Nell'ambito di Vinitaly, Paolo De Castro ha illustrato le importanti novità del “Pacchetto Vino”. Si tratta del nuovo Regolamento UE con l'obiettivo di affrontare le sfide del mercato globale e rispondere alle esigenze di un settore, quello vitivinicolo, in forte trasformazione.
Il settore vitivinicolo europeo è pronto ad abbracciare una rivoluzione normativa. Presentato ufficialmente dal Commissario UE all’Agricoltura Christophe Hansen durante il Vinitaly, il nuovo “Pacchetto Vino” promette di affrontare le sfide del mercato globale, dal cambiamento climatico alle tensioni commerciali, passando per l’innovazione di prodotto. A illustrare le implicazioni di queste misure è Paolo De Castro, presidente del Comitato scientifico di Nomisma ed esperto di politiche agroalimentari, che in esclusiva ha approfondito con noi i dettagli del regolamento.
Uno dei nodi più critici per i produttori europei era l’obbligo di tradurre le etichette in tutte le lingue dell’Unione. Una richiesta onerosa, soprattutto per le piccole cantine. Il nuovo regolamento introduce una soluzione digitale: il QR Code, privo di testi, che permetterà di accedere alle informazioni necessarie in modo multilingue. «Una svolta che elimina l’incertezza del passato», commenta De Castro, sottolineando come questa misura semplifichi gli adempimenti burocratici.
Non mancano, però, le ombre. A preoccupare è la “questione irlandese”: dal maggio 2026, Dublino imporrà sui prodotti alcolici etichette con avvertenze simili a quelle dei pacchetti di sigarette (“nuoce gravemente alla salute”). «Un vulnus per il mercato unico», avverte De Castro, «che penalizzerebbe i grandi esportatori come Italia, Francia e Spagna. Il nuovo regolamento offre ora un’occasione per trovare una soluzione condivisa, senza demonizzare il settore».
Con i dazi statunitensi in agguato, la promozione dei vini UE diventa cruciale. Il Pacchetto introduce maggiore flessibilità nell’uso dei fondi, eliminando il vincolo dei tre anni e puntando su mercati emergenti. «Serve diversificare gli sbocchi, soprattutto in Asia e Africa», osserva De Castro.
Centrali saranno i Consorzi di tutela, ora riconosciuti come attori principali per l’enoturismo. «Eviteremo la dispersione di risorse tra troppi enti», spiega l’esperto. «I Consorzi, già pilastri delle Indicazioni Geografiche, coordineranno esperienze turistiche legate al vino, valorizzando i territori».
Il regolamento definisce per la prima volta le norme di produzione e etichettatura per i vini parzialmente o totalmente dealcolati, settore in crescita (+15% nel 2024). «Una chance per entrare in Paesi come quelli arabi, dove l’alcol è vietato», afferma De Castro. Tuttavia, il mercato statunitense resta insostituibile: «Con 2 miliardi di export verso gli USA, non possiamo permetterci di perderlo, soprattutto se Trump alzerà i dazi».
Per sostenere la transizione ecologica, l’UE alza al 80% (dal 40%) il cofinanziamento per interventi climatici, come l’uso di energie rinnovabili o pratiche agroecologiche. «Un segnale forte alle cantine», osserva De Castro.
Novità anche sui diritti di impianto: gli Stati potranno prorogare l’utilizzo dei permessi per nuovi vigneti fino al 2026 e finanziare l’estirpazione di quelli non più redditizi. «Serve adattarsi ai consumi che cambiano: calano i rossi fermi e gli alcolici, crescono i vitigni resistenti al clima», conclude De Castro.
Il “Pacchetto Vino” sembra dunque rispondere alle esigenze di un settore in trasformazione. Tra digitalizzazione, sfide ambientali e nuove opportunità di mercato, l’Europa prova a difendere la sua leadership. Ma la partita più delicata resta quella dei dazi USA e della coesione interna: l’Irlanda, con le sue etichette “anti-alcol”, potrebbe essere solo il primo di molti fronti aperti.
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