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Palestrina’s Secret Book: un audace dialogo tra Rinascimento e Contemporaneità. La registrazione in prima mondiale sulle onde di Radio Vaticana

In occasione dei cinquecento anni della nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina, Radio Vaticana ha mandato in onda una registrazione in prima mondiale all'interno del programma Lo Scrigno Musicale a cura di Marco Di Battista. Tra libertà creativa e contaminazioni inattese prende vita Palestrina's secret book di Fabrizio De Rossi Re con il soprano Maria Chiara Forte. Sette trasfigurazioni sonore liberamente ispirate ad alcune composizioni del princeps musicae in un racconto oltre i confini del tempo.  

Una serata davvero speciale quella di ieri sera, dedicata alla prima esecuzione assoluta di Palestrina's Secret Book di Fabrizio De Rossi Re. Una registrazione-evento carico di simbolismo storico e spirituale. L'opera commissionata dalla Radio Vaticana in occasione del cinquecentesimo anniversario della nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina è un lavoro unico che reinterpreta con libertà creativa alcune composizioni del celebre polifonista rinascimentale. La registrazione è stata effettuata da Radio Vaticana negli studi della Sala Assunta in Vaticano.

Il progetto, ideato dal poliedrico Fabrizio De Rossi Re - compositore, pianista e virtuoso della melodica - ha offerto una riflessione sonora non convenzionale sul lascito del Princeps Musicae, trasfigurandone l’eredità in sette quadri musicali che sfidano ogni aspettativa filologica, ovvero non un fine per ricostruire il passato, ma un punto di partenza per esplorare quello che resta di universale nella musica di Palestrina. 

L'opera, lungi dal proporsi come un tributo reverenziale, si configura di fatto come un viaggio nella decostruzione in cui De Rossi Re, tra sperimentazione ed improvvisazione, usa Palestrina come mappa concettuale e non come modello da replicare. Il compositore romano rifiutando il ruolo di custode passivo della tradizione, opta per una rielaborazione critica che interroga il passato anziché venerarlo. Un gesto artistico (non storico) che, ieri sera, ha reso Palestrina nostro contemporaneo.

Ad accompagnare De Rossi Re, il soprano Maria Chiara Forte, voce ormai iconica nel repertorio palestriniano, ma qui proiettata in una dimensione sperimentale. La loro complicità artistica ha dato vita a un’alchimia sonora in cui le atmosfere sacre di Palestrina si sono fuse con suggestioni contemporanee, dipanandosi in un percorso nella reinvenzione, dove ogni trasfigurazione diventa una scoperta. 

I brani di Palestrina - dal Kyrie all’Agnus Dei della Missa Ut, re, mi, fa, sol, la, passando per lo Stabat Mater e Tu es Petrus - non sono stati eseguiti, ma evocati, come frammenti di un codice segreto riletto attraverso un prisma contemporaneo. De Rossi Re ha dischiuso il “libro nascosto” del titolo scomponendo la polifonia sacra in cellule melodiche, armoniche e ritmiche, che ha poi ricomposto in un mosaico di stili eterogenei.  

La voce di Maria Chiara Forte, nitida e ieratica nel fraseggio, si è fatta tramite tra epoche: il suo canto, pur radicato nella purezza dello stile rinascimentale, ha abbracciato con agilità improvvisazioni jazz, inflessioni quasi operistiche e persino sospensioni da film noir, in un dialogo serrato con la melodica - strumento umile eppure carico di suggestioni popolari - e il pianoforte, trattato ora come strumento percussivo, ora come tessuto armonico liquido.  

Il magico interplay tra soprano e pianoforte, come ad esempio in Tu es Petrus, vira verso un contrappunto quasi bartokiano, aspro e ipnotico. Così come lo Stabat Mater, ridotto a un lamento essenziale, vede la Forte esplorare registri vocali quasi parlati, in un’eco di teatro musicale contemporaneo, senza minimamente scalfire la solennità del testo liturgico. 

Le “trasfigurazioni” rivelano un lessico musicale sorprendente. I cluster pianistici e i glissandi della melodica costruiscono un’atmosfera sospesa, quasi minimalista. Le progressioni maestose e malinconiche, tipiche di alcune colonne sonore, si intrecciano a ritmiche sincopate, ibridando sacralità e narrazione che, per certi versi, appare quasi cinematografica. Ed infatti quello che ci "appare" ascoltando, sono scene che scorrono, senza soluzione di continuità, ricche di simbolismi, che ci rivelano perentoriamente il significato più profondo di ciò che via via si va narrando.

La genialità del progetto risiede proprio nella capacità di celebrare Palestrina non attraverso la riproduzione, ma la rigenerazione del suo linguaggio. De Rossi Re, con la complicità di una Forte in stato di grazia, ha in qualche modo voluto dimostrare che la polifonia rinascimentale non è un reperto museale, ma un organismo vivo, capace di fecondare generi e poetiche lontane.  

D'altro canto, in un’epoca di revivalismi sterili, Palestrina’s Secret Book osa immaginare un dialogo tra secoli, dove il sacro si fa terreno di esplorazione, non di conservazione. La Radio Vaticana, committente lungimirante, ha così restituito a Palestrina un omaggio non convenzionale ma profondamente rispettoso: quello di chi riconosce nel genio la licenza di trascendere il proprio tempo.  

Insomma, una registrazione che, tra spericolatezze e intuizioni folgoranti, ha scritto una nuova pagina nella ricezione della musica antica: perché la vera tradizione, come insegnava Mahler, non è culto delle ceneri, ma custodia del fuoco.

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