L’Italia con 48,8 milioni di ettolitri si conferma primo produttore mondiale
L'analisi della Coldiretti dopo la presentazione dei primi dati sulla produzione viticola mondiale del 2016 da parte del direttore generale dell'OIV Jean-Marie Aurand.
Crolla la produzione mondiale di vino nel 2016, tra le più basse degli ultimi 20 anni, caratterizzata da situazioni molto contrastanti dovute agli eventi climatici. Con un calo del 5% per un totale stimato in 259,4 milioni di ettolitri, l’Italia ora si pone saldamente al comando.
Ad affermarlo è la Coldiretti sulla base delle previsioni dell’Organizzazione Mondiale della vite e del vino (OIV) che colloca al secondo posto la Francia con 41,9 milioni di ettolitri (-12%) e la Spagna con 37,8 milioni di ettolitri (+1%).
Il successo della produzione Made in Italy è accompagnato però dal calo dei consumi interni che sono scesi al minimo storico dall’Unità di Italia con il Belpaese che scende dal podio dei principali Paesi consumatori sul quale salgono nell’ordine Germania, Francia e soprattutto gli Stati Uniti che con una crescita vertiginosa negli ultimi anni sono diventati il maggior consumatore di vino nel mondo con oltre 30,1 milioni di ettolitri, secondo una analisi della Coldiretti.
Il livello di produzione rimane elevato e cresce del 2% negli Stati Uniti d'America che con 22,5 milioni di ettolitri si collocano al quarto posto e in Australia dove si raggiungono i 12,5 milioni di ettolitri grazie alla crescita record del 5%. Stabile la produzione in Cina stimata in 11,5 milioni di ettolitri mentre l'America del Sud ha sofferto le conseguenze degli eventi climatici con l’Argentina che registra un forte calo della produzione, con 8,8 milioni di ettolitri vinificati nel 2016 (-35% rispetto al 2015), mentre il Cile, con 10,1 milioni di ettolitri vede diminuire la produzione del 21% rispetto al 2015. Anche il Sud Africa registra un calo del 19%, con una produzione di 9 milioni di ettolitri.
In ripresa cono invece i consumi di vino stimabili in una forchetta che oscilla attorno ai 243 milioni di ettolitri con un +2%. Negli ultimi anni si è verificata una vera rivoluzione del mondo del vino a partire dall’Italia dove i consumi interni sono scesi al minimo dall’Unità d’Italia. Il risultato è che la quantità di vino Made in Italy consumato in Italia è risultata addirittura inferiore di quella bevuta fuori dei confini nazionali con l’Italia.
Negli Stati Uniti sono particolarmente apprezzati il Chianti, il Brunello di Montalcino, il Pinot Grigio, il Barolo e il Prosecco che piace però molto anche in Germania insieme all’Amarone della Valpolicella e al Collio. Lo spumante è stato il prodotto che ha fatto registrare la migliore performance di crescita all’estero nel 2016 con le esportazioni che con un aumento del 21% nei primi sette mesi del 2016.
Nella classifica delle bollicine italiane più consumate nel mondo ci sono nell’ordine il Prosecco, l’Asti, il Trento Doc e il Franciacorta che ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese.
All’estero non sono ma state bevute tante bollicine italiane con la Gran Bretagna che è diventata nel 2016 il primo mercato mondiale di sbocco delle spumante italiano che con un aumento record del 42% si pone davanti agli Stati Uniti dove comunque si rileva un +23%, mentre in posizione più defilata si trova la Germania dove si registra una sostanziale stabilità delle vendite. Nella classifica delle bollicine italiane preferite nel mondo ci sono tra davanti a tutti il Prosecco seguito da Asti e Franciacorta che ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese.
Già lo scorso anno infatti con 320 milioni di bottiglie stappate all’estero fuori dai confini nazionali si era bevuto più spumante italiano che champagne francese le cui esportazioni si sono fermate a 307 milioni di bottiglie. Il risultato più significativo del 2016 è infatti l’aumento del 59% delle vendite di bollicine Made in Italy in Francia con i cugini d’oltralpe che nel 2016 si classificano al quarto posto come maggiori consumatori.
L'analisi della Coldiretti dopo la presentazione dei primi dati sulla produzione viticola mondiale del 2016 da parte del direttore generale dell'OIV Jean-Marie Aurand.
Crolla la produzione mondiale di vino nel 2016, tra le più basse degli ultimi 20 anni, caratterizzata da situazioni molto contrastanti dovute agli eventi climatici. Con un calo del 5% per un totale stimato in 259,4 milioni di ettolitri, l’Italia ora si pone saldamente al comando.
Ad affermarlo è la Coldiretti sulla base delle previsioni dell’Organizzazione Mondiale della vite e del vino (OIV) che colloca al secondo posto la Francia con 41,9 milioni di ettolitri (-12%) e la Spagna con 37,8 milioni di ettolitri (+1%).
Il successo della produzione Made in Italy è accompagnato però dal calo dei consumi interni che sono scesi al minimo storico dall’Unità di Italia con il Belpaese che scende dal podio dei principali Paesi consumatori sul quale salgono nell’ordine Germania, Francia e soprattutto gli Stati Uniti che con una crescita vertiginosa negli ultimi anni sono diventati il maggior consumatore di vino nel mondo con oltre 30,1 milioni di ettolitri, secondo una analisi della Coldiretti.
Il livello di produzione rimane elevato e cresce del 2% negli Stati Uniti d'America che con 22,5 milioni di ettolitri si collocano al quarto posto e in Australia dove si raggiungono i 12,5 milioni di ettolitri grazie alla crescita record del 5%. Stabile la produzione in Cina stimata in 11,5 milioni di ettolitri mentre l'America del Sud ha sofferto le conseguenze degli eventi climatici con l’Argentina che registra un forte calo della produzione, con 8,8 milioni di ettolitri vinificati nel 2016 (-35% rispetto al 2015), mentre il Cile, con 10,1 milioni di ettolitri vede diminuire la produzione del 21% rispetto al 2015. Anche il Sud Africa registra un calo del 19%, con una produzione di 9 milioni di ettolitri.
In ripresa cono invece i consumi di vino stimabili in una forchetta che oscilla attorno ai 243 milioni di ettolitri con un +2%. Negli ultimi anni si è verificata una vera rivoluzione del mondo del vino a partire dall’Italia dove i consumi interni sono scesi al minimo dall’Unità d’Italia. Il risultato è che la quantità di vino Made in Italy consumato in Italia è risultata addirittura inferiore di quella bevuta fuori dei confini nazionali con l’Italia.
Negli Stati Uniti sono particolarmente apprezzati il Chianti, il Brunello di Montalcino, il Pinot Grigio, il Barolo e il Prosecco che piace però molto anche in Germania insieme all’Amarone della Valpolicella e al Collio. Lo spumante è stato il prodotto che ha fatto registrare la migliore performance di crescita all’estero nel 2016 con le esportazioni che con un aumento del 21% nei primi sette mesi del 2016.
Nella classifica delle bollicine italiane più consumate nel mondo ci sono nell’ordine il Prosecco, l’Asti, il Trento Doc e il Franciacorta che ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese.
All’estero non sono ma state bevute tante bollicine italiane con la Gran Bretagna che è diventata nel 2016 il primo mercato mondiale di sbocco delle spumante italiano che con un aumento record del 42% si pone davanti agli Stati Uniti dove comunque si rileva un +23%, mentre in posizione più defilata si trova la Germania dove si registra una sostanziale stabilità delle vendite. Nella classifica delle bollicine italiane preferite nel mondo ci sono tra davanti a tutti il Prosecco seguito da Asti e Franciacorta che ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese.
Già lo scorso anno infatti con 320 milioni di bottiglie stappate all’estero fuori dai confini nazionali si era bevuto più spumante italiano che champagne francese le cui esportazioni si sono fermate a 307 milioni di bottiglie. Il risultato più significativo del 2016 è infatti l’aumento del 59% delle vendite di bollicine Made in Italy in Francia con i cugini d’oltralpe che nel 2016 si classificano al quarto posto come maggiori consumatori.
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