Lussureggiante, maturo, morbido, rotondo.
Ricorda l'incantevole sensualità che distingue la donna che si ha
nel cuore. Uno di quei vini che fanno vibrare i sensi. Franciacorta Satèn, la femminilità e l'eleganza della seta
Così un noto produttore ne decanta i tratti salienti. Il Satèn è una delle massime espressioni
dell’armonia, del piacere e del gusto del Franciacorta.
Ma quali sono i segreti di produzione e le caratteristiche organolettiche che lo rendono così unico e speciale?
Rielaborati statisticamente e interpretati tutti
i dati raccolti, la Commissione Tecnica del Consorzio ha stabilito e definito
le caratteristiche produttive, chimico/fisiche e organolettiche del
Franciacorta Satèn e la sua Carta d’identità:
Uvaggio: uve Chardonnay (prevalenti) e Pinot bianco fino ad un massimo del 50% (blanc de blanc). Non è consentito l’impiego di uve Pinot nero.
Unicità: rispetto agli altri Franciacorta è caratterizzato da una minore pressione in bottiglia, inferiore a 4,5 atmosfere, che ne determina la peculiare morbidezza gustativa.
Presa di spuma: Per il satèn si possono al massimo aggiungere 20 gr/litro di zucchero all'atto della presa di spuma.
Tempi di
affinamento sui lieviti (dall’imbottigliamento alla sboccatura):
- Franciacorta Satèn: 24 mesi
- Franciacorta Satèn millesimato: 30 mesi
- Franciacorta Satèn riserva: 60 mesi
Il contenuto di zucchero non deve essere
superiore a 15 gr/litro e cioè viene prodotto solo nella tipologia brut.
Le caratteristiche e le peculiarità sensoriali
che identificano e differenziano il Franciacorta Satèn sono il perlage
finissimo e persistente quasi cremoso, il colore giallo paglierino anche
intenso, sfumato ma deciso profumo di frutta matura, accompagnato da delicate
note di fiori bianchi e di frutta secca anche tostata (mandorla e nocciola); al
gusto, una piacevole sapidità e freschezza si armonizzano con un’innata
morbidezza che ricorda le sensazioni delicate della seta. La sua armonia e
morbidezza accompagnata dal gusto secco lo rendono ideale a tutto pasto, ma
eccezionale con le paste al forno, i risotti delicati e piatti a base di pesce
(storione, salmone, trota, coregone, tinca del lago d’Iseo ma anche tutto il
pesce di mare), carni bianche.
La storia:
Tradizionalmente si utilizzava il termine “Crémant”, che stava
a indicare un Franciacorta elaborato in modo da sviluppare meno anidride
carbonica e pertanto con una spuma più delicata del Franciacorta tradizionale.
Il regolamento Cee 2045/89 del Consiglio europeo del 14/06/1989 introdusse
nuove norme di utilizzazione della definizione “Crémant” che venne riservata esclusivamente ai vini francesi.
Per tal motivo nel 1990, grazie alla collaborazione e
all’intuito di alcuni esperti della comunicazione, fu dato a questo particolare
Franciacorta il nome "Satèn". L’individuazione del termine è stata il frutto di una ricerca guidata attraverso
un preciso percorso e un obiettivo: trovare un nome che, rispondendo a
requisiti di musicalità e fonetica, designasse in modo sintetico la semplicità
e il ricordo sensibile e puro della parola “seta”
(come morbidezza e consistenza di tessuti) e della parola “satinato" (come immagine riflessa nel colore).
Nel biennio 1994/1995 contemporaneamente allo studio di
zonazione viticola e enologica della Franciacorta, un panel sensoriale allenato
di enologi e produttori della zona, effettuò 184 degustazioni di quel
particolare vino per definire e codificare il metodo speciale di elaborazione,
la migliore tipologia e le caratteristiche chimico fisiche e organolettiche del
Franciacorta Satèn.
Nel 1995, il Consorzio Franciacorta registrò il marchio “Satèn” per individuare quella
particolare tipologia di Franciacorta, riservandola solo ai produttori
associati al Consorzio di tutela che ne hanno piena disponibilità purché si
attengano alle rigide norme di produzione. Il nome poteva essere usato dai soli
produttori associati al Consorzio. Col Disciplinare pubblicato in G.U. il 7
luglio 2008 il Franciacorta “Satèn”
diventa a tutti gli effetti una nuova tipologia che può essere prodotta da
tutti i fruitori della Denominazione, associati e non al Consorzio.
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