KOKOCINSKI. La Vita e la Maschera: da Pulcinella al Clown
La rassegna riflette insieme “la storia di un uomo tormentato, che ha sperimentato su di sé l'esilio, la persecuzione politica e la cattiveria del mondo” e la storia “dell'artista che la trasforma in arte con quadri, sculture e installazioni in cui la maschera, il clown e Pulcinella diventano protagonisti.
Opere che, dice il Presidente della Fondazione Roma Museo, “si propongono come spettacolo della fragilità umana. Figure inquiete e sofferenti ma piene di speranza, sempre in lotta per difendere il vero senso dell'esistenza” "Sono cresciuto alla dura accademia della vita", spiega Kokocinski, ma "vivo un bellissimo destino".
Come ebbe a dire Claudio Strinati nel 2008, l’impatto dell’arte di Kokocinski è effettivamente sconvolgente, e forte è in lui l’argomento del destino che l’autore stesso sente come tragico e felice insieme. Le figure create emergono come apparizioni soprannaturali e che sembrano bruciare di una fiamma interna, angeli e demoni, in una fusione di tormento ed estasi. O come scrisse Carlo Chenis, la sua spiritualità è pulsante nelle tensioni plastiche e nell’impatto poetico, così da generare un’arte che esce dallo scenario dell’istallazione per avvolgere lo sguardo dello spettatore.
La sua pittura, ci avvolge infatti con un realismo visionario e accattivante, essa assomma il mondo fantastico russo, la passione e il realismo sudamericano e il fascino luministico secentesco italiano. Forse proprio da questo caleidoscopio di culture e di vocazioni etico-sentimentali è nata la prospettiva fantastica, insieme allucinata e sapiente, la pittura tutta fuga e tutta compendiata energia che ormai da tempo la critica ammira senza riserve; ma che piace, per la misteriosa tensione che sorprende e coinvolge, anche ai non addetti ai lavori.
Da poco è tornato a lavorare in teatro. Ha ideato e realizzato assieme all’attrice Lina Sastri lo spettacolo “Cuore mio”, dove la sua pittura si è fusa con la drammaticità e la musicalità napoletana.
L’esposizione, articolata in sei sezioni – L’Arena; Pulcinella; Petruska; Sogno; Il Clown; Maschera Interiore –, contempla un corpus di oltre settanta opere polimateriche dalle tecniche fortemente innovative (dipinti, sculture, altorilievi, installazioni, disegni, filmati, versi poetici, libri d’artista) ispirate alla metamorfosi della «maschera».
Roma, fino al 1 novembre 2015. Fondazione Roma Museo – Palazzo Cipolla
«Nell’arena si fronteggiano maestosi il torero che lotta contro l’ombra, e un misterioso illusionista», è la citazione che apre la mostra "Kokocinski. La vita e la maschera: da Pulcinella al Clown" alla Fondazione Roma Museo, a cura della Fondazione Alessandro Kokocinski e Paola Goretti.
«Nell’arena si fronteggiano maestosi il torero che lotta contro l’ombra, e un misterioso illusionista», è la citazione che apre la mostra "Kokocinski. La vita e la maschera: da Pulcinella al Clown" alla Fondazione Roma Museo, a cura della Fondazione Alessandro Kokocinski e Paola Goretti.
La rassegna riflette insieme “la storia di un uomo tormentato, che ha sperimentato su di sé l'esilio, la persecuzione politica e la cattiveria del mondo” e la storia “dell'artista che la trasforma in arte con quadri, sculture e installazioni in cui la maschera, il clown e Pulcinella diventano protagonisti.
Opere che, dice il Presidente della Fondazione Roma Museo, “si propongono come spettacolo della fragilità umana. Figure inquiete e sofferenti ma piene di speranza, sempre in lotta per difendere il vero senso dell'esistenza” "Sono cresciuto alla dura accademia della vita", spiega Kokocinski, ma "vivo un bellissimo destino".
Come ebbe a dire Claudio Strinati nel 2008, l’impatto dell’arte di Kokocinski è effettivamente sconvolgente, e forte è in lui l’argomento del destino che l’autore stesso sente come tragico e felice insieme. Le figure create emergono come apparizioni soprannaturali e che sembrano bruciare di una fiamma interna, angeli e demoni, in una fusione di tormento ed estasi. O come scrisse Carlo Chenis, la sua spiritualità è pulsante nelle tensioni plastiche e nell’impatto poetico, così da generare un’arte che esce dallo scenario dell’istallazione per avvolgere lo sguardo dello spettatore.
La sua pittura, ci avvolge infatti con un realismo visionario e accattivante, essa assomma il mondo fantastico russo, la passione e il realismo sudamericano e il fascino luministico secentesco italiano. Forse proprio da questo caleidoscopio di culture e di vocazioni etico-sentimentali è nata la prospettiva fantastica, insieme allucinata e sapiente, la pittura tutta fuga e tutta compendiata energia che ormai da tempo la critica ammira senza riserve; ma che piace, per la misteriosa tensione che sorprende e coinvolge, anche ai non addetti ai lavori.
Da poco è tornato a lavorare in teatro. Ha ideato e realizzato assieme all’attrice Lina Sastri lo spettacolo “Cuore mio”, dove la sua pittura si è fusa con la drammaticità e la musicalità napoletana.
Annovera inoltre circa 40 opere inedite realizzate dall’artista espressamente per questa circostanza, tra queste, Come lo squarcio di un lampo di luna; Petruska; Poesia; Il cielo respira fra vita e sogno; Volò tra le stelle; Sono solo nel cortile del mio cuore; Abbagliare il mondo.
Molte sono poi le unità figurative che hanno viaggiato intensamente, negli anni esposte al Silpakorn Arts Centre di Bangkok, all’Art Fair di Shanghai, al MNBA – Museo Nacional de Bellas Artes di Buenos Aires, al NAMOC di Pechino. L’itinerario è animato anche da due grandi installazioni (Olocausto del Clown tragico; Non l’ho fatto apposta; quest’ultima si avvale della preziosa partecipazione di Lina Sastri, in un video di corredo) che compongono una miscellanea figurativa satura di spunti linguistici, rielaborazioni di opere precedenti assemblate in nuove configurazioni, variazioni tematiche. Ricchissima la grafica e i disegni.
Fondazione Roma Museo
Palazzo Cipolla, Via del Corso 320
Fino al 1° novembre
Info tel. 06 69924641
L’ingresso è libero
L’ingresso è libero
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