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Le origini dell’Universo tra scienza e mito, un percorso affascinante tra antiche visioni del cosmo e rivoluzioni scientifiche

Dal 1 al 14 Marzo 2025, la Biblioteca Angelica, custode di un patrimonio culturale inestimabile, ospita la mostra “Le origini dell’Universo tra scienza e mito”, un percorso affascinante tra antiche visioni del cosmo e rivoluzioni scientifiche. L’esposizione, allestita tra gli storici scaffali dell’istituzione romana, invita a scoprire come l’uomo abbia cercato, nel corso dei secoli, di decifrare i misteri dell’universo, intrecciando sapere scientifico, simbolismo e narrazioni mitologiche.  

Fin dalle prime testimonianze scritte, l’umanità ha riversato in immagini e testi il suo tentativo di comprendere l’origine del cosmo, riflettendosi nel microcosmo del corpo umano e nei tre regni della natura. 

La piccola mostra presso la Galleria della Biblioteca Angelica, evidenzia questo dialogo tra macrocosmo e microcosmo, svelando come miti e leggende siano stati proiettati nella volta celeste, trasformando costellazioni in racconti eterni. 

Attraverso mappe stellari, trattati alchemici e illustrazioni simboliche, emerge un affresco di come scienza, filosofia e spiritualità abbiano plasmato la percezione dell’ignoto.  

Cuore dell’esposizione sono i preziosi volumi del fondo antico della Biblioteca Angelica, la più antica biblioteca pubblica di Roma, e insieme alla Ambrosiana di Milano e alla Bodleian Library di Oxford una delle prime in Europa, che vanta oltre 24.000 manoscritti e 100.000 opere a stampa editate tra il XV e il XVIII secolo. Tra queste, spiccano edizioni originali di testi fondamentali che segnarono la rivoluzione astronomica e filosofica dell’Europa moderna. 

I visitatori potranno ammirare opere di Nicolò Copernico, il cui De revolutionibus orbium coelestium scardinò la visione geocentrica, e di Galileo Galilei, padre del metodo sperimentale. Non mancano i contributi di figure come Tycho Brahe, le cui osservazioni precise aprirono la strada a Keplero, e Athanasius Kircher, gesuita poliedrico che unì scienza e esoterismo.  

La mostra non trascura le radici della cosmologia classica, esponendo testi che incarnano la visione aristotelica e tolemaica, dominante fino al Rinascimento. Accanto a questi, risaltano opere di pensatori come Heinrich Khunrath, che fuse alchimia e misticismo, e Luca Pacioli, matematico legato all’armonia delle proporzioni. Completa il percorso l’Iconologia di Cesare Ripa, dove simboli e allegorie rivelano come l’arte abbia interpretato l’universo.  

Questa esposizione non è solo un viaggio nella storia della scienza, ma un invito a riflettere sul rapporto eterno tra razionalità e immaginazione. Come sottolineano i curatori, i volumi della Angelica testimoniano un’epoca in cui i confini tra mito e osservazione erano fluidi, e ogni scoperta era carica di meraviglia.  

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