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Enoturismo in crescita: tra nuove sfide e opportunità, cantine turistiche esempio virtuoso dell'enologia italiana. Sostenibilità e paesaggio i punti di forza

È stata presentata al Senato della Repubblica, nella cornice di Palazzo Giustiniani, la prima indagine del CESEO (Centro Studi Enoturistico e Oleoturistico) dell’Università LUMSA e del Movimento Turismo del Vino (MTV), dal titolo “Turismo del vino: tra nuove sfide e opportunità”. L’evento, moderato dal conduttore Massimiliano Ossini, ha riunito istituzioni, accademici e rappresentanti del settore per tracciare un bilancio su un comparto in forte espansione, ma non privo di criticità.  

Dalle degustazioni all’AI, l’enoturismo conferma il suo ruolo di driver del Made in Italy: nel 2024 il fatturato legato all’ospitalità cresce del 24%, trainato da esperienze diversificate. Dati alla mano, le cantine turistiche si affermano come motore del turismo esperienziale italiano. 

L’identikit delle cantine, i canali di comunicazione, l’hospitality e il ruolo dell’intelligenza artificiale: queste le quattro macro categorie analizzate nello studio che pone l'attenzione su alcuni dei temi più centrali per il settore, come l’integrazione di attività complementari all’esperienza in cantina, la nascita di nuove figure professionali e la digitalizzazione. 

Il settore punta su sostenibilità e accoglienza, ma fatica a innovare: solo il 20% utilizza l’intelligenza artificiale e il 21% adotta CRM. Social come Facebook e Instagram dominano la comunicazione, mentre Tik Tok resta marginale (7%). La sfida sarà quella di conciliare tradizione, digitalizzazione e politiche di sostegno per restare competitivi in un mercato globale in crescita (+13% annuo).

Le Cantine diventano sempre più inclusive e diversificate e l’ospitalità si conferma il cuore dell’offerta: il 63% dei produttori accoglie personalmente i visitatori, mentre il 38% delle cantine ha personale specializzato in Wine Hospitality. Le esperienze proposte spaziano dalle degustazioni tradizionali (con l’87% delle aziende che propone prodotti tipici locali) a iniziative innovative come picnic in vigna (33%), cene con il produttore (25%) e corsi di cucina (20%). Non manca l’attenzione alle famiglie: il 38% organizza attività didattiche per bambini, spesso accompagnate da aree gioco e fattorie didattiche.  

Sostenibilità e paesaggio sono i veri punti di forza, in quanto il legame con il territorio si riflette proprio nelle scelte green: come dicevo il 43% delle cantine è certificata BIO e il 38% pratica agricoltura sostenibile, percentuali ben superiori alla media nazionale (19,8%). Il 26% offre stazioni di ricarica per auto elettriche, mentre l’85% è aperto tutto l’anno, con il 68% che accetta visitatori senza prenotazione. La partnership con Agricamper Italia evidenzia, inoltre, l’impegno verso un turismo open air e rispettoso dell’ambiente.  

Importante sottolineare che digitalizzazione e AI, sono le opportunità da cogliere. Nonostante il 97% delle cantine sia attivo su Facebook e il 96% su Instagram, solo il 21% utilizza strumenti di CRM e il 20% sperimenta l’intelligenza artificiale, principalmente per comunicazione e marketing. Come spiegato da Antonello Maruotti, ordinario di Statistica alla LUMSA e curatore della ricerca, l’AI è una leva competitiva per personalizzare l’esperienza e migliorare la sostenibilità operativa. Restano però ostacoli culturali e finanziari, soprattutto per le realtà più tradizionali.  

Alla presentazione di questa prima indagine presso il Senato della Repubblica Dario Stefàno, presidente del CESEO, ha spiegato che questo nuovo Osservatorio, nasce per essere una bussola verso una crescita sostenibile dei territori, sottolineando come l’enoturismo cresca del 13% a livello globale. Violante Gardini Cinelli Colombini, presidente del MTV, ha aggiunto che questo studio è il primo passo per formare professionisti e supportare le cantine con dati affidabili, consolidando il ruolo del Movimento leader nel settore. 

In termini di prospettive future, la strada da percorrere è chiara: servono investimenti in formazione, digitalizzazione e politiche di riduzione dei costi. Con 237 cantine già coinvolte e un Osservatorio permanente, il CESEO si propone come punto di riferimento per un turismo del vino sempre più accessibile, innovativo e capace di valorizzare le eccellenze del Made in Italy.

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