Vitivinicoltura, quando la formazione diventa una risposta concreta alle sfide di un mercato globale in continua evoluzione. L'esempio virtuoso del Soave con Casa del Vino Academy
Il Consorzio del Soave punta sull’alta formazione con “Casa del Vino Academy”. Parte a maggio il percorso in cinque moduli dedicato alle aziende associate per sviluppare competenze interne, migliorare la competitività e accrescere il capitale umano.
Il Consorzio del Soave lancia un’iniziativa pionieristica nel campo della formazione professionale: la Casa del Vino Academy, un programma strutturato in cinque moduli che, a partire da maggio 2025, offrirà alle aziende associate strumenti concreti per affrontare le sfide del mercato globale. Questo progetto non solo mira a rafforzare le competenze interne e la competitività delle imprese, ma rappresenta un modello virtuoso che ogni consorzio dovrebbe considerare, in un’epoca in cui l’innovazione e l’aggiornamento continuo sono diventati imperativi strategici.
In un contesto internazionale segnato da rapidi cambiamenti economici, sociali e climatici, la formazione di qualità è un investimento indispensabile per il settore vitivinicolo. La Casa del Vino Academy del Consorzio del Soave incarna questa visione, proponendo un percorso che spazia dall’analisi dei trend globali dei vini bianchi all’enoturismo, dalla comunicazione del gusto al branding, fino alla riflessione sul percepito esterno. Collaborazioni con realtà di eccellenza come l’Associazione Italiana Sommelier (AIS), Wine Meridian e il Centro Studi Assaggiatori garantiscono un approccio multidisciplinare e di alto profilo.
«La competizione globale richiede imprenditori preparati a interpretare le esigenze dei consumatori, soprattutto delle nuove generazioni», sottolinea Cristian Ridolfi, presidente del Consorzio del Soave. L’obiettivo è chiaro: trasformare i produttori in narratori del territorio, capaci di coniugare tradizione e innovazione, valorizzando l’identità unica del Soave.
Vediamo nel dettaglio il programma formativo.
Modulo 1: Dove vanno oggi i grandi vini bianchi del mondo
Il primo modulo si focalizzerà sull’analisi approfondita degli scenari attuali e futuri dei grandi vini bianchi a livello globale. Attraverso una degustazione didattico-comparativa, realizzata in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier (AIS), i produttori avranno l’opportunità di esplorare le tendenze emergenti, i nuovi mercati e le evoluzioni stilistiche che caratterizzano il panorama internazionale e di raffrontarle con la potenza identitaria della garganega e la storicità della denominazione del Soave.
Modulo 2: Enoturismo: come cogliere questa preziosa opportunità
Il secondo modulo sarà dedicato all’enoturismo, un settore in forte espansione che rappresenta una preziosa opportunità di crescita e diversificazione per le aziende vitivinicole. In collaborazione con Wine Meridian, esperti del settore illustreranno le strategie più efficaci per sviluppare un’offerta enoturistica attrattiva e di successo. Dalla creazione di esperienze uniche e memorabili alla gestione dell’ospitalità, dalla promozione online all’integrazione con il territorio, i partecipanti acquisiranno le competenze necessarie per trasformare la propria cantina in una destinazione enoturistica di riferimento, intercettando un flusso di visitatori sempre più interessati a scoprire l’anima del Soave direttamente nei luoghi di produzione.
Modulo 3: Come diventare narratori del gusto
Comunicare il vino in modo efficace e coinvolgente è cruciale per costruire un’identità di marca forte e per conquistare il consumatore. Il terzo modulo, in collaborazione con Luigi Odello di Centro Studi Assaggiatori, si concentrerà sullo sviluppo delle capacità narrative legate al gusto. I produttori apprenderanno le tecniche di degustazione consapevole, l’utilizzo di un linguaggio evocativo e preciso per descrivere le caratteristiche organolettiche dei vini, e le strategie per raccontare la storia del prodotto, del territorio e delle persone che lo producono. Diventare veri e propri “narratori del gusto” permetterà alle aziende di creare un legame emotivo con il pubblico e di valorizzare al meglio l’unicità dei propri vini.
Modulo 4: Dall’identità di brand al mercato
Il quarto modulo affronterà il tema strategico del branding e del posizionamento sul mercato: i partecipanti esploreranno i processi per definire e comunicare un’identità di brand distintiva e coerente. Dall’analisi del proprio DNA aziendale all’individuazione del target di riferimento, dalla creazione di una comunicazione efficace alla definizione di strategie di marketing mirate, il modulo, realizzato in collaborazione con lo Studio Radicare, fornirà gli strumenti per costruire un brand forte e riconoscibile, capace di distinguersi in un mercato sempre più competitivo e di fidelizzare la clientela.
Modulo 5: Pensiero laterale: come ci vedono oggi gli altri
L’ultimo modulo proporrà una riflessione sul percepito delle differenti interpretazioni del Soave attraverso gli occhi di osservatori esterni, esperti nel settore vino. Un focus territoriale, coordinato da Francesco Saverio Russo, e una cena finale con le aziende coinvolte completeranno il modulo, offrendo un’opportunità di confronto e di scambio di prospettive.
Sebbene il progetto del Soave si distingua per completezza e visione sistemica, altri consorzi italiani hanno già intrapreso percorsi formativi per le aziende associate. Tra questi spicca il Consorzio del Brunello di Montalcino, pioniere negli anni ’90 con programmi dedicati alla qualità e alla sostenibilità, seguito dal Consorzio del Prosecco DOC, attivo nella promozione di corsi su enoturismo e marketing digitale.
Tuttavia, il primato storico spetta probabilmente al Consorzio del Chianti Classico, che già negli anni ’80 avviò iniziative formative per modernizzare le tecniche produttive e rafforzare l’immagine del marchio. Questi esempi dimostrano come la formazione sia da tempo riconosciuta come motore di crescita, in grado di tradursi in qualità percepita e competitività internazionale.
Investire nel capitale umano significa migliorare non solo le competenze tecniche, ma anche la capacità delle aziende di innovare e differenziarsi. Programmi come la Casa del Vino Academy generano un effetto moltiplicatore: formare produttori su tematiche come l’enoturismo o la comunicazione del gusto si riflette direttamente sull’esperienza del consumatore, elevando la reputazione dell’intera denominazione.
In un mercato dove il “made in Italy” è sinonimo di eccellenza, iniziative simili diventano un’ancora di salvezza contro l’omologazione. Altri consorzi, dal Barolo al Parmigiano Reggiano (quest’ultimo attivo da decenni nella formazione sulla tracciabilità e sicurezza alimentare), lo hanno compreso, ma è necessario un impegno trasversale.
La Casa del Vino Academy del Soave non è solo un corso: è una dichiarazione d’intenti. In un Paese come l’Italia, dove il patrimonio enogastronomico è una risorsa economica e culturale unica, la formazione deve diventare un pilastro condiviso da tutti i consorzi. Solo così si potrà preservare la tradizione, interpretando al contempo le sfide del futuro.
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