WINE2WINE, LA SOCIAL ANALYSIS IN CINQUE ANNI DA QUANTITATIVA A PREDITTIVA
NEL 2020, 50 MILIARDI DI BIG DATA, SOLO NEGLI USA 1 MILIONE DI POSTI DI LAVORO IN PIÙ PER ANALIZZARLI
«Nel 2011 l’analisi del mondo 2.0 era al 100%
riferita ad aspetti quantitativi, numero fan e follower. Tre anni dopo, la
percentuale scende sotto il 50%, lasciando spazio alla qualità del target,
sentiment, strategia e una minima percentuale di predittività. Un dato,
quest’ultimo, che fra due anni sarà invece determinante per il 20%, mentre la
quantitativa scenderà sotto il 10 per cento».
È la fotografia
che Paolo Errico, ad di SocialMeter
by Maxfone (azienda italiana leader nell’analisi del mondo social grazie ad un
algoritmo esclusivo nato dalla collaborazione con tre università e che coinvolge
più di cento ricercatori) ha scattato nel corso del seminario “Wine blog: utili o inutili?”,
presentato oggi a wine2wine, il primo forum di Veronafiere-Vinitaly dedicato al
business del settore vitivinicolo
«Secondo la multinazionale Cisco nel 2020
– ha ricordato Errico – nel mondo ci
saranno 50 miliardi di device online (oggetti collegati alle rete, ndr) generatori di Big Data che, solo negli
USA, produrranno 1 milione di nuovi posti di lavoro per analizzarne i
contenuti».
Ma qual è il
rapporto delle cantine italiane con i blog e più in generale con i social
network?
L’attenzione si
sposta dall’essere presenti - ormai
il 94% delle cantine dispone almeno di un sito internet collegato a uno o più
social - alla content strategy, al
dialogo diretto con gli utenti e allo studio dell’immagine grafica, come hanno
evidenziato nei loro interventi Giovanna Lazzari della Casa Vinicola Zonin,
Matteo Bisol di Venissa (Bisol), Stefania Paglino di Planeta, Lene Bucelli di
Avignonesi e Alessandro Cortes di Argiolas.
A dimostrazione che il settore del vino è entrato in una fase più
matura e consapevole dell’utilizzo degli strumenti social e della comunicazione
virale.
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