Al Museo di Roma in Trastevere, fino al 1° giugno 2025 si celebra un simbolo della cultura romana con la mostra L’Albero del Poeta. La Quercia del Tasso al Gianicolo. Attraverso documenti, fotografie, dipinti, incisioni e opere contemporanee, l’esposizione ripercorre la storia secolare della quercia legata al poeta Torquato Tasso, immersa nel cuore verde del Gianicolo, crocevia di arte, spiritualità e letteratura.
L’Albero del Poeta non è solo una mostra, ma un viaggio nella memoria collettiva di Roma, dove un albero secolare diventa metafora di resilienza e creatività. Un invito a riscoprire, tra mappe antiche e visioni contemporanee, come natura e cultura possano intrecciarsi in un racconto senza tempo.
La Quercia del Tasso, protetta dal FAI, è protagonista di un racconto che unisce natura e genio creativo. Secondo la tradizione, il poeta, negli ultimi giorni di vita, trovò rifugio sotto le sue fronde, componendo versi de La Gerusalemme liberata. Accanto all’albero, sorgeva un piccolo teatro all’aperto, l’Anfiteatro Quercia del Tasso, cuore culturale del Seicento, frequentato da figure come San Filippo Neri, che qui condivideva momenti di preghiera con i giovani. Nel tempo, il sito ha attratto personalità come Leopardi, Stendhal e Rossini, diventando meta di pellegrinaggio artistico.
La mostra, curata da Roberta Perfetti e Silvia Telmon, si articola in cinque sezioni con circa 100 opere provenienti da musei civici romani. Ad iniziare dalle mappe del XVIII-XIX secolo che ci svelano l’evoluzione del Gianicolo e di Trastevere, da luogo di quiete a centro culturale. Incisioni come la Topografia di Roma illustrano la fusione tra paesaggio naturale e urbano, riflettendo l’immagine di Roma nell’immaginario europeo.
Protagonisti anche gli iconici acquerelli di Ettore Roesler Franz che insieme a vedute fotografiche immortalano la spiritualità del luogo: Sant’Onofrio e il convento dove Tasso trascorse gli ultimi anni. Le opere di Lucia Hoffmann e Scipione Vannutelli catturano la serenità del prato sotto la chiesa, mentre la quercia emerge come simbolo di resistenza, con la cupola di San Pietro sullo sfondo. Disegni di Achille Vianelli e incisioni di Mary Callcott Graham ritraggono la maestosità della quercia, mentre installazioni moderne come come la quercia di Gianfranco Baruchello e le foto di Joseph Beuys reinterpretano il suo significato, collegando passato e presente.
Capolavori di Giuseppe Vasi, Luigi Rossini e Joseph Anton Koch testimoniano il ruolo dell’incisione nel diffondere l’immagine di Roma. Tecniche come bulino e litografia esaltano il Gianicolo, con vedute che ne esaltano il ruolo di musa ispiratrice. Opere di Antonio Fontanesi e Jacob Philipp Hackert celebrano il dialogo uomo-ambiente, mentre artisti contemporanei come Olivo Barbieri e Daniela Perego esplorano la natura come elemento dinamico, tra radicamento e trasformazione.
La mostra, arricchita da visite guidate e incontri curati dall’Università Sapienza e dall’Associazione Le parole delle scrittrici, sottolinea altresì il legame tra Roma e il suo patrimonio verde. L’iniziativa valorizza anche il ruolo del FAI e dei musei civici, da Palazzo Braschi al Museo Napoleonico, in una sinergia che unisce arte, storia e tutela.
Commenti
Posta un commento