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Vino&Vigna: Il Sovescio

Sovescio, antica tecnica agricola che ritorna in uso nel vigneto

Il sovescio è una pratica agronomica molto diffusa tra i viticoltori che adottano l'agricoltua biologica e biodinamica, in quanto influenza positivamente la fertilità del terreno, con l'incremento dell'attività microbica, l'arricchimento di sostanza organica e di azoto. 

La tecnica del sovescio consiste nella semina di una coltura erbacea di breve durata (erbaio) allo scopo non di raccoglierne il prodotto, ma di interrarne la massa verde per fertilizzare la coltura successiva o il frutteto dove é stato seminata.

L’interramento di erbai invernali di leguminose, es. favetta, si possono fornire al terreno apporti di azoto. Ma il sovescio, detto anche concime verde, può essere fatto anche seminando graminacee, crucifere ed altre specie erbacee.

I più importanti benefici per la fertilità generale del suolo sono:

1 - le radici di un erbaio, con il loro notevole sviluppo, "lavorano" lo strato di terreno esplorato (che varia a seconda della specie), ne aumentano la porosità e migliorano la capacità di ritenzione idrica. 
Contemporaneamente gli essudati radicali ed i microrganismi, che si sono associati, esercitano un’azione positiva sulla struttura dell’humus, rendendolo stabilmente grumoso. Il miglioramento delle proprietà fisiche di quel tipo di terreno é tale che, normalmente, la semina della coltura successiva non richiede lavorazioni profonde. 

2 - il sovescio può essere seminato in periodi in cui il terreno verrebbe tenuto nudo (es. fra la raccolta del grano e la semina del girasole): in questo modo effettua un’efficace protezione dall’erosione, da un’eccessiva mineralizzazione dell’humus e dallo sviluppo di erbe infestanti. Inoltre la pianta utilizza per il suo sviluppo i residui di fertilizzanti naturali che non sono stati consumati dalla coltura precedente e che sono quindi ancora disponibili nel terreno.
Di qui l’importantissimo ruolo che i sovesci possono giocare nel ridurre la lisciviazione degli elementi solubili (azoto, potassio, calcio e magnesio) ad opera delle piogge autunnali. In questo modo si può rendere più efficiente l’uso dei fertilizzanti naturali (con notevoli risparmi economici). 

3 - le radici assorbono i macro e microelementi presenti nel terreno anche a livelli profondi e li mettono a disposizione delle colture successive in forme facilmente assimilabili; inoltre, nel caso in cui si utilizzino le leguminose, che fissano l’azoto atmosferico nei tubercoli radicali, si ha anche un "concimazione" azotata disponibile per le colture successive.

4 - l’apporto di sostanza organica facilmente fermentescibile in seguito all’interramento di piante verdi stimola la crescita e l’attività dei microrganismi del suolo; si ha così una più veloce decomposizione dei residui di colture precedenti e una minore incidenza di malattie da patogeni del terreno come, ad esempio, il mal del piede dei cereali. 

5 - il sovescio può essere di aiuto nella lotta ai parassiti delle rotazioni; un esempio e’ la coltivazione di erbai di crucifere resistenti ai nematodi radicali, come alcune varietà di rafano, prima della semina della barbabietola da zucchero. 





Rielaborato da: Guet G. (1997) - Agricoltura biologica mediterranea. Edagricole, Bologna, 1997

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