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Fratello Dole Sorella Luna, la natura nell’arte, tra Beato Angelico, Leonardo e Corot

Fino al 15 giugno presso la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia sarà visitabile la grande mostra che celebra la rivoluzione nell’Arte prodotta dal Cantico delle Creature di san Francesco d’Assisi. Prestiti eccezionali dal Louvre, dal Rijksmuseum, dal Mauritshuis, dai Musei Vaticani e dai principali musei pubblici d’Italia, in un percorso di oltre ottanta capolavori tra XIII e XIX secolo.



C’è un canto che da ottocento anni risuona nell’anima dell’arte europea: è il Cantico delle Creature di san Francesco d’Assisi, primo poeta a chiamare la Natura “sorella” e “fratello”, restituendole dignità, intimità, e spiritualità. La mostra Fratello Sole, Sorella Luna. La Natura nell’Arte, tra Beato Angelico, Leonardo e Corot, aperta fino al 15 giugno 2025 alla Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia, in occasione dell’ottavo centenario dell'opera francescana, celebra questa rivoluzione che dal XIII secolo in poi ha trasformato il volto della pittura e della scultura europea.

Con oltre ottanta capolavori, provenienti da musei eccelsi come il Louvre, il Rijksmuseum, il Mauritshuis e i Musei Vaticani, la rassegna – curata da Costantino D’Orazio, Veruska Picchiarelli e Carla Scagliosi – racconta come la relazione fra uomo e creato sia stata il cuore pulsante di un mutamento culturale profondo. Un percorso che dal mistico Medioevo conduce al razionalismo rinascimentale e poi ancora al sublime romantico, mostrando come l'arte abbia saputo riflettere e rifrangere lo sguardo umano sulla natura.

L’esposizione si apre con il Giudizio Universale del Beato Angelico, una visione corale e perfetta, dove l’ordine cosmico rispecchia la fede francescana in un creato come espressione della bontà divina. Poco più in là, la Tebaide di Paolo Uccello – straordinario prestito dalla Galleria dell’Accademia di Firenze – frammenta il paesaggio in una costellazione di grotte e radure, raccontando il deserto come teatro della lotta spirituale. A fare da contrappunto, la Crocifissione di Jan van Eyck svela, con la minuzia del dettaglio botanico, la nascente vocazione scientifica dell’arte fiamminga.

Non è solo un percorso iconografico, ma un’indagine sui modi in cui la natura è stata percepita e codificata. I disegni di Pisanello, provenienti dal Louvre, testimoniano l’inizio dell’osservazione dal vero, mentre i fogli leonardeschi dal Codice Atlantico, in arrivo dalla Biblioteca Ambrosiana, mostrano il salto verso un approccio sperimentale e meccanico: la natura come maestra, ma anche come oggetto di conoscenza e replica.

La sezione dedicata alla cultura umanistica si illumina grazie a volumi come il De Pictura di Alberti e il De Perspectiva pingendi di Piero della Francesca, che fissano le regole per rappresentare lo spazio e la luce, trasformando il paesaggio da sfondo a protagonista. Una trasformazione che giunge a piena maturazione con i paesaggi “classici” di Nicolas Poussin e Claude Lorrain, nei quali l’uomo appare minuscolo, perduto nella grandiosità della natura.

Significativa anche la presenza della Visione di Sant’Eustachio di Annibale Carracci e dell’Assunzione della Maddalena di Lanfranco: qui la natura diventa teatro del miracolo, un luogo dove il divino si manifesta nei colori del cielo e nei riflessi del fogliame. E quando la scienza prende il sopravvento, come nel manoscritto originale del Sidereus Nuncius di Galileo esposto in mostra, l'arte non cessa di meravigliarsi, ma anzi esalta la precisione e il rigore dell’osservazione.

Il percorso si chiude con la grandiosa Cascata delle Marmore di Corot: la forza inarrestabile della natura, che affascina e spaventa al tempo stesso, prelude alla sensibilità romantica, dove il paesaggio diventa specchio dei moti interiori.

Particolarmente suggestiva è la sala immersiva permanente inaugurata in occasione della mostra: grazie alle nuove tecnologie, il visitatore è avvolto dai versi del Cantico di san Francesco, mentre i dettagli delle opere esposte prendono vita in un gioco di rimandi fra parola e immagine, suono e colore. Un’esperienza che vuole ridare voce a quel canto originario che ci ricorda come la Natura non sia solo scenario, ma sorella e compagna di viaggio.

Perugia, cuore verde d’Italia e patria spirituale del francescanesimo, torna così a farsi centro di un dialogo necessario: quello fra arte, ambiente e spiritualità. Un invito, oggi quanto mai urgente, a riscoprire nel creato non un oggetto da sfruttare, ma un interlocutore da ascoltare.

L’esposizione è accompagnata da un catalogo, edito da Moebius (Milano), che si apre con i testi introduttivi del Ministro della Cultura Alessandro Giuli, del Pro-Prefetto Dicastero per l’Evangelizzazione della Santa Sede S.E. Mons. Rino Fisichella, del Direttore Dipartimento per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale del MiC Alfonsina Russo, del Direttore Generale Musei del MiC Massimo Osanna, della Presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, della Sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi.

Seguono i saggi dei curatori dell’esposizione e di numerosi studiosi: La voce strappata, il Cantico di Davide Rondoni; Le fonti del Cantico di frate Sole di Costantino D’Orazio; Natura ed esperienze sociali nell’arte del Medioevo. Riflessioni sull’iconografia del creato di Veruska Picchiarelli; La prospettiva e la centralità dell’individuo nella rappresentazione del mondo di Leonardo Baglioni e Sofia Menconero; Natura “maestra de’ pittori”. Un possibile percorso nell’arte italiana del Quattrocento di Giacomo Alberto Calogero; “Specchio del mondo visibile”: la vocazione scientifica della pittura dei Paesi Bassi di Carla Scagliosi; Dal mondo in una stanza all’ordine della Natura di Lucia Corrain; Francesco d’Assisi e il creato. Risonanze nell’arte di Giuseppe Cassio. In chiusura del prezioso volume il catalogo e le schede delle opere.

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