Passa ai contenuti principali

VINO: SUMMIT INTERNAZIONALE DELLE ASSOCIAZIONI DEI PAESI PRODUTTORI

SI É APERTO NEL PADIGLIONE DEL VINO ITALIANO, RADICE DI QUELLO EUROPEO, IL SUMMIT INTERNAZIONALE DELLE ASSOCIAZIONI DEI PAESI PRODUTTORI AL CONVEGNO DELL'UNIONE ITALIANA VINI
Ieri a Expo 2015 l’incontro promosso da UIV

Una strategia comune per il vino made in Europe e grande apprezzamento per la prima rappresentazione ad esso dedicato nella storia dell’Esposizione Universale attraverso il padiglione VINO A Taste of Italy, fortemente voluto dal Mipaaf e da Veronafiere-Vinitaly.

«Abbiamo voluto aprire i lavori di questa importante giornata qui al Padiglione del vino italiano per condividere con i colleghi produttori europei l'intensa esperienza che offre, anche per ritrovare nella radice comune del nostro vino un'ulteriore spinta verso una strategia commerciale unitaria». Con queste parole Domenico Zonin,Presidente dell’Unione Italiana Vini, ha aperto questa mattina i lavori della Tavola Rotonda, proseguita nel pomeriggio, dal titolo: ‘Europa del vino e commercio globale: esperienze e prospettive’ organizzata ad Expo da Unione Italiana Vini con l'obiettivo di fornire una panoramica complessiva sullo status e sulle prospettive del comparto vitivinicolo europeo, dialogando con i più autorevoli esponenti delle associazione europee dei produttori vitivinicoli e con le Istituzioni italiane preposte, in un momento di confronto al vertice.

Presenti tra i relatori importanti produttori, rappresentanti del governo italiano e della Ue e il Direttore Generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani.

E proprio Veronafiere-Vinitaly con il Padiglione dell’esperienza vitivinicola italiana, il primo nella storia dell’Esposizione Universale, ha dato il via agli incontri questa mattina con la visita al padiglione VINO A Taste of ITALY e il pranzo di lavoro dei rappresentanti di UIV e delle associazioni di produttori di vino europei.

«L’incontro di oggi è un’occasione speciale – ha evidenziato il Direttore Generale, Giovanni Mantovani –, sia per il luogo in cui si svolge, sia peri positivi commenti registrati da tutti i partecipanti che ci gratificanodel grande lavoro svolto e degli ingenti investimenti effettuati come fiera per realizzare il primo padiglione dedicato al vino che sia mai stato fatto in una Expo dalla sua prima edizione.Un’occasione che ci permette anche nell’ottica del 50° Vinitaly, in programma dal 10 al 13 aprile del prossimo anno, di ampliare la collaborazione con l’UIV e con tutte le associazioni azioni europee dei produttori di vino, in una logica di incoming».

Proprio da alcuni dei partecipanti al summit sono arrivati commenti appropriati e apprezzamenti al Padiglione VINO A Taste of Italy, fortemente voluto dal Mipaaf e da Veronafiere-Vinitaly.

«Il padiglione è molto divertente ed offre un’esperienza estremamente ben costruita, trasmettendo emozioni ed ottime spiegazioni – ha evidenziato Jean Marie Barillère, Direttore attività Moët & Chandon Champagne. In particolare, il piano terra è legato fortemente alla storia e al mondo del vino che abbiamo avuto in Italia durante il periodo romano e latino, e quindi riguarda tutta l’origine del vino che ha caratterizzato l’intera civilizzazione romana e cattolica».

«Un’esperienza eccellente – ha commentato George Sandeman, membro del CdA di Sogrape Vinhos –.Conosco l’evoluzione del vino italiano e ritengo che sia stato trovato un equilibrio perfetto nella rappresentazione della sua storia e innovazione. Mi ha particolarmente colpito l’area tasting, perché offre una completa rappresentazione della produzione italiana».

Diego Talavera, Direttore vendite di Murviedro (Schenk Group), si è detto «favorevolmente colpito dall’approccio con cui è stato pensato il padiglione, perché è molto aperto, non ha barriere e permette così di accedere e apprezzare l’estrema varietà della produzione. Presenta in modo moderno le origini, la storia e ciò che ne è derivato. Parla in modo chiaro del vino al consumatore finale, anche grazie alla guida dei sommelier con cui è possibile instaurare una importante interazione».

Commenti

Post popolari in questo blog

"La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini e la Madonna del parto

Uno dei capolavori più ammirati di Piero della Francesca attraverso gli occhi di un maestro della "settima arte" "Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu sei colei che l'umana natura nobilitasti, sì che il suo fattore, non disdegnò di farsi sua fattura" Nella piccola chiesa di Santa Maria a Momentana, isolata in mezzo al verde delle pendici collinari di Monterchi, Piero della Francesca dipinse in soli sette giorni uno dei suoi più noti e ammirati capolavori che oggi richiama nella Val Tiberina visitatori da tutto il mondo. La datazione esatta dell`opera è incerta, oscillando, a seconda delle teorie, dal 1450 a oltre il 1475. Non sono chiare le motivazioni della committenza né della scelta del soggetto, tema piuttosto frequente nell’iconografia spagnola, ma del tutto insolito in quella italiana. L’affresco rappresenta infatti la Vergine incinta, raffigurata in piedi al centro ...

È del poeta il fin la meraviglia, Gianbattista Marino: l'Adone manifesto poetico del barocco italiano

Gianbattista Marino è una delle figure più emblematiche della letteratura barocca italiana, e il suo poema L'Adone è considerato un vero e proprio "manifesto poetico del Barocco", non solo in Italia ma in tutta Europa. Ecco un'analisi del suo ruolo e delle caratteristiche che lo rendono un'opera fondamentale per il periodo. Marino fu un poeta innovativo, tra i massimi esponenti della poesia barocca, noto per il suo stile elaborato, ricco di metafore, giochi di parole e virtuosismi linguistici. La sua poetica si distacca dalla tradizione classica e rinascimentale, abbracciando invece i principi del Barocco: l'arte come meraviglia, l'ostentazione della tecnica e la ricerca del sorprendente. Marino visse in un'epoca di grandi cambiamenti culturali e sociali, e la sua opera riflette questa complessità. L'Adone è un poema epico-mitologico in 20 canti, composto da oltre 40.000 versi. Narra la storia d'amore tra Venere e Adone, tratta dalla mitologia ...

Musica Sacra, successo e sviluppo della Messa Parodia Rinascimentale

Nel Rinascimento la Messa Parodia è stata una delle tecniche di composizione più utilizzate. Nota anche come messa imitativa, la messa parodia utilizza come canto fermo, o introduce nella sua musica in maniera più elaborata, un mottetto conosciuto, assumendone anche il nome. Una breve analisi di messa parodia di due dei più famosi compositori rinascimentali: Palestrina e De Victoria in programma nel concerto del Coro Johannes Ockeghem, nell'ambito della Rassegna  Concerti alla Pace. Una delle tecniche di composizione più utilizzate nel XVI secolo è stata la cosiddetta Messa Parodia. Tale scelta compositiva significava, in generale, avvalersi di materiale musicale preesistente per ricostruire un nuovo componimento.  Tutto ciò - oggi - sarebbe definito "plagio", ma all'epoca tale prospettiva estetica e giudizio etico non albergava tra i musicisti, in modo tale che tanta musica diventava materia da rivisitare come, ad esempio, la trascrizione di modelli vocali per strum...