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Vendemmia 2016. Liguria. E' il tempo degli eroi delle Cinque Terre

Con recupero muretti a secco e vigneti incolti al via una vendemmia eroica
Entra nel vivo una vendemmia che gli stessi produttori si aspettano di buona e in alcuni casi eccellente qualità. Entrano in produzione le vigne del progetto "T.R.A. Monti". E quest'anno sarà possibile anche partecipare alla raccolta delle uve che daranno vita al celebre vino passito Doc Sciacchetrà.


Inizierà ufficialmente il 13 settembre la vendemmia nella Cantina Sociale delle 5 Terre. Tutti si aspettano un'annata molto buona, simile a quella del 2015, forse con una produzione leggermente inferiore che comunque verrà in parte integrata dalla produzione delle vigne del progetto "T.R.A. Monti", insomma una vendemmia forse con meno bottiglie ma di grande qualità.

Quattro anni fa infatti l'Associazione Per Tramonti Onlus ha avviato il progetto per piantare nuovi vigneti sui terreni abbandonati. Alcuni proprietari che non potevano più occuparsene, li hanno ceduti in comodato gratuito all'Associazione. Così ha preso vita il progetto T.R.A.Monti, con lo scopo di restituire le terre all’agricoltura.

Continuiamo a parlare di vendemmia e lo facciamo in uno dei luoghi più affascinanti del nostro Paese. Siamo nelle Cinque Terre, all'interno del Parco Nazionale omonimo. Recupero e conservazione sono le parole chiave che ben rappresentano l' architettura di questo territorio con i suoi valori storici, culturali ed ambientali. Nel difficile rapporto tra uomo e natura, questo avviene soprattutto attraverso il mantenimento della viticoltura, unica attività umana che garantisce la continuità delle produzioni tipiche locali. Proprio in tal senso, nel 2005, nasce il progetto del vigneto storico con l'obiettivo di recuperare, in maniera sistematica, il territorio terrazzato delle Cinque Terre sia in termini paesaggistici che di salvaguardia della biodiversità viticola.

Ma torniamo al progetto T.R.A. Monti, ed a proposito di muri, in un momento difficile come questo, quando in tutta Europa vengono innalzati per dividere, c'è chi invece, i muri, li ri(costruisce) per fini molto più "edificanti". Sono i muretti a secco costruiti nei secoli dagli agricoltori ed oggi in gran parte abbandonati ed in rovina. Saranno proprio quei migranti ostacolati e i richiedenti asilo che insieme ai produttori hanno iniziato a cooperare per recuperarli. Dai campi incolti rinascono così piccole vigne di vermentino, albarola e bosco: sono i tre vitigni con cui si produce lo Sciacchetrà, il vino passito delle Cinque Terre, che da queste parti viene chiamato "rinforzato".

Dopo la vendemmia di settembre tutti i soci della cooperativa inizieranno a produrre questo celebre vino passito. Ricordo che l'iniziativa è stata presentata nell'ambito della IV edizione del Festival dello Sciacchetrà a Corniglia. Il presidente del Consorzio Produttori Sciacchetrà Heydi Bonanini in quell'occasione ha spiegato che i giovani migranti stanno già seguendo dei corsi di formazione per la coltivazione della vigna. Un progetto in cui tutti credono fermamente anche per un possibile ampliamento della produzione.

E quest'anno, chiunque lo voglia, potrà anche partecipare alla vendemmia comunicando la propria disponibilità insieme ai dati, quindi, nome cognome, luogo e data di nascita.

Se tutto andrà bene, l'anno prossimo sarà possibile continuare a sostenere il progetto e ricevere in cambio un riconoscimento tangibile. In pratica in cambio del sostegno al progetto si riceveranno delle bottiglie di vino, in proporzione al sostegno fornito. Chi sostiene l'iniziativa in modo significativo, avrà la possibilità di avere una etichetta personalizzata, che racconterà il suo contributo all'area di Tramonti.

I contatti info@pertramonti.it oppure è possibile telefonare al 335 6141442.

Lo Sciacchetrà

Viene prodotto con uve albarola, vermentino e bosco poste ad appassire lontano dal sole. Al termine dell’appassimento i grappoli si diraspano a uno a uno con le mani: gli acini sono selezionati con cura per ottenere, alla fine del processo di vinificazione e affinamento, poco più di 25 litri da un quintale d’uva. Rientra nella Doc Cinque Terre dal 1973. Il nome sembra derivare dall'ebraico “shekar” che indica un vino puro o comunque invecchiato.  

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