RICERCA: IN TRENTINO IL VINO DIVENTA SEMPRE PIU’ RESISTENTE
Sottoscritto presso l’Istituto agrario di San Michele all'Adige il programma di collaborazione tecnologica tra FEM e CIVIT. Al via la prima fase per la selezione di varietà di vite sostenibili.
Fondazione Edmund Mach e Consorzio Innovazione Vite, hanno in questi giorni attivato un'importante iniziativa nel settore varietale viticolo. Si tratta di un progetto ambizioso di collaborazione tecnologica finalizzato ad individuare nuove varietà di vite, con livelli di sostenibilità sempre crescenti - come le varietà tolleranti alle principali malattie risultato del programma di miglioramento genetico - e con caratteristiche tali da poter essere riprodotte ed impiantate primariamente sul territorio provinciale.
Fra i centri più attivi in Italia sul fronte scientifico, oltre all’Università di Udine, che dal 2006 in compartecipazione con l’Istituto di Genomica Applicata ha iniziato un piano di incroci tra varietà internazionali e locali, troviamo quello di San Michele all’Adige, dove la Fondazione Edmund Mach ha iniziato un programma di miglioramento genetico della vite per la produzione di varietà di uva da vino resistenti alle malattie. Un lungo percorso di sperimentazione con l’obiettivo di creare un brand trentino legato non solo al terroir, ma anche a vitigni sviluppati in provincia, quindi, varietà altamente qualificate, resistenti ed ecologicamente compatibili.
Il contratto di ricerca, sviluppo e cooperazione tecnologica nel campo del miglioramento varietale viticolo che il presidente della Fondazione Mach, Andrea Segrè, e il Presidente di CIVIT, Enrico Giovannini, alla presenza dei direttori Sergio Menapace e Lorenzo Gretter, hanno sottoscritto, sarà quindi un ulteriore passo nella direzione della sostenibilità.
Il programma di collaborazione
La partnership con CIVIT sarà fondamentale per continuare il percorso iniziato: costituito nel 2012 dopo un percorso di confronto e condivisione di idee ed obiettivi tra il consorzio Vivaisti Viticoli Trentini (AVIT) e la stessa Fondazione Edmund Mach, il consorzio si propone come anello di congiunzione con una delle massime espressioni della ricerca a livello internazionale nel campo vitienologico e la quasi totalità dei vivaisti viticoli trentini, che producono più di 10 milioni di barbatelle all’anno, circa il 10 per cento della produzione nazionale.
Per il miglioramento genetico CIVIT avrà il compito di provare le selezioni che FEM ha sviluppato nel suo programma di miglioramento genetico e promuovere tra i produttori questi nuovi trovati. Nel campo della selezione clonale invece si pone di proseguire il lavoro che la fondazione ha portato avanti negli anni e arricchire il patrimonio di materiale clonale che sarà a disposizione del vivaismo viticolo e di tutti i produttori viticoli.
Il programma si compone di diversi progetti: il primo è la selezione di varietà sostenibili
Il programma – che FEM e CIVIT si impegnano a condurre in un arco temporale di dieci anni – si comporrà di diversi progetti, che dovranno essere di volta in volta individuati di comune accordo dai due partner. Al momento il primo progetto elaborato e concordato riguarda la selezione di nuovi incroci di Vitis vinifera per la creazione di varietà tolleranti alle principali malattie, botrite, oidio e peronospora, riducendo cosi l'input chimico.
Inoltre sono in fase di selezione diversi nuovi genotipi con livelli elevati di adattamento ai mutamenti climatici, con fenologia caratterizzata da ritardi di maturazione per ambienti più caldi, da maturazioni precoci per poter coltivare zone agricole fino ad oggi non utilizzabili, e l’inserimento di timbri sensoriali particolari e nuovi. Un secondo progetto è in corso di negoziazione che si focalizzerà sulla selezione clonale nel settore viticolo.
Selezione di varietà sostenibili: quattro fasi di lavoro
Il progetto di generazione e sviluppo di nuovi incroci di Vitis vinifera è articolato in quattro fasi di lavoro: FEM si occuperà delle prime due fasi, consistenti rispettivamente nella pianificazione ed esecuzione degli incroci, nella selezione di primo e secondo livello attraverso impianto in campo sperimentale; CIVIT si occuperà invece delle restanti due fasi, ossia la selezione di terzo livello in più campi sperimentali, nonché la promozione e valorizzazione delle varietà ottenute. CIVIT, quindi, svolgerà anche il compito di agente di valorizzazione delle nuove varità di Vitis vinifera generate alla luce di tali attività.
In conformità a quanto prevede la normativa europea sui nuovi ritrovati vegetali, FEM e CIVIT saranno contitolari non solo dei risultati di questo progetto di cooperazione tecnologica e sviluppo, ma anche dei relativi diritti di proprietà industriale.
CIVIT, in particolare, assolverà alla principale mission per cui è stato costituito, ossia fungere da virtuoso “vettore” dei risultati di ricerca e sviluppo prodotti da San Michele nel settore viticolo verso il mercato attraverso una politica di azioni che miri in via principale al beneficio del territorio Trentino e nazionale, senza però dimenticare le grandi potenzialità offerte dal mercato europeo ed internazionale in tale settore.
“Questo accordo” - ha dichiarato Andrea Segrè, presidente FEM - “è un ulteriore passo nella direzione della sostenibilità. Siamo stati i primi ad adottare la confusione sessuale, sia ormonale sia vibrazionale, per frutteto e vigneto, tecnologie che hanno ridotto e talvolta azzerato l’uso di insetticidi. Inoltre puntiamo molto sul biocontrollo, ovvero la lotta naturale a patologie e parassiti. Stiamo affinando le tecnologie di diffusione per ridurre la deriva e sperimentando architetture degli impianti che ci consentano l’adozione di un maggior grado di meccanizzazione. A tutti questi filoni, sviluppati nel Centro Ricerca e Innovazione e nel Centro Trasferimento Tecnologico, aggiungiamo l’innovazione varietale. La partnership con Civit è stata pensata proprio per potenziare il nostro operato in questi campi”.
Sottoscritto presso l’Istituto agrario di San Michele all'Adige il programma di collaborazione tecnologica tra FEM e CIVIT. Al via la prima fase per la selezione di varietà di vite sostenibili.
Fondazione Edmund Mach e Consorzio Innovazione Vite, hanno in questi giorni attivato un'importante iniziativa nel settore varietale viticolo. Si tratta di un progetto ambizioso di collaborazione tecnologica finalizzato ad individuare nuove varietà di vite, con livelli di sostenibilità sempre crescenti - come le varietà tolleranti alle principali malattie risultato del programma di miglioramento genetico - e con caratteristiche tali da poter essere riprodotte ed impiantate primariamente sul territorio provinciale.
Fra i centri più attivi in Italia sul fronte scientifico, oltre all’Università di Udine, che dal 2006 in compartecipazione con l’Istituto di Genomica Applicata ha iniziato un piano di incroci tra varietà internazionali e locali, troviamo quello di San Michele all’Adige, dove la Fondazione Edmund Mach ha iniziato un programma di miglioramento genetico della vite per la produzione di varietà di uva da vino resistenti alle malattie. Un lungo percorso di sperimentazione con l’obiettivo di creare un brand trentino legato non solo al terroir, ma anche a vitigni sviluppati in provincia, quindi, varietà altamente qualificate, resistenti ed ecologicamente compatibili.
Il contratto di ricerca, sviluppo e cooperazione tecnologica nel campo del miglioramento varietale viticolo che il presidente della Fondazione Mach, Andrea Segrè, e il Presidente di CIVIT, Enrico Giovannini, alla presenza dei direttori Sergio Menapace e Lorenzo Gretter, hanno sottoscritto, sarà quindi un ulteriore passo nella direzione della sostenibilità.
Il programma di collaborazione
La partnership con CIVIT sarà fondamentale per continuare il percorso iniziato: costituito nel 2012 dopo un percorso di confronto e condivisione di idee ed obiettivi tra il consorzio Vivaisti Viticoli Trentini (AVIT) e la stessa Fondazione Edmund Mach, il consorzio si propone come anello di congiunzione con una delle massime espressioni della ricerca a livello internazionale nel campo vitienologico e la quasi totalità dei vivaisti viticoli trentini, che producono più di 10 milioni di barbatelle all’anno, circa il 10 per cento della produzione nazionale.
Per il miglioramento genetico CIVIT avrà il compito di provare le selezioni che FEM ha sviluppato nel suo programma di miglioramento genetico e promuovere tra i produttori questi nuovi trovati. Nel campo della selezione clonale invece si pone di proseguire il lavoro che la fondazione ha portato avanti negli anni e arricchire il patrimonio di materiale clonale che sarà a disposizione del vivaismo viticolo e di tutti i produttori viticoli.
Il programma si compone di diversi progetti: il primo è la selezione di varietà sostenibili
Il programma – che FEM e CIVIT si impegnano a condurre in un arco temporale di dieci anni – si comporrà di diversi progetti, che dovranno essere di volta in volta individuati di comune accordo dai due partner. Al momento il primo progetto elaborato e concordato riguarda la selezione di nuovi incroci di Vitis vinifera per la creazione di varietà tolleranti alle principali malattie, botrite, oidio e peronospora, riducendo cosi l'input chimico.
Inoltre sono in fase di selezione diversi nuovi genotipi con livelli elevati di adattamento ai mutamenti climatici, con fenologia caratterizzata da ritardi di maturazione per ambienti più caldi, da maturazioni precoci per poter coltivare zone agricole fino ad oggi non utilizzabili, e l’inserimento di timbri sensoriali particolari e nuovi. Un secondo progetto è in corso di negoziazione che si focalizzerà sulla selezione clonale nel settore viticolo.
Selezione di varietà sostenibili: quattro fasi di lavoro
Il progetto di generazione e sviluppo di nuovi incroci di Vitis vinifera è articolato in quattro fasi di lavoro: FEM si occuperà delle prime due fasi, consistenti rispettivamente nella pianificazione ed esecuzione degli incroci, nella selezione di primo e secondo livello attraverso impianto in campo sperimentale; CIVIT si occuperà invece delle restanti due fasi, ossia la selezione di terzo livello in più campi sperimentali, nonché la promozione e valorizzazione delle varietà ottenute. CIVIT, quindi, svolgerà anche il compito di agente di valorizzazione delle nuove varità di Vitis vinifera generate alla luce di tali attività.
In conformità a quanto prevede la normativa europea sui nuovi ritrovati vegetali, FEM e CIVIT saranno contitolari non solo dei risultati di questo progetto di cooperazione tecnologica e sviluppo, ma anche dei relativi diritti di proprietà industriale.
CIVIT, in particolare, assolverà alla principale mission per cui è stato costituito, ossia fungere da virtuoso “vettore” dei risultati di ricerca e sviluppo prodotti da San Michele nel settore viticolo verso il mercato attraverso una politica di azioni che miri in via principale al beneficio del territorio Trentino e nazionale, senza però dimenticare le grandi potenzialità offerte dal mercato europeo ed internazionale in tale settore.
“Questo accordo” - ha dichiarato Andrea Segrè, presidente FEM - “è un ulteriore passo nella direzione della sostenibilità. Siamo stati i primi ad adottare la confusione sessuale, sia ormonale sia vibrazionale, per frutteto e vigneto, tecnologie che hanno ridotto e talvolta azzerato l’uso di insetticidi. Inoltre puntiamo molto sul biocontrollo, ovvero la lotta naturale a patologie e parassiti. Stiamo affinando le tecnologie di diffusione per ridurre la deriva e sperimentando architetture degli impianti che ci consentano l’adozione di un maggior grado di meccanizzazione. A tutti questi filoni, sviluppati nel Centro Ricerca e Innovazione e nel Centro Trasferimento Tecnologico, aggiungiamo l’innovazione varietale. La partnership con Civit è stata pensata proprio per potenziare il nostro operato in questi campi”.
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