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L’armonia possibile, sviluppo e tutela nel segno del paesaggio: un bene comune tra arte, identità e memoria collettiva

Il 14 marzo si celebra in Italia la Giornata Nazionale del Paesaggio, istituita dal Ministero della Cultura con l’obiettivo di accendere i riflettori sul valore intrinseco del paesaggio, inteso come patrimonio collettivo da conoscere, proteggere e tramandare. Attraverso iniziative diffuse su tutto il territorio, questa ricorrenza invita a riflettere sull’importanza di un uso consapevole del territorio, promuovendo una cultura del paesaggio che unisca tutela ambientale, identità storica e sostenibilità.  

La tutela del paesaggio affonda le radici nella Costituzione italiana. L’articolo 9 sancisce infatti il dovere della Repubblica di tutelare “il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”, riconoscendolo come bene comune da preservare per le generazioni future. A questo principio si affianca il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (d.lgs. n. 42/2004), che definisce il quadro normativo per la salvaguardia di beni culturali e paesaggistici. 

Lo Stato, attraverso il Ministero della Cultura, e le Regioni collaborano come garanti di questa missione, coordinando interventi che vanno dal recupero di aree degradate alla pianificazione territoriale sostenibile. Non si tratta solo di conservare, ma di costruire una visione del futuro in cui sviluppo e bellezza dialoghino, rispettando i “valori culturali” che ogni luogo incarna.  

Secondo il Codice, il paesaggio è “il territorio espressivo di identità”, frutto dell’interazione tra fattori naturali e attività umane. Non è semplice scenario, ma un racconto stratificato, dove geografia, tradizioni e interventi dell’uomo si fondono in un’unica narrazione. A differenza del concetto di “ambiente”, che privilegia gli aspetti ecologici, il paesaggio abbraccia una dimensione più ampia: è storia vissuta, cultura materiale, memoria collettiva. Ogni angolo d’Italia – dalle colline modellate dalla viticoltura ai borghi arroccati – custodisce una parte di questa eredità.   

La legge individua precise categorie di aree e immobili sottoposti a vincolo paesaggistico, come i centri storici, le coste, i parchi naturali o i siti di interesse archeologico. La dichiarazione di “notevole interesse pubblico” avviene attraverso un iter che valuta valori storici, estetici e identitari, coinvolgendo Ministero, Regioni ed enti locali. I piani paesaggistici, redatti in sinergia tra istituzioni, diventano così mappe di riferimento per orientare trasformazioni urbane e rurali, evitando interventi invasivi.  

In questo contesto, le Soprintendenze svolgono un ruolo cruciale: partecipano alla valutazione di progetti edilizi, monitorano l’impatto di grandi opere attraverso la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), e vigilano sul rispetto delle autorizzazioni paesaggistiche. Un lavoro complesso, che mira a bilanciare esigenze di sviluppo e conservazione. 

La Giornata Nazionale del Paesaggio non è solo un momento di celebrazione, ma un invito all’azione. Visite guidate, mostre, laboratori didattici e convegni diventano occasioni per scoprire luoghi meno conosciuti, comprendere le sfide della tutela e riflettere sul ruolo di ciascuno nella salvaguardia del territorio. Perché il paesaggio non è uno sfondo immobile: è un organismo vivente, che chiede cura, rispetto e una visione lungimirante. Proteggerlo significa garantire che continui a ispirare, nutrire e raccontare la nostra storia, oggi e domani.

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