Homo Universalis: rigore e sentimento nell’universo di Dufay. Il concerto di Paul Van Nevel e Huelgas Ensemble nell'ambito di Voices of Passion
Il 25 aprile 2025, la città di Lovanio, in Belgio, ospiterà un evento musicale straordinario dedicato a Guillaume Dufay, uno dei massimi geni della polifonia franco-fiamminga. Diretto dal celebre Paul Van Nevel, lo Huelgas Ensemble proporrà un viaggio attraverso l’universo del compositore, definito "Homo universalis" per la sua capacità di coniugare calcolo matematico e profondità emotiva. Un concerto imperdibile che esplora l’eredità di un artista il cui lavoro ha plasmato il Rinascimento musicale europeo, tra mottetti isoritmici, ballate cortesi e lamenti funebri.
Lovanio e la polifonia sono da tempo legati indissolubilmente. Chi segue la musica antica questo lo sa bene. Guillaume Dufay: Homo universalis non è solo una celebrazione di Dufay, ma una riflessione sull’arte come sintesi di mente e cuore. Solo la maestria di un ensemble come quello diretto da Van Nevel poteva rendere accessibile un repertorio così complesso, mostrando come anche la matematica delle note possa commuovere.
Il concerto si inserisce nell’ambito di Voices of Passion, progetto musicale che ripercorre il mondo sonoro dei primi del Quattrocento. In quell’epoca, la polifonia non era più agli albori e si era evoluta, nel corso del Medioevo, in una trama vocale complessa, quasi matematicamente sofisticata. All’inizio del XV secolo, i compositori si trovarono di fronte a una nuova era in cui tecniche compositive innovative, costruzioni sonore sorprendenti e un senso dell’eufonia avrebbero gradualmente preso il sopravvento.
L’ingegno dei polifonisti franco-fiamminghi era ammirato in tutta Europa. Quando la loro musica polifonica entrò in contatto con le tradizioni compositive francesi, italiane e inglesi, si verificò una fecondazione incrociata reciproca. Una fusione di saperi che rese possibile lo sviluppo stilistico di compositori quali Guillaume Dufay, Gilles Binchois, ma anche artisti del tutto sconosciuti come Johannes de Lymburgia, ricordato per una raccolta nel manoscritto Q.15 compilato tra Padova e Vicenza e oggi conservato presso il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna. Questi artisti di fatto edificarono un ponte fra la tarda Ars Nova e la nuova polifonia degli oltremontani.
Guillaume Dufay fu un cosmopolita del suo tempo: le sue opere, commissionate per incoronazioni, trattati di pace, e celebrazioni sacre, risuonarono dalle cattedrali di Cambrai alle corti italiane. Paul Van Nevel, esperto di musica antica e fondatore dello Huelgas Ensemble, da decenni ne custodisce l’interpretazione filologica. Con strumenti d’epoca e un approccio che unisce rigore scientifico e sensibilità artistica, l'ensemble di sicuro trasformerà un concerto in un dialogo tra passato e presente.
Il concerto si articola in un percorso che alterna complessità matematica e slanci emotivi, riflettendo proprio la dualità del genio di Du Fay. Non poteva che aprire il programma Fulgens iubar, Puerpera Pura, sicuramente il mottetto isoritmico più iconico del compositore fiammingo. Composto per la cattedrale di Cambrai, si caratterizza per la sua struttura affidata ai numeri: le ripetizioni ritmiche e le simmetrie, si fondono con il testo mariano, creando un equilibrio tra devozione e astrazione.
Ecclesie militantis, scritto per l’incoronazione di Papa Eugenio IV, è un capolavoro a 5 voci dove l’isoritmia diventa metafora di ordine cosmico e potere spirituale. Non meno impressionante Magnanime gentes laudes, composto per l’armistizio tra Berna e Friburgo: l'intreccio di voci celebra la pace attraverso un contrappunto di altissima fattura.
Il Lamento per Pandolfo Malatesta, rivela un Dufay narratore di dolore. Le linee vocali, cariche di cromatismi insoliti, trasfigurano il lutto in poesia. In contrasto, Mon chier amy e C’est bien raison (ballate a 3 voci) incarnano invece l’eleganza cortese, con testi d’amore e fedeltà che sfuggono alla dimensione temporale.
Il Missa Ave Regina coelorum, eseguito nel suo Agnus Dei, rappresenta il testamento spirituale di Dufay. Qui, la polifonia raggiunge una maturità rivoluzionaria, anticipando i canoni del Rinascimento. Gaude Virgo, mater Christi e Moribus et genere, invece, uniscono lodi mariane a sperimentazioni armoniche, dimostrando come la fede possa essere veicolo di audacia creativa.
Infine un gioiello nascosto: Les douleurs dont me sens tel somme. Questo rondeau a 4 voci, su testo di Antoine de Cuise, è un esempio di malinconia raffinata. Le dissonanze controllate e il gioco di sospensioni rivelano un Dufay capace di tradurre in musica le sfumature dell’animo.
https://www.alamirefoundation.org/en/outreach/voices-of-passion-2025/
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