparagi in Cestino di Parmigiano

Ingredienti:
  • 1 Cucchiaio di Olio D'oliva Extra-vergine
  • 30 G di Burro
  • 10 Fettine di Cipolla
  • 300 G di Riso Carnaroli 
  • 25 Cl di Arneis
  • 50 Cl di Brodo Di Carne
  • Asparagi Lessati
  • Formaggio Grana Grattugiato

Preparazione: 
Preparate anticipatamente i cestini di parmigiano, in questo video potrete vedere come farli in modo molto chiaro e dettagliato:




Dopodichè iniziate a lavare e pulire gli asparagi eliminando la parte finale più dura, quindi tagliateli in modo da dividere i gambi dalle punte. Ora lessate gli asparagi in acqua salata, dopodichè separate i gambi dalle punte. Prendete i gambi e frullateli bene, mentre le punte tenetele da parte.

Rosolare in un tegame, insieme ad un cucchiaio d'olio d'oliva extra-vergine 10 fettine sottilissime di cipolla. Tostare nel soffritto per pochi minuti a fuoco medio (per 4 persone) 300 g di riso Carnaroli fino a farlo imbiondire. Versare 0.25 l di Arneis caldissimo e, appena consumato, unendo 0.5 l di brodo di vitello bollente. Seguitate ad aggiungere brodo quando serve portando quasi a fine cottura, quando mancheranno 2-3 minuti a fine cottura aggiungete i gambi che avete frullato, mescolate bene, aggiungete poi il burro e le punte di asparagi, amalgamate bene il risotto, aggiungere il parmigiano e mescolate di nuovo.
Il risotto agli asparagi è pronto.


Commenti

Post popolari in questo blog

"La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini e la Madonna del parto

Uno dei capolavori più ammirati di Piero della Francesca attraverso gli occhi di un maestro della "settima arte". "Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu sei colei che l'umana natura nobilitasti, sì che il suo fattore, non disdegnò di farsi sua fattura" Nella piccola chiesa di Santa Maria a Momentana, isolata in mezzo al verde delle pendici collinari di Monterchi, Piero della Francesca dipinse in soli sette giorni uno dei suoi più noti e ammirati capolavori che oggi richiama nella Val Tiberina visitatori da tutto il mondo. La datazione esatta dell`opera è incerta, oscillando, a seconda delle teorie, dal 1450 a oltre il 1475. Non sono chiare le motivazioni della committenza né della scelta del soggetto, tema piuttosto frequente nell’iconografia spagnola, ma del tutto insolito in quella italiana. L’affresco rappresenta la Vergine incinta, in piedi al centro di una preziosa tenda ...

Musica Sacra, successo e sviluppo della Messa Parodia Rinascimentale

Nel Rinascimento la Messa Parodia è stata una delle tecniche di composizione più utilizzate. Nota anche come messa imitativa, la messa parodia utilizza come canto fermo, o introduce nella sua musica in maniera più elaborata, un mottetto conosciuto, assumendone anche il nome. Una breve analisi di messa parodia di due dei più famosi compositori rinascimentali: Palestrina e De Victoria in programma nel concerto del Coro Johannes Ockeghem, nell'ambito della Rassegna  Concerti alla Pace. Una delle tecniche di composizione più utilizzate nel XVI secolo è stata la cosiddetta Messa Parodia. Tale scelta compositiva significava, in generale, avvalersi di materiale musicale preesistente per ricostruire un nuovo componimento.  Tutto ciò - oggi - sarebbe definito "plagio", ma all'epoca tale prospettiva estetica e giudizio etico non albergava tra i musicisti, in modo tale che tanta musica diventava materia da rivisitare come, ad esempio, la trascrizione di modelli vocali per strum...

Scienza, sviluppato dispositivo per misurare il metanolo nel vino

Ricercatori svizzeri hanno sviluppato un dispositivo economico che rileva basse concentrazioni di metanolo nel vino. La nuova tecnologia può essere utilizzata sia da i consumatori che dai produttori ed è in grado di rilevare valori di metanolo in soli due minuti. Perdita di coscienza fino al coma, disturbi visivi fino alla cecità, acidosi metabolica. Sono i segni caratteristici dell’intossicazione da alcool metilico o metanolo. In piccolissime percentuali, l’alcool metilico, è un componente naturale del vino ma che se aumentato dolosamente, provoca danni permanenti, portando anche alla morte. E' bene ricordare che più di trent'anni fa e purtroppo proprio in Italia, si verificò il più grave scandalo nel settore del vino. Si tratta del triste episodio del "vino al metanolo" che nel marzo 1986 provocò 23 vittime e lesioni gravissime a decine di persone come la perdita della vista. Al quel particolare vino erano state aggiunte dosi elevatissime di metanolo per alzare fr...