Lo affermano i presidenti delle due Associazioni che stanno concordando azioni comuni per promuovere l'incoming turistico nei territori rurali custodi delle eccellenze “made in Italy”. Presto la firma di un protocollo d'intesa per condividere progetti e azione politica.
“Unire le competenze del Ministero delle Politiche Agricole e del Turismo? È una buona idea”. Lo affermano Floriano Zambon e Enrico Lupi, presidenti, rispettivamente, dell'Associazione Città del Vino e dell'Associazione Città dell'Olio, che si sono incontrati ieri a Roma per programmare una serie di iniziative comuni per dare più forza all'azione delle due associazioni che, complessivamente, riuniscono circa mille Comuni italiani.
“L'idea di aggregare le competenze dell'Agricoltura e del Turismo, che da alcuni giorni circola negli ambienti del neonato governo – affermano entrambi i presidenti – la riteniamo più che positiva, tenuto conto che da anni le due nostre associazioni stanno portando avanti molteplici iniziative a sostegno del turismo rurale ed enogastronomico, oggi divenuti un settore strategico in grado di dare alle aziende agricole nuove opportunità di reddito. Siamo convinti che il nuovo Ministro per le Politiche agricole Gian Mario Centinaio saprà dare il giusto impulso al settore se l'idea di mettere assieme agricoltura e turismo andrà avanti”.
Oltre a condividere questo importante aspetto della futura azione del Governo, Città dell'Olio e Città del Vino stanno per firmare un protocollo d'intesa che dovrà servire sia a sviluppare incoming turistico nelle terre dell'olio e del vino sia per realizzare progetti condivisi a sostegno dei territori rurali. “Le due nostre associazioni – afferma Enrico Lupi, presidente di Città dell'Olio – hanno comuni obiettivi: promuovere i territori rurali valorizzando le loro eccellenze ambientali, gastronomiche, culturali. Molte sono le affinità che abbiamo, compreso il fatto di condividere molti Comuni soci, dove vino e olio rappresentano la loro identità più forte. Credo sia giunto il tempo di condividere anche alcuni dei nostri progetti”.
Dello stesso avviso Floriano Zambon, presidente delle Città del Vino: “Il turismo enogastronomico è un settore che abbraccia tutte le produzioni tipiche di qualità dove vino e olio rappresentano quelle sicuramente più significative. Lo dimostra anche il nostro annuale Rapporto dell'Osservatorio sul turismo del vino che stima in circa 12 milioni di presenze di turisti che viaggiano lungo le strade del vino, dell'olio e dei sapori sparse in tutta Italia, per un giro di quasi 3 miliardi di euro”.
Tra gli obiettivi comuni, quello di riproporre al nuovo parlamento l'approvazione della Legge sul turismo del vino e dell'olio, che è stata presentata nella passata legislatura e che ha trovato parziale accoglimento in un emendamento alla legge di bilancio 2018, che consente alle aziende agricole di far pagare le degustazioni ai turisti. Altro obiettivo comune per Città del Vino e Città dell'Olio, quello di giungere all'approvazione di una legge che riconosca il ruolo delle Città di Identità come luoghi di produzione delle eccellenze gastronomiche e culturali italiane che possano contribuire a rafforzare l’attrattività delle produzioni eno-gastronomiche italiane e della filiera agroalimentare Made in Italy.
“Unire le competenze del Ministero delle Politiche Agricole e del Turismo? È una buona idea”. Lo affermano Floriano Zambon e Enrico Lupi, presidenti, rispettivamente, dell'Associazione Città del Vino e dell'Associazione Città dell'Olio, che si sono incontrati ieri a Roma per programmare una serie di iniziative comuni per dare più forza all'azione delle due associazioni che, complessivamente, riuniscono circa mille Comuni italiani.
“L'idea di aggregare le competenze dell'Agricoltura e del Turismo, che da alcuni giorni circola negli ambienti del neonato governo – affermano entrambi i presidenti – la riteniamo più che positiva, tenuto conto che da anni le due nostre associazioni stanno portando avanti molteplici iniziative a sostegno del turismo rurale ed enogastronomico, oggi divenuti un settore strategico in grado di dare alle aziende agricole nuove opportunità di reddito. Siamo convinti che il nuovo Ministro per le Politiche agricole Gian Mario Centinaio saprà dare il giusto impulso al settore se l'idea di mettere assieme agricoltura e turismo andrà avanti”.
Oltre a condividere questo importante aspetto della futura azione del Governo, Città dell'Olio e Città del Vino stanno per firmare un protocollo d'intesa che dovrà servire sia a sviluppare incoming turistico nelle terre dell'olio e del vino sia per realizzare progetti condivisi a sostegno dei territori rurali. “Le due nostre associazioni – afferma Enrico Lupi, presidente di Città dell'Olio – hanno comuni obiettivi: promuovere i territori rurali valorizzando le loro eccellenze ambientali, gastronomiche, culturali. Molte sono le affinità che abbiamo, compreso il fatto di condividere molti Comuni soci, dove vino e olio rappresentano la loro identità più forte. Credo sia giunto il tempo di condividere anche alcuni dei nostri progetti”.
Dello stesso avviso Floriano Zambon, presidente delle Città del Vino: “Il turismo enogastronomico è un settore che abbraccia tutte le produzioni tipiche di qualità dove vino e olio rappresentano quelle sicuramente più significative. Lo dimostra anche il nostro annuale Rapporto dell'Osservatorio sul turismo del vino che stima in circa 12 milioni di presenze di turisti che viaggiano lungo le strade del vino, dell'olio e dei sapori sparse in tutta Italia, per un giro di quasi 3 miliardi di euro”.
Tra gli obiettivi comuni, quello di riproporre al nuovo parlamento l'approvazione della Legge sul turismo del vino e dell'olio, che è stata presentata nella passata legislatura e che ha trovato parziale accoglimento in un emendamento alla legge di bilancio 2018, che consente alle aziende agricole di far pagare le degustazioni ai turisti. Altro obiettivo comune per Città del Vino e Città dell'Olio, quello di giungere all'approvazione di una legge che riconosca il ruolo delle Città di Identità come luoghi di produzione delle eccellenze gastronomiche e culturali italiane che possano contribuire a rafforzare l’attrattività delle produzioni eno-gastronomiche italiane e della filiera agroalimentare Made in Italy.
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