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Annuario dell’agricoltura italiana

Crea: presentato oggi l’Annuario dell’agricoltura italiana 2014 e anticipato i dati dell’ultimo anno
Più biologico e agriturismi, ripresa per i consumi nel 2015, aumentano import ed export

Il comparto agricolo cresce e si conferma un settore chiave per l’economia nazionale. Nel 2015 la produzione registra infatti un aumento significativo pari al 2,3%. 

L’incremento per le produzioni vegetali è del 4,8%, legato alla ripresa della produzione di vino (+12,0%) e olio (+47,5%) che complessivamente rappresentano il 14% della produzione agricola. Quello della produzione animale è dello 0,1%, trainato soprattutto dall’aumento delle produzioni di ovicaprini (+1,4%) e suini (+1,0%). Le attività secondarie e di supporto all’agricoltura, infine, si confermano in ulteriore crescita, rispettivamente con +1% e +0,6%.

Questi alcuni dati dell’anno che si è appena concluso, resi noti questa mattina a Roma dal CREA insieme alla presentazione dell’Annuario dell’agricoltura italiana 2014.

Nel complesso, dunque, il settore agricolo ha risposto alle difficoltà che avevano caratterizzato il 2014, anno in cui agricoltura, silvicoltura e pesca (ASP) avevano registrato una diminuzione del valore aggiunto a prezzi di base (-1,7% in termini reali), e conseguente diminuzione del peso sul totale dell’economia (2,2% sul totale). La produzione nel 2014 è stata poco al di sotto dei 56,8 miliardi di euro (-5% in valori correnti e -1,5% in termini reali) a causa soprattutto delle avverse condizioni climatiche e del calo dei prezzi dei prodotti venduti. In crescita, invece, il numero delle imprese iscritte presso le Camere di commercio (+0,5%), sebbene nel medio periodo esse abbiano subìto un’importante flessione (-10% fra il 2009 e il 2014).

Nel clima generale di difficoltà ha però tenuto l’industria alimentare, con un incremento della produzione (+0,7%), legato alla componente alimentare, seppur con la flessione (-1,5%) dell’industria delle bevande. Si sono registrate un aumento del valore aggiunto (+2,3% a valori correnti, ma -1% in termini reali) attestandosi su 24,7 miliardi di euro e 452 mila occupati (+0,6%).

Sempre nel 2014, il livello dei consumi generali ha manifestato una ripresa, favorita anche dall’assenza dell’inflazione, con la sostanziale stabilità della spesa per prodotti alimentari e bevande non alcoliche (circa 141 miliardi di euro a valori correnti). Da segnalare i nuovi comportamenti di acquisto, all’interno dei quali i consumatori appaiono sempre più orientati verso scelte oculate, con una riduzione dei consumi di bevande, alcoliche e analcoliche, e una crescita di quelli di frutta e vegetali.

Nello stesso anno sono cresciute le importazioni e le esportazioni, entrambe del 2,9% grazie all’aumento dei volumi, legato all’abbassamento dei prezzi, con ricadute positive anche sulla ragione di scambio (+2,5%). Vino (15%, di cui quello di qualità 9%), prodotti da forno e a base di cacao (9%), frutta fresca (7%), pasta (6%), pomodoro trasformato (5%) sono stati i prodotti maggiormente esportati, mentre cereali e i prodotti zootecnici quelli maggiormente importati. Performance più deboli si sono registrate per i prodotti tipici, con una crescita dell’export (+2,4%) leggermente inferiore rispetto al 2013, e ridimensionamento del peso del Made in Italy sulle esportazioni, che resta comunque pari al 74% del totale.

Per quanto riguarda invece la situazione del mercato fondiario, nel 2014 - per il terzo anno consecutivo – si è registrata una contrazione del prezzo della terra, seppur contenuta soprattutto se valutata in termini reali, legata alla mancanza di liquidità e di disponibilità a investire delle famiglie, che detengono l’88,5% dei terreni agricoli (ISTAT 2015) e le difficoltà di accesso al credito delle imprese agricole.

In crescita il numero degli occupati di 1,6%, grazie all’aumento del 2,4% della componente dipendente, mentre quella indipendente è rimasta sostanzialmente invariata (+0,7%), con l’incremento della componente maschile solo per la parte dipendente (+5,5%) e sostanziale stabilità di quella femminile (+4,4% delle indipendenti e -4,8% delle dipendenti).

Nel 2014 il sostegno pubblico agli agricoltori è stato di 13,6 miliardi di euro – tra trasferimenti (81%) e agevolazioni (circa 18%) – provenienti prevalentemente dall’Ue (oltre 8,2 miliardi di euro, pari al 60,4% del sostegno complessivo e il 74,1% dei trasferimenti).

Il fatturato della bioeconomia nella sua accezione più ampia - che include la branca ASP, la produzione industriale di prodotti agro-alimentari, bevande, tabacco, carta e derivati, industria forestale, biocarbuanti, tessile, plastica e chimica bio-based – è risultato stimabile in Italia in oltre 226 miliardi di euro.

Sul fronte del patrimonio forestale si è registrato un aumento dell’area boscata, che raggiunge i 10.987.805 ettari (il 34% della superficie totale nazionale), con un incremento di circa 600.000 ettari nell’ultimo decennio.

Segnali incoraggianti dalle attività agrituristiche, che per il 2014 hanno confermato la crescita del settore, con un aumento delle strutture del 4%. Lo sviluppo del comparto – comprensivo di fattorie didattiche, attività ricreative, agricoltura sociale e altre attività minori - è testimoniato anche dal peso rivestito sul valore complessivo della produzione agricola, pari al 2,2% nel 2014.

In crescita anche l’agricoltura biologica, con una superficie agricola di circa 1,4 milioni di ettari (+5,4%) e 55.433 operatori biologici (+5,8%), il numero più elevato in Europa.

L’Italia anche per il 2014 si è collocata al primo posto nell’Ue per numero di prodotti Dop e Igp. La classifica dei prodotti di qualità è guidata da ortofrutta e cereali (38%), formaggi (18%), oli extravergine d’oliva (16%) e salumi (14%). Stesso primato per il nostro Paese anche per i vini di qualità, con 405 vini tra Docg e Doc, seguito dalla Francia (357) e dalla Spagna (90) e 118 Igp, seguito dalla Grecia (114) e dalla Francia (75).

«I dati oggi presentati nell’Annuario dell’agricoltura italiana 2014 – ha commentato Andrea Olivero, Vice Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali – evidenziano un settore “resiliente” capace di reagire alla crisi, con risposte innovative e in grado di utilizzare al meglio le nostre eccellenze: i prodotti e il territorio. Ne è testimonianza la stessa ripresa occupazionale frutto anche di politiche di sostegno. Voglio esprimere un sentito ringraziamento al CREA in quanto le analisi e le conoscenze sviluppate ci permettono di supportare al meglio l’azione politica».

«La lettura di insieme, offerta dal volume, – ha spiegato Salvatore Parlato, Commissario straordinario del CREA - ci restituisce un quadro dell’agricoltura italiana con numerosi elementi di tendenza già presenti anche nelle scorse edizioni. Tra questi emergono, chiaramente, l’affermarsi delle attività produttive legate alle risorse rinnovabili, che possono favorire una crescita più sostenibile del nostro sistema economico. La multifunzionalità, inoltre, continua a caratterizzare sempre più la nostra agricoltura, con uno stretto interscambio con la società civile e una crescente offerta di servizi aggiuntivi rivolti alla collettività. Da sottolineare, infine, la strategica sinergia positiva con l’industria alimentare testimoniata dalle buone performance del Made in Italy agroalimentare. Il 2015 è stato l'anno che, anche grazie all'Esposizione Universale, ha segnato la ripresa e una nuova centralità per il settore agricolo nella nostra economia».

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