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Canzonettas & Cantatas for 2 Voices, Op. 3 di Mazzaferrata. Negli abissi dell'amore Barocco: tra cortigiani e tormenti, la poetica di un artigiano delle passioni

Esce per Brilliant Classics, a cura di Ghirlanda Musicale, Canzonettas & Cantatas for 2 Voices, Op. 3 di Mazzaferrata. Una vera e propria esplorazione negli abissi dell'amore Barocco, queste opere vocali sono basate su poesie profane, per lo più incentrate sull'amore, che esprimono sia una beata felicità che una tormentata frustrazione. Le emozioni del testo sono espresse da Mazzaferrata attraverso modulazioni, cadenze e un originale uso del cromatismo. Splendidamente interpretate dai tre solisti vocali Carlotta Colombo (soprano), Marta Fumagalli (mezzosoprano) e Mauro Borgioni (baritono), l'ensemble strumentale comprende trombone, chitarra e organo/clavicembalo.

Nel panorama musicale del Seicento italiano, dominato da giganti come Monteverdi e Merula, emerge ora una voce dimenticata, come quella di Giovanni Battista Mazzaferrata (c.1640–1681), allievo di Tarquinio Merula e maestro di cappella tra Vercelli e Ferrara. Canzonettas & Cantatas for 2 Voices, Op. 3 (Brilliant Classics), in prima registrazione assoluta, integra sei brani tratti dalla raccolta bolognese del 1668. L’album non è solo un’operazione filologica ma un viaggio negli intrighi sonori di un compositore che fonde la lezione del passato con audaci presagi del futuro.  

Dedicata al conte milanese Angelo Porro, l’Opus 3 alterna canzonette lievi (Libertà in Amor, Che impertinente usanza) a cantate drammatiche (Angosciosi deliri, Tormenti, che volete?), dipingendo l’amore come un labirinto di estasi e sofferenza. Mazzaferrata, come un novello Ovidio in note, scolpisce i testi secolari con madrigalismi audaci e un cromatismo espressivo che anticipa l’empito affettivo di Bach. Non a caso, il basso continuo—eseguito con maestria dall’ensemble strumentale—diventa un “basso movimentato”, quasi un personaggio attivo nel dialogo, tra canoni, strette e scambi tematici che ricordano la seconda prattica monteverdiana.  

Come sottolinea Baldassare Castiglione nel Cortegiano, la vera arte sta nel nasconderla. A tal proposito vi rimando alla lettura di un mio vecchio articolo proprio su questa affascinante tematica. Mazzaferrata incarna questa sprezzatura—ereditata da Caccini e Peri—in arie virtuosistiche che sfiorano il bel canto, con melismi sinuosi e salti d’ottava che mettono alla prova i solisti (il soprano Carlotta Colombo, il mezzosoprano Marta Fumagalli e il baritono Mauro Borgioni). Eppure, tra recitativi secchi e accompagnati, affiorano frammenti quasi “bachiani”, come se il compositore pavese avesse intuito, un secolo prima, il pathos del Barocco maturo.  

La scelta timbrica—trombone, chitarra barocca e organo—crea un contrappunto sorprendente alla tensione vocale. In Rifiuto d’Amor, unica cantata dell’album, Borgioni e Colombo intrecciano un duetto teatrale dove ogni sospiro è un pugnale retorico. Fumagalli, nel registro medio, trasforma Che t’ho fatto o Speranza in un lamento sospeso tra ironia e disperazione. Risaltano Angosciosi deliri (n.2) per il suo cromatismo lancinante, e Tormenti, che volete? (n.4), dove il trombone diventa eco delle ossessioni amorose.

Mazzaferrata non è un epigono, ma un anello mancante. Questo disco—grazie a interpreti che bilanciano rigore storico e passione—ci restituisce un compositore che, dall’ombra di Merula, seppe guardare oltre l’orizzonte del suo tempo. Un’opera essenziale per chi crede che il Barocco non sia solo estasi ornamentale, ma un fuoco che ancora brucia.  

Ghirlanda Musicale è stato fondato a Bergamo nel 1987 ed è composto da circa trenta cantori che studiano e divulgano la polifonia sacra e profana del Rinascimento, la letteratura corale sacra del periodo Barocco e alcuni elementi significativi del repertorio moderno. L'ensemble collabora con diversi gruppi strumentali nell’interpretazione del repertorio corale barocco.

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