RIFORMA AGRICOLA: MONCALVO INCONTRA IL COMMISSARIO HOGAN
Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti e Vicepresidente degli agricoltori europei (COPA) ha incontrato in un bilaterale il Commissario Europeo all’agricoltura Phil Hogan per uno scambio di vedute sull’attualità e sul futuro delle politiche per l’agricoltura e l’agroalimentare.
In occasione del Congresso degli Agricoltori Europei ad Atene, svoltosi il 5 e 6 ottobre scorsi, Moncalvo si è espresso positivamente sull'impegno del Commissario per la semplificazione della Politica Agricola Comune (PAC) nell’ambito della quale è importante rafforzare il concetto dell’agricoltore attivo, per poter concentrare le risorse su chi vive realmente di agricoltura, come è stato ottenuto in Italia per i recenti interventi di politica nazionale su Irpef, Imu e Irap promossi dal presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Inoltre, con riferimento alla proposta relativa a nuovi strumenti di stabilizzazione del reddito degli agricoltori più flessibili e settoriali, ha sottolineato l'importanza di procedere all’abbassamento della soglia di attivazione dal 30% al 20% del calo dei ricavi. Resta la necessità di rafforzare la posizione degli agricoltori nella filiera, con l’attivazione di nuovi strumenti nelle relazioni contrattuali.
In questo senso è rilevante il risultato ottenuto a livello nazionale con la recente approvazione del collegato agricolo, che prevede un innovativo ruolo di rappresentanza delle organizzazioni agricole nei confronti delle industrie che non rispettano le leggi o i contratti. Una misura importante in una situazione difficile di mercato con i prezzi riconosciuti a coltivatori ed allevatori scesi al di sotto dei costi di produzione anche per le scelte irresponsabili di una certa parte di industria.
Con lo sguardo rivolto al futuro della PAC stanno emergendo interessanti prospettive che mettono al centro la capacità dell’agricoltura di generare occupazione, contribuendo alla crescita economica e sociale degli Stati membri e dell’intera UE. Concludendo che si tratta di un approccio che premia finalmente la produzione agroalimentare dei Paesi del Mediterraneo riconoscendone l’elevato valore in termini di risorse umane impiegate nel settore agricolo, nonché l’apporto significativo in materia di lotta al cambiamento climatico e al dissesto idrogeologico.
Riforma agricola, bilaterale Moncalvo-Hogan |
In occasione del Congresso degli Agricoltori Europei ad Atene, svoltosi il 5 e 6 ottobre scorsi, Moncalvo si è espresso positivamente sull'impegno del Commissario per la semplificazione della Politica Agricola Comune (PAC) nell’ambito della quale è importante rafforzare il concetto dell’agricoltore attivo, per poter concentrare le risorse su chi vive realmente di agricoltura, come è stato ottenuto in Italia per i recenti interventi di politica nazionale su Irpef, Imu e Irap promossi dal presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Inoltre, con riferimento alla proposta relativa a nuovi strumenti di stabilizzazione del reddito degli agricoltori più flessibili e settoriali, ha sottolineato l'importanza di procedere all’abbassamento della soglia di attivazione dal 30% al 20% del calo dei ricavi. Resta la necessità di rafforzare la posizione degli agricoltori nella filiera, con l’attivazione di nuovi strumenti nelle relazioni contrattuali.
In questo senso è rilevante il risultato ottenuto a livello nazionale con la recente approvazione del collegato agricolo, che prevede un innovativo ruolo di rappresentanza delle organizzazioni agricole nei confronti delle industrie che non rispettano le leggi o i contratti. Una misura importante in una situazione difficile di mercato con i prezzi riconosciuti a coltivatori ed allevatori scesi al di sotto dei costi di produzione anche per le scelte irresponsabili di una certa parte di industria.
Con lo sguardo rivolto al futuro della PAC stanno emergendo interessanti prospettive che mettono al centro la capacità dell’agricoltura di generare occupazione, contribuendo alla crescita economica e sociale degli Stati membri e dell’intera UE. Concludendo che si tratta di un approccio che premia finalmente la produzione agroalimentare dei Paesi del Mediterraneo riconoscendone l’elevato valore in termini di risorse umane impiegate nel settore agricolo, nonché l’apporto significativo in materia di lotta al cambiamento climatico e al dissesto idrogeologico.
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