Il paesaggio vitivinicolo delle Langhe-Roero e Monferrato diventa marchio-calamita per l'enoturismo internazionale
Ad un anno da patrimonio dell’umanità Unesco aumentati flussi turistici più ricchi, d'èlite e destagionalizzati. Ora bisogna mantenere nel tempo i processi di valorizzazione turistica nel territorio.
Il bollino Unesco per il settore vitivinicolo si sta dimostrando un vero e proprio brand per l'enoturismo internazionale. E' il caso del Piemonte che dopo un anno dal riconoscimento del paesaggio vitivinicolo delle Langhe, Roero e Monferrato vede aumentare considerevolmente i flussi turistici di qualità.
"Da quando i vigneti piemontesi sono entrati nella lista del patrimonio dell'umanità è boom d'arrivi ad Alba, ma anche mete meno consuete come Canelli hanno registrato un incremento del 300% delle presenze turistiche internazionali negli ultimi due anni".
A dirlo è Pier Luigi Petrillo, consigliere del ministro delle Politiche Agricole per l'Unesco che ha coordinato oltre alla candidatura dei paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero e Monferrato, anche quello delle Dolomiti, delle Isole Eolie, dell'allevamento della vite ad alberello di Pantelleria e della Dieta Mediterranea.
E' la prima volta che viene dato un simile riconoscimento per un paesaggio rurale. Fino ad ora, infatti, l’Italia non aveva mai candidato (e quindi iscritto) siti caratterizzati per la propria dimensione agricola (vitivinicola in questo caso). Il “bollino” dell’Unesco certificherà quindi anche il ruolo fondamentale degli agricoltori rivolto alla salvaguardia e tutela del paesaggio, il ché significa anche conservare tradizioni, identità e cultura del territorio. L’Unesco diventa così anche strumento efficace di contrasto ai fenomeni degenerativi connessi ai processi di globalizzazione.
Bisogna ricordare che, sebbene il brand Unesco sia un fattore decisivo di sviluppo turistico e di promozione territoriale, non è in grado - di per sé - di creare effetti economici immediati per il territorio, in quanto sono necessarie azioni e investimenti condotti dagli stakeholder locali seguendo un continuo processo di mantenimento nel tempo e che si basi sulla definizione di nuovi obiettivi di miglioramento, in quanto il riconoscimento fa entrare in un circuito di qualità, privilegiato e agevolato nella promozione del territorio.
Ad un anno da patrimonio dell’umanità Unesco aumentati flussi turistici più ricchi, d'èlite e destagionalizzati. Ora bisogna mantenere nel tempo i processi di valorizzazione turistica nel territorio.
Il bollino Unesco per il settore vitivinicolo si sta dimostrando un vero e proprio brand per l'enoturismo internazionale. E' il caso del Piemonte che dopo un anno dal riconoscimento del paesaggio vitivinicolo delle Langhe, Roero e Monferrato vede aumentare considerevolmente i flussi turistici di qualità.
"Da quando i vigneti piemontesi sono entrati nella lista del patrimonio dell'umanità è boom d'arrivi ad Alba, ma anche mete meno consuete come Canelli hanno registrato un incremento del 300% delle presenze turistiche internazionali negli ultimi due anni".
A dirlo è Pier Luigi Petrillo, consigliere del ministro delle Politiche Agricole per l'Unesco che ha coordinato oltre alla candidatura dei paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero e Monferrato, anche quello delle Dolomiti, delle Isole Eolie, dell'allevamento della vite ad alberello di Pantelleria e della Dieta Mediterranea.
E' la prima volta che viene dato un simile riconoscimento per un paesaggio rurale. Fino ad ora, infatti, l’Italia non aveva mai candidato (e quindi iscritto) siti caratterizzati per la propria dimensione agricola (vitivinicola in questo caso). Il “bollino” dell’Unesco certificherà quindi anche il ruolo fondamentale degli agricoltori rivolto alla salvaguardia e tutela del paesaggio, il ché significa anche conservare tradizioni, identità e cultura del territorio. L’Unesco diventa così anche strumento efficace di contrasto ai fenomeni degenerativi connessi ai processi di globalizzazione.
Bisogna ricordare che, sebbene il brand Unesco sia un fattore decisivo di sviluppo turistico e di promozione territoriale, non è in grado - di per sé - di creare effetti economici immediati per il territorio, in quanto sono necessarie azioni e investimenti condotti dagli stakeholder locali seguendo un continuo processo di mantenimento nel tempo e che si basi sulla definizione di nuovi obiettivi di miglioramento, in quanto il riconoscimento fa entrare in un circuito di qualità, privilegiato e agevolato nella promozione del territorio.
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