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Legge sul caporalato: l’Italia all’avanguardia nella tutela del lavoro nei campi

Approvata definitivamente la legge sul caporalato
Approvazione da parte della Camera del ddl promosso dal Ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, e dal Ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Moncalvo: Il caporalato è una piaga da combattere poiché colpisce spesso la componente più debole dei lavoratori agricoli. La legge tutelerà 100 milioni di bambini sfruttati.

Con la legge sul caporalato l’Italia si pone all’avanguardia nella tutela del lavoro nei campi che va estesa anche ai prodotti importati che sono ottenuti anche dallo sfruttamento del lavoro minorile che riguarda 100 milioni di bambini secondo l’Organizzazione Internazionale del lavoro (ILO). 

E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione della approvazione definitiva della legge sul caporalato nel sottolineare che occorre ora garantire anche una grande azione di responsabilizzazione di tutta filiera, dal campo alla tavola, che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una equa distribuzione del valore.

Moncalvo fa presente ad esempio che le arance nei campi sono sottopagate a 7 centesimi al chilo e i pomodori poco di più. Ma il problema del rispetto della dignità dei lavoratori deve valere anche per i prodotti importati che arrivano in Italia spesso sottocosto per effetto dello sfruttamento del lavoro, anche minorile, e dell'ambiente.

Se i prodotti agroalimentari italiani sono ora garantiti, dalle rose alle banane, dallo zucchero di canna all'olio di palma, dal cacao al caffè fino ai gelsomini sono molti i prodotti importati sui quali pesa addirittura l’ombra dello sfruttamento minorile. Un fenomeno diffuso nel tempo della globalizzazione dei mercati che si fa paradossalmente finta di non vedere solo perché avviene in Paesi lontani e che viene spesso addirittura incentivato da accordi europei agevolati per l’importazione di prodotti alimentari, dal riso del Myanmar all’olio dalla Tunisia fino alle trattative in corso, anche per i prodotti frutticoli, con i Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay) dove non ci sono le stesse norme di tutela dei lavoro vigenti in Italia.

Servono pene severe e rigorosi controlli che, dichiara Moncalvo, colpiscano il vero lavoro nero e lo sfruttamento, portando alla luce quelle sacche di sommerso che peraltro fanno concorrenza sleale alle imprese regolari che hanno già intrapreso un percorso di trasparenza e sulle quali finiscono per concentrarsi esclusivamente oggi le azioni di verifica.

Alla globalizzazione dei mercati deve far seguito quella delle regole a sostegno di un commercio equo e solidale che valorizzi i prodotti di quei territori che si impegnano a tutelare il lavoro, ma anche a rispettare l'ambiente e la salute, ha concluso il presidente della Coldiretti, nel sottolineare che ci vuole “una responsabilizzazione della filiera ed un impegno concreto delle Istituzioni”.

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