Passa ai contenuti principali

Note sul convegno “Siccità, degrado del territorio e desertificazione in Italia e nel mondo”

Tutto esaurito, oggi, al convegno su “Siccità, degrado del territorio e desertificazione in Italia e nel mondo” 

Organizzato da CnrxExpo all’Auditorium di Palazzo Italia, Padiglione Italia Expo Milano2015, insieme a Enea, Ispra, Crea e con il sostegno di Consiglio nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali, Sitael, Consiglio nazionale dei geologi, Finmeccanica e Alce Nero.

L’allarme lanciato dagli studiosi del territorio è alto perché i numeri parlano un linguaggio che non ammette troppe distrazioni: le aree siccitose – ha ricordato Mauro Centritto, coordinatore del convegno insieme a Anna Luise (Ispra), Guido Bonati (Crea), Maurizio Sciortino (Enea) e Vito Uricchio (Cnr-Irsa) - coprono oltre il 41 per cento della superficie terrestre e ospitano circa 2 miliardi di persone. Il 72 per cento delle terre aride interessano i Paesi in via di sviluppo. Neppure l’Italia è al riparo: circa il 21 per cento del nostro territorio è a rischio desertificazione e circa il 41 per cento di questo territorio si trova al Sud. Colpa dei cambiamenti climatici? Non solo, dicono gli scienziati. Responsabilità del fattore antropico, cioè di una cattiva gestione del territorio. Occorre intervenire, prima che sia troppo tardi.

Come? “Il controllo del ciclo dell’acqua nell’ecosistema forestale del Mediterraneo è fattore cruciale nella gestione sostenibile delle foreste e nella prevenzione degli incendi boschivi e del rischio desertificazione legato ai cambiamenti climatici” ha sottolineato Giuseppe Scarascia-Mugnozza, dell’Università della Tuscia. “Le nuove tecnologie spaziali possono dare importante supporto nel monitoraggio della desertificazione e nello sviluppo di pratiche agricole che migliorino lo sfruttamento delle risorse idriche” ha suggerito Nicola Zaccheo, Chief Executive Officer di SITAEL SpA. Più in generale, come ha ricordato Uriel Safriel, Professore emerito di Ecologia e Presidente della Commissione di Scienza e Tecnologia dell’UNCCD-United Nations Convention to Combat Desertification, “la Land Degradation Neutrality – obiettivo delineato a Rio+20 – consiste nello sforzo di ottenere un mondo in cui il consumo e il degrado di suolo sia stato bloccato, puntando al contempo al recupero delle terre degradate, comprese quelle colpite dalla desertificazione, il tutto attraverso l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, la gestione intelligente del patrimonio forestale, la lotta alla desertificazione e alla perdita di biodiversità”.

“L’impegno degli scienziati può ben poco senza una convinta mobilitazione della politica e uno sforzo radicale per contrastare i cambiamenti climatici, attraverso lo sviluppo di tecnologie ecosostenibili – ha affermato Diana Bracco, Commissario Generale di Padiglione Italia, concludendo i lavori -. Personalmente credo che il processo di responsabilizzazione nei confronti del grido d’allarme che viene dal mondo della scienza sia già iniziato. Penso all’ambizioso piano per il clima lanciato recentemente dall’amministrazione Obama, ma penso anche alla crescente attenzione che viene prestata al tema dell’acqua. Una prova in tal senso ci viene proprio dalla nostra Expo.

“Se non si interviene con una grande iniziativa mondiale, la mancanza di cibo e acqua sarà causa non solo di immense tragedie umanitarie, ma di nuove guerre”, scriveva d’altronde il Presidente Romano Prodi nel 2011, candidando Milano e l’Italia come sede dell’Authority Internazionale dell’Acqua. Sarebbe meraviglioso che magari questa Authority trovasse casa proprio qui negli uffici di Palazzo Italia a Milano, la città che ha ospitato una grande Expo sulla sostenibilità, e che pertanto meriterebbe di diventare la capitale mondiale dell’Acqua”.

Commenti

Post popolari in questo blog

"La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini e la Madonna del parto

Uno dei capolavori più ammirati di Piero della Francesca attraverso gli occhi di un maestro della "settima arte" "Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu sei colei che l'umana natura nobilitasti, sì che il suo fattore, non disdegnò di farsi sua fattura" Nella piccola chiesa di Santa Maria a Momentana, isolata in mezzo al verde delle pendici collinari di Monterchi, Piero della Francesca dipinse in soli sette giorni uno dei suoi più noti e ammirati capolavori che oggi richiama nella Val Tiberina visitatori da tutto il mondo. La datazione esatta dell`opera è incerta, oscillando, a seconda delle teorie, dal 1450 a oltre il 1475. Non sono chiare le motivazioni della committenza né della scelta del soggetto, tema piuttosto frequente nell’iconografia spagnola, ma del tutto insolito in quella italiana. L’affresco rappresenta infatti la Vergine incinta, raffigurata in piedi al centro ...

Musica Sacra, successo e sviluppo della Messa Parodia Rinascimentale

Nel Rinascimento la Messa Parodia è stata una delle tecniche di composizione più utilizzate. Nota anche come messa imitativa, la messa parodia utilizza come canto fermo, o introduce nella sua musica in maniera più elaborata, un mottetto conosciuto, assumendone anche il nome. Una breve analisi di messa parodia di due dei più famosi compositori rinascimentali: Palestrina e De Victoria in programma nel concerto del Coro Johannes Ockeghem, nell'ambito della Rassegna  Concerti alla Pace. Una delle tecniche di composizione più utilizzate nel XVI secolo è stata la cosiddetta Messa Parodia. Tale scelta compositiva significava, in generale, avvalersi di materiale musicale preesistente per ricostruire un nuovo componimento.  Tutto ciò - oggi - sarebbe definito "plagio", ma all'epoca tale prospettiva estetica e giudizio etico non albergava tra i musicisti, in modo tale che tanta musica diventava materia da rivisitare come, ad esempio, la trascrizione di modelli vocali per strum...

Vino e sicurezza, rischio asfissia nel processo di fermentazione dell'uva. Morte in Calabria 4 persone a causa di esalazioni tossiche da vasca con mosto. Il punto sulla prevenzione

Quattro persone sono morte in Calabria a causa delle esalazioni emanate da una vasca dove era contenuto mosto d'uva. Una quinta persona è rimasta ferita gravemente ed è stata trasferita in ospedale.  E' appena arrivata in redazione la notizia di un grave incidente avvenuto in Calabria e precisamente nel  comune di Paola (Cosenza) in contrada Carusi. Un fatto grave che fa riflettere sul perché ancora dopo tanta comunicazione relativa alla sicurezza sul lavoro e nello specifico sulle attività lavorative che riguardano l'enologia tutto questo questo possa ancora accadere e che fa tornare indietro nel tempo quando l'attività contadina non aveva gli stessi mezzi di prevenzione che abbiamo oggi grazie alla ricerca in continua evoluzione. Bisogna allora ribadire quali sono i rischi di esposizione a gas e vapori nelle cantine vinicole e su come prevenirli. Il documento sulla sicurezza nelle cantine vinicole riporta indicazioni precise sui rischi correlati all’esposizione a vari...