Elizabeth Turner: la rivoluzione gentile nel clavicembalo del Settecento. Una esemplare riscoperta del contributo femminile alle arti
Esce per Brilliant Classics il CD Six Lessons for the Harpsichord della compositrice inglese Elizabeth Turner. La raccolta pubblicata nel 1756, rivive grazie alla clavicembalista Costanza Leuzzi. La registrazione è un progetto che non solo restituisce voce a un’opera dimenticata, ma celebra il coraggio silenzioso di un’artista che ha sfidato le convenzioni del suo tempo.
Nello scenario musicale inglese della seconda metà del Settecento, il nome di Elizabeth Turner risplende come un raro esempio di donna compositrice capace di affermarsi in un panorama dominato dagli uomini. La sua raccolta Six Lessons for the Harpsichord, pubblicata nel 1756, anno della sua presumibile scomparsa, riceve finalmente la prima registrazione integrale grazie alla clavicembalista Costanza Leuzzi, in un CD in uscita a marzo 2025 per Brilliant Classics.
Poche sono le tracce biografiche della Turner: cantante acclamata nei teatri londinesi tra il 1740 e il 1756, compositrice e clavicembalista, la sua vita rimane avvolta nel mistero, con una carriera stroncata troppo presto. Eppure, le sue due pubblicazioni – una raccolta di canzoni popolari (1750) e le Six Lessons affiancate da diciannove brani vocali (1756) – rivelano una personalità artistica raffinata. In un’epoca in cui il ruolo delle donne nella musica era confinato all’intrattenimento domestico, Turner incarna una “rivoluzione gentile”, fatta di eleganza e grazia, che trasforma il clavicembalo in uno strumento di emancipazione.
Strutturate come suite in più movimenti (minuetti, gighe, allegri), le Lezioni della compositrice dialogano con la tradizione barocca inglese, da Purcell a Thomas Arne, mescolando influenze francesi, nella delicatezza delle melodie ornate, e italiane, nel ritmo vivace. Destinate a esecutori amatoriali, queste composizioni erano il cuore di momenti conviviali, dove la musica diventava espressione di cultura e piacere condiviso. Eppure, dietro l’apparente semplicità si cela un’inaspettata profondità: la Turner dimostra padronanza nel bilanciare forma e inventiva, trasformando ogni movimento in un microcosmo di emozioni.
A ridare vita a queste pagine è Costanza Leuzzi, clavicembalista e studiosa, allieva di Roberto Loreggian e autrice di una tesi proprio sulla Turner. La sua interpretazione, registrata nel marzo 2024 a Silvelle in provincia di Padova, brilla per sensibilità filologica e passione. Leuzzi suona un clavicembalo francese a doppia tastiera (ispirato a Pascal Taskin, restaurato da Andrea Di Maio), accordato secondo il temperamento Young II (la=415), scelta che esalta i colori settecenteschi dell’opera. Ogni nota è curata con attenzione al fraseggio e agli ornamenti, restituendo la vivacità ritmica e la poesia intimista delle Lessons.
Una breve parentesi è dovuta per spiegare questo sistema di accordatura storica utilizzato per strumenti a tastiera come appunto il clavicembalo. Il temperamento Young II, proposto da Thomas Young (1773–1829), scienziato e musicologo inglese, noto per i suoi studi sull'ottica e sulla teoria musicale, è un sistema "ben temperato", sviluppato nel 1799 (Young's Temperament No. 2), ovvero un accordatura che permette di suonare in tutte le tonalità senza gli aspri intervalli "lupi", o quinte di lupo (l'espressione compare già nel XVI secolo con il teorico musicale Gioseffo Zarlino), tipici dei temperamenti mesotonici precedenti; fenomeni acustici questi che si riscontravano nello specifico tra Rinascimento e Barocco. Questi intervalli prendono il nome dal suono "ringhioso" e dissonante che producono, simile a un ululo, da cui l’associazione con il lupo.
Anche se la Turner compose la raccolta nel 1756, quindi prima del temperamento Young II (1799). Si è ovviato per un compromesso tra il temperamento mesotonico (rigido, tipico del primo '700) e l'equalizzazione moderna, adatta a esplorare più tonalità. E' una scelta interpretativa che Costanza Leuzzi potrebbe aver preferito per evidenziare le sfumature espressive delle Six Lessons, sfruttando proprio i "colori" delle diverse tonalità; probabilmente, un modo per mostrare come alcune scelte tecniche influenzino l’esperienza emotiva della musica, in un ottica volta a bilanciare rigore filologico e fruibilità per l’ascoltatore odierno. Quindi, pur non essendo coevo alla Turner, Young II vuole riflettere l'evoluzione verso sistemi più flessibili, coerente con la transizione dal Barocco al Classicismo.
In sostanza, nel CD di Costanza Leuzzi, l’uso del temperamento Young II (anziché un mesotonico) eliminando di fatto gli intervalli lupi, permette di esplorare tutte le tonalità delle Six Lessons senza intoppi. Questo riflette l’evoluzione del gusto nel tardo Settecento, verso una maggiore libertà armonica, e valorizza la scrittura di Turner, che pur destinata a dilettanti, mostra ambizioni espressive oltre i limiti del mesotonico.
Costanza Leuzzi è inoltre fondatrice di un ensemble proprio dedicato ad Elizabeth Turner; unendo esecuzione e narrazione nei concerti, trasforma ogni esibizione in un viaggio nella storia della compositrice. Il booklet del CD, con testi di Maddalena Bonechi e della stessa Leuzzi (disponibili anche in italiano sul sito Brilliant Classics), arricchisce l’ascolto con approfondimenti storici e riflessioni sull’importanza di riscoprire autrici trascurate.
Questa registrazione non è solo un omaggio a Elizabeth Turner, ma un invito a ripensare il canone musicale. In un’epoca di riscoperta del contributo femminile alle arti, le Six Lessons emergono come testimonianza di un talento che ha sfidato i limiti del suo tempo. Costanza Leuzzi, con rigore e dedizione, ci ricorda che la musica è un patrimonio vivo, capace di parlare attraverso i secoli.
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