Sky Wine un angolo di Manhattan al centro dell’Agro Pontino
Boom di presenze al Latina Sky
Wine, la rassegna e degustazione vini presso la Torre Pontina.
Un successo annunciato per questa tre giorni del buon gusto
latinense che ha coinvolto, oltre agli operatori di settore e la stampa
specializzata, anche un foltissimo numero di winelovers che hanno avuto il
piacere di degustare delle vere eccellenze del panorama enoico italiano.
L’evento, è stato magistralmente organizzato dall'Associazione
Culturale Best Events.
L'eleganza degli
spazi espositivi hanno ben figurato in quella che vuole essere la location simbolo
dell’Agro Pontino: la Torre Pontina, un
grattacielo di oltre 150 metri con vista mozzafiato in un contesto naturale
unico nel suo genere.
Uno sguardo che
spazia a 360 gradi dai verdi rilievi dei Monti Lepini fino a scorgere con
meraviglia il profilo della maga Circe addormentata del Parco Nazionale del
Circeo scendendo poi per perdersi lontano nel mare e le sue isole.
Al taglio del nastro
che apriva ufficialmente i battenti alla manifestazione erano presenti il
Sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi ed il Sindaco di Carpineto Romano Quirino
Briganti mentre a colorare l’inaugurazione era presente anche un giovane gruppo
di majorette che ha marciato sfilando a ritmo di musica.
Un occasione unica, questa, anche per vedere all’opera i due
giovani chef Andrea Lamella e Luigi Lombardi della Federazione Italia Cuochi che
in una sala in cima alla torre ci hanno deliziato con le loro preparazioni
live, era presente anche il Sommelier e Master Class Elio Mazzocchi che ci ha intrattenuto indicando in modo professionale i vini da abbinare ai piatti proposti.
Dotato del bel bicchiere
serigrafato, gentilmente offertomi all’entrata, inizio così il percorso degustativo lungo il quale ho avuto modo di conoscere proposte interessanti e qualche novità, sono perlopiù piccole aziende
a conduzione familiare che da poco hanno anche abbracciato la via del bio
riducendo in modo sostanziale l’uso della chimica sia in cantina che in vigneto.
Due i produttori di questo prima parte di report allo Sky Wine 2013, il primo assaggio proviene dal sud, questo nostro sud sempre più presente e sull’onda, portabandiera del nuovo rinascimento vitivinicolo
italiano, il vitigno autoctono la fa da padrone e nel bicchiere apprezzo il
Greco dell'Azienda Donna Clara, figlio di una terra incontaminata quale è il Parco
Nazionale del Cilento.
Terrae 15 Greco Campania Igt 2011
Il colore giallo paglierino brillante è un rimando al sole di questa terra, al naso si apre con piacevoli sentori di fiori bianchi ed erbe aromatiche per poi lasciar spazio a quella nota ammandorlata tipica di questo cultivar.
In bocca la dolcezza del frutto si fonde in equilibrio con la freschezza gustativa, una gradevole sensazione minerale che accompagna poi in un persistente finale di grande piacevolezza.
Un vino elegante da assaggiare ad una temperatura di servizio intorno ai 10 gradi abbinato a piatti di mare ma anche in modo più informale ad una buona pizza con bufala campana.
Notarius Cilento Aglianico Dop 2010
Di questa dinamica azienda mi convince anche un Aglianico in
purezza che conserva in sé la tipicità e l'aderenza al territorio.
Il colore nel bicchiere è di un intenso rosso rubino.
Il colore nel bicchiere è di un intenso rosso rubino.
Il bouquet olfattivo spazia tra sentori di sottobosco e piccoli frutti rossi lungo note speziate.
Al gusto è rotondo e di buon corpo, il buon
equilibrio tra tannino e acidità insieme alla nota sapida ne fanno un vino di grande
beva.
Sosta 12 mesi in barriques e 3
mesi in bottiglia.
Temperatura di servizio 16-18°C.
Da abbinare a piatti di carne
strutturati, arrosti e cacciagione.
Dal prossimo anno l’azienda intenderà produrne
anche una versione riserva.
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Foto Fabio Pompili, littleitaly.entertainment@gmail.com |
La seconda segnalazione proviene invece dal Lazio, una regione che ancora fa fatica a mettersi al passo con le realtà nascenti del resto d’Italia di cui noto forse una mancanza di entusiasmo e sana sfrontatezza, cosa fondamentale per chi crede e vuole crescere.
L’entusiasmo per fortuna non manca a questo giovane produttore ed enologo velletrano.
Fresco di studi direttamente dall'Università di Viterbo si è subito messo in gioco insieme alla simpatica mamma proponendo alcune novità anche con cultivar non propriamente di territorio ma che qui sembrano aver trovato un loro habitat naturale.
Nasce così da un uvaggio di Pecorino, Greco e Sauvignon blanc il suo Metabo, nome preso dal mitico re dei Volsci, antichi abitanti di queste terre.
Pressatura soffice con sistema Vaslin, dopo la fermentazione il vino staziona sulle fecce secondarie per tutto l'inverno con frequenti batonnage, il risultato nel bicchiere è un giallo dorato con riflessi verdolini.
Al naso come primo impatto arrivano i delicati aromi di frutta matura, pesca, miele, poi il floreale si fa più evidente, dove emerge netto il fiore di sambuco. In bocca è sapido, ricco di sostanze estrattive date in gran parte dal terreno di origine vulcanica molto ricco in ferro.
In ottimo equilibrio con la freschezza gustativa, lascia un delicato aroma erbaceo tipico del sauvignon blanc in un finale molto persistente.
Abbinamento consigliato su crudi di pesce della costa laziale, ottimo come elegante aperitivo.
Metabo IGT Lazio Bianco 2012
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Foto Fabio Pompili, littleitaly.entertainment@gmail.com |
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