100 anni di Barolo. Tre cru memorabili di Giovanni Sordo
Fondata a inizio ‘900, l’azienda agricola conserva metodi di vinificazione tradizionali tramandati nel tempo ed un modo di concepire il Barolo senza compromessi.
“La tradizione altro non è che una innovazione ben riuscita”. Con questa frase di Carlin Petrini vengo a presentare i tre cru di casa Sordo: Perno, Parussi e Monvigliero, annata 2012, tre espressioni che seguono il passo lento del Nebbiolo da Barolo, tre cru che rappresentano la filosofia di un azienda che ha fatto della tradizione il suo cavallo di battaglia.
In Langa, ricordo, la vendemmia 2012 si è contraddistinta per un raccolto delle uve nebbiolo non abbondante, ma che ha regalato una materia prima eccellente, che è venuta a tratteggiare nei vini un quadro di spiccata finezza del tannino, intensi ed eleganti profumi e un equilibrio non riscontrabile tutti gli anni.
Siamo a pochi chilometri da Alba, ai piedi della collina di Barolo, nel comune di Castiglione Falletto, in provincia di Cuneo. L’azienda, a conduzione familiare, vinifica da oltre tre generazioni. Fu fondata nei primi del ‘900 dal nonno Giuseppe, ma la svolta giunse con il padre Giovanni che, insieme alla moglie Maria, memoria storica dell’azienda, acquisì numerosi vigneti, ricercandoli tra i migliori della zona del Barolo, i Sorì, termine con il quale si vuole intendere di un vigneto ben esposto al sole o comunque una zona circoscritta e particolarmente vocata alla viticoltura; Sorì è quanto di più possa essere vicino al significato del termine francese “cru”: entrambi i termini infatti vanno a coincidere evidenziando l’esposizione del vigneto, ma non solo, e specialmente in termini di livello qualitativo, il termine si lega al concetto di terroir anche se lo stesso sia di portata più ampia, in quanto non strettamente legato ai confini ben definiti delle particelle catastali. Quello che potremmo allora definire un micro-terroir, traccia l’origine stessa di un vino indicando la composizione del terreno, la tipologia di vitigno, la modalità produttiva, la stessa commercializzazione del prodotto finale, tutta una serie di elementi che sostanzialmente contribuiscono a delineare la storia qualitativa di un'azienda.
Oggi l’azienda Sordo si compone di una superficie totale di 68 ettari, di cui 53 vitati, distribuiti nei comuni delle Langhe, in alcune delle migliori zone per esposizione e microclima quali Serralunga d’Alba (Gabutti e Marianot), Monforte d’Alba (Perno e Massucchi), Barolo (La Volta), La Morra in località Santa Maria (Capalotto e Galina), Novello (Ravera, Panerole e Serra), Castiglione Falletto (Rocche, Scarrone, Garbelletto e Parussi), Grinzane Cavour (Castello e Raviola), Verduno (Monvigliero) e Vezza d’Alba.
La gestione dei vigneti viene eseguita con le moderne tecniche agronomiche, rispettando l’ambiente e l’ecosistema, quindi inerbimento controllato con graminacee ed altre specie vegetali che, oltre a consolidare il terreno preservandolo dal dilavamento delle acque piovane, ne aumentano, al momento dell’interramento la sostanza organica, eliminando totalmente l’utilizzo dei concimi chimici e dei diserbanti. Trattamento delle viti soprattutto con zolfo e prodotti cuprici come la poltiglia bordolese. Da segnalare che il difficile problema delle acque reflue, è stato risolto dall’azienda con la costruzione di un fitodepuratore di ultima generazione che permette di restituire al suolo acque prive di sostanze inquinanti.
In cantina, moderni impianti di vinificazione, imbottigliamento e stoccaggio, sono affiancati da appositi locali di invecchiamento, in cui si contano oltre cento grandi botti di rovere. A definire e in qualche modo a completare il quadro stilistico della produzione aziendale, Giovanni Sordo si avvale della super visione del grande Armando Cordero, “l’enologo del Barolo”, classe 1929 è uno dei massimi esperti dei vini di Langa e riferimento essenziale dell’Enoteca Regionale del Barolo dalla quale è stato insignito del titolo di “Maestro dell’Ordine Dinastico del Barolo”, un riconoscimento creato appositamente per celebrare l’esperienza di chi ha dedicato la sua vita professionale al Barolo.
Ma non solo, Cordero è da considerare anche il padre della Favorita; dopo ben 50 anni di oblio fece rivivere questo vitigno da cui si produce l’omonimo vino bianco secco e che così andò di fatto ad arricchire l’esiguo panorama bianchista piemontese. Volevo infine ricordare che fu lui tra i primi a predicare la fermentazione malolattica, dimostrandone i vantaggi sino ad allora non presi seriamente in considerazione dai produttori locali. Insomma un deus ex machina dell’allora nascente enologia di qualità del Piemonte che negli anni a venire avrebbe conquistato il mondo intero.
Ma veniamo alla degustazione che in questo caso parlando di un vino che appartiene ad una dimensione mitica, rimane sempre un’operazione difficile da eseguire con perfetta obiettività; come scriveva Cesare Pavese: “Tre nasi son quel che ci vuole per bere il Barolo”, riferendosi alle tante sfaccettature che questo vino è in grado di offrire e che solo il tempo le rende vitali e perfettamente apprezzabili. Sordo che è di fatto una cantina tradizionalista - tra quelle che sono rimaste a guardia del Barolo autentico - ne è testimone, praticando una lunga e lenta vinificazione seguita da un prolungato affinamento in grandi botti di rovere. Ma aldilà delle pratiche in cantina ciò che rende in qualche modo più riconoscibili i suoi Barolo sono le diverse caratteristiche apprezzabili attraverso i suoi cru che cambiano da zona a zona, al variare della composizione del terreno.
E' un terreno complesso quello dove insistono i Sorì, composto essenzialmente da marne calcaree molto profonde, ricche di microelementi. Nello specifico, per quanto riguarda Castiglione Falletto dove nasce il Parussi, e Monforte D’Alba con il Perno, il profilo geologico è di origine terziaria, Elveziano (più antico), contraddistinto per la ricchezza di marne grigie brune molto compatte, che produce Barolo con maggiore struttura, grado alcolico e durata nel tempo.
In quella che viene definita zona di origine Tortoniana, ricade invece Verduno, che da i natali al Monvigliero. Qui sono presenti marne mioceniche calcaree meno compatte e quindi leggermente sabbiose a volte intercalate da marne argillose e sabbie arenacee. Il vino che si ottiene ha doti di grande eleganza ed eccezionale finezza olfattiva. Per il suo particolare microclima, questo storico vigneto, era considerato dai ricercatori e dagli esperti un “gran cru” tra i più vocati della zona.
Barolo Perno Docg 2012
Prodotto da uve 100% Nebbiolo da vigneto di 10/20 anni provenienti dal Comune di Monforte d’Alba. Allevamento a controspalliera con potatura a Gujot tradizionale. La vinificazione avviene in vasche di acciaio inox a temperatura controllata. Dopo la maturazione di 6 mesi in vasche di acciaio affina 24 mesi in botti grandi di Rovere di Slavonia di grandi dimensioni.
Il vino nel bicchiere si presenta con un colore rubino intenso con leggeri riflessi granata. Grande finezza al naso, il bouquet è ampio, intenso e persistente. I delicati sentori floreali lasciano spazio alla frutta matura, ai legni nobili che si fondono a sinuose note balsamiche e spezie dolci, in perfetto equilibrio ed armonia. Al palato la sensazione di calore rimanda ad un grado alcolico importante che viene bilanciato da una acidità e trama tannica che trasmette vigore ed energia e che ci riconduce al terroir dal quale è generato. Un Barolo complesso e profondo e di lunga persistenza aromatica che fa già presagire un lento processo evolutivo e di grande longevità.
Barolo Parussi Docg 2012
Prodotto da uve 100% Nebbiolo da vigneto di 15 anni provenienti dal Comune di Castiglione Falletto. Per l'eccellente esposizione rivolta a sud-ovest, viene chiamato "Sorito della Sera", regalando di fatto a queste vigne molte ore di sole che permettono un perfetto sviluppo e maturazione dei grappoli. Allevamento a controspalliera con potatura a Gujot tradizionale. La vinificazione avviene in vasche di acciaio inox a temperatura controllata. Dopo la maturazione di 6 mesi in vasche di acciaio affina 24 mesi in botti grandi di Rovere di Slavonia di grandi dimensioni.
Nel bicchiere si presenta con un bel colore rosso granato intenso. Al naso il profumo è etereo ed avvolgente con sensazioni che ricordano la menta, la salvia ed intense e persistenti note di spezie dolci, sandalo, tabacco e cuoio. Al palato mostra da subito doti di grande eleganza, pienezza ed equilibrio, caldo ed austero con tannini fitti e robusti che ne rivelano le caratteristiche di grande longevità. Un vino prestigioso, memorabile nel suo lunghissimo finale che ne evidenzia il carattere tipico di Castiglione Falletto.
Barolo Monvigliero 2012
Prodotto da uve 100% Nebbiolo da vigneto di 20 anni provenienti dal Comune di Verduno. Allevamento a controspalliera con potatura a Gujot tradizionale. La vinificazione avviene in vasche di acciaio inox a temperatura controllata. Dopo la maturazione di 6 mesi in vasche di acciaio affina 24 mesi in botti grandi di Rovere di Slavonia di grandi dimensioni.
Nel bicchiere si presenta con un colore granato lucente con riflessi rubini. Al naso è ampio e complesso e, come terroir comanda, si esprime con un bouquet di grande eleganza ed eccezionale finezza, una girandola di sentori: rosa appassita, fragola, ciliege selvatiche, toni terziari di sottobosco, spezie e tabacco dolce. Al palato tannini ed acidità sono in perfetto equilibrio, austero quel che basta senza mai perdere l'eleganza che lo contraddistingue. La buona struttura e le piacevoli sensazioni di calore unite ad una leggera speziatura ci accompagnano in un finale di lunga persistenza. Anche in questo caso siamo di fronte ad un vino che avrà molto da raccontare negli anni a venire.
Azienda agricola Sordo Giovanni
Via Alba-Barolo 175, Borgata Garbelletto
12060 Castiglione Falletto (Cn)
Tel 0173 62853
www.vinisordo.it
Fondata a inizio ‘900, l’azienda agricola conserva metodi di vinificazione tradizionali tramandati nel tempo ed un modo di concepire il Barolo senza compromessi.
“La tradizione altro non è che una innovazione ben riuscita”. Con questa frase di Carlin Petrini vengo a presentare i tre cru di casa Sordo: Perno, Parussi e Monvigliero, annata 2012, tre espressioni che seguono il passo lento del Nebbiolo da Barolo, tre cru che rappresentano la filosofia di un azienda che ha fatto della tradizione il suo cavallo di battaglia.
In Langa, ricordo, la vendemmia 2012 si è contraddistinta per un raccolto delle uve nebbiolo non abbondante, ma che ha regalato una materia prima eccellente, che è venuta a tratteggiare nei vini un quadro di spiccata finezza del tannino, intensi ed eleganti profumi e un equilibrio non riscontrabile tutti gli anni.
Siamo a pochi chilometri da Alba, ai piedi della collina di Barolo, nel comune di Castiglione Falletto, in provincia di Cuneo. L’azienda, a conduzione familiare, vinifica da oltre tre generazioni. Fu fondata nei primi del ‘900 dal nonno Giuseppe, ma la svolta giunse con il padre Giovanni che, insieme alla moglie Maria, memoria storica dell’azienda, acquisì numerosi vigneti, ricercandoli tra i migliori della zona del Barolo, i Sorì, termine con il quale si vuole intendere di un vigneto ben esposto al sole o comunque una zona circoscritta e particolarmente vocata alla viticoltura; Sorì è quanto di più possa essere vicino al significato del termine francese “cru”: entrambi i termini infatti vanno a coincidere evidenziando l’esposizione del vigneto, ma non solo, e specialmente in termini di livello qualitativo, il termine si lega al concetto di terroir anche se lo stesso sia di portata più ampia, in quanto non strettamente legato ai confini ben definiti delle particelle catastali. Quello che potremmo allora definire un micro-terroir, traccia l’origine stessa di un vino indicando la composizione del terreno, la tipologia di vitigno, la modalità produttiva, la stessa commercializzazione del prodotto finale, tutta una serie di elementi che sostanzialmente contribuiscono a delineare la storia qualitativa di un'azienda.
Oggi l’azienda Sordo si compone di una superficie totale di 68 ettari, di cui 53 vitati, distribuiti nei comuni delle Langhe, in alcune delle migliori zone per esposizione e microclima quali Serralunga d’Alba (Gabutti e Marianot), Monforte d’Alba (Perno e Massucchi), Barolo (La Volta), La Morra in località Santa Maria (Capalotto e Galina), Novello (Ravera, Panerole e Serra), Castiglione Falletto (Rocche, Scarrone, Garbelletto e Parussi), Grinzane Cavour (Castello e Raviola), Verduno (Monvigliero) e Vezza d’Alba.
La gestione dei vigneti viene eseguita con le moderne tecniche agronomiche, rispettando l’ambiente e l’ecosistema, quindi inerbimento controllato con graminacee ed altre specie vegetali che, oltre a consolidare il terreno preservandolo dal dilavamento delle acque piovane, ne aumentano, al momento dell’interramento la sostanza organica, eliminando totalmente l’utilizzo dei concimi chimici e dei diserbanti. Trattamento delle viti soprattutto con zolfo e prodotti cuprici come la poltiglia bordolese. Da segnalare che il difficile problema delle acque reflue, è stato risolto dall’azienda con la costruzione di un fitodepuratore di ultima generazione che permette di restituire al suolo acque prive di sostanze inquinanti.
In cantina, moderni impianti di vinificazione, imbottigliamento e stoccaggio, sono affiancati da appositi locali di invecchiamento, in cui si contano oltre cento grandi botti di rovere. A definire e in qualche modo a completare il quadro stilistico della produzione aziendale, Giovanni Sordo si avvale della super visione del grande Armando Cordero, “l’enologo del Barolo”, classe 1929 è uno dei massimi esperti dei vini di Langa e riferimento essenziale dell’Enoteca Regionale del Barolo dalla quale è stato insignito del titolo di “Maestro dell’Ordine Dinastico del Barolo”, un riconoscimento creato appositamente per celebrare l’esperienza di chi ha dedicato la sua vita professionale al Barolo.
Ma non solo, Cordero è da considerare anche il padre della Favorita; dopo ben 50 anni di oblio fece rivivere questo vitigno da cui si produce l’omonimo vino bianco secco e che così andò di fatto ad arricchire l’esiguo panorama bianchista piemontese. Volevo infine ricordare che fu lui tra i primi a predicare la fermentazione malolattica, dimostrandone i vantaggi sino ad allora non presi seriamente in considerazione dai produttori locali. Insomma un deus ex machina dell’allora nascente enologia di qualità del Piemonte che negli anni a venire avrebbe conquistato il mondo intero.
Ma veniamo alla degustazione che in questo caso parlando di un vino che appartiene ad una dimensione mitica, rimane sempre un’operazione difficile da eseguire con perfetta obiettività; come scriveva Cesare Pavese: “Tre nasi son quel che ci vuole per bere il Barolo”, riferendosi alle tante sfaccettature che questo vino è in grado di offrire e che solo il tempo le rende vitali e perfettamente apprezzabili. Sordo che è di fatto una cantina tradizionalista - tra quelle che sono rimaste a guardia del Barolo autentico - ne è testimone, praticando una lunga e lenta vinificazione seguita da un prolungato affinamento in grandi botti di rovere. Ma aldilà delle pratiche in cantina ciò che rende in qualche modo più riconoscibili i suoi Barolo sono le diverse caratteristiche apprezzabili attraverso i suoi cru che cambiano da zona a zona, al variare della composizione del terreno.
E' un terreno complesso quello dove insistono i Sorì, composto essenzialmente da marne calcaree molto profonde, ricche di microelementi. Nello specifico, per quanto riguarda Castiglione Falletto dove nasce il Parussi, e Monforte D’Alba con il Perno, il profilo geologico è di origine terziaria, Elveziano (più antico), contraddistinto per la ricchezza di marne grigie brune molto compatte, che produce Barolo con maggiore struttura, grado alcolico e durata nel tempo.
In quella che viene definita zona di origine Tortoniana, ricade invece Verduno, che da i natali al Monvigliero. Qui sono presenti marne mioceniche calcaree meno compatte e quindi leggermente sabbiose a volte intercalate da marne argillose e sabbie arenacee. Il vino che si ottiene ha doti di grande eleganza ed eccezionale finezza olfattiva. Per il suo particolare microclima, questo storico vigneto, era considerato dai ricercatori e dagli esperti un “gran cru” tra i più vocati della zona.
Barolo Perno Docg 2012
Prodotto da uve 100% Nebbiolo da vigneto di 10/20 anni provenienti dal Comune di Monforte d’Alba. Allevamento a controspalliera con potatura a Gujot tradizionale. La vinificazione avviene in vasche di acciaio inox a temperatura controllata. Dopo la maturazione di 6 mesi in vasche di acciaio affina 24 mesi in botti grandi di Rovere di Slavonia di grandi dimensioni.
Il vino nel bicchiere si presenta con un colore rubino intenso con leggeri riflessi granata. Grande finezza al naso, il bouquet è ampio, intenso e persistente. I delicati sentori floreali lasciano spazio alla frutta matura, ai legni nobili che si fondono a sinuose note balsamiche e spezie dolci, in perfetto equilibrio ed armonia. Al palato la sensazione di calore rimanda ad un grado alcolico importante che viene bilanciato da una acidità e trama tannica che trasmette vigore ed energia e che ci riconduce al terroir dal quale è generato. Un Barolo complesso e profondo e di lunga persistenza aromatica che fa già presagire un lento processo evolutivo e di grande longevità.
Barolo Parussi Docg 2012
Prodotto da uve 100% Nebbiolo da vigneto di 15 anni provenienti dal Comune di Castiglione Falletto. Per l'eccellente esposizione rivolta a sud-ovest, viene chiamato "Sorito della Sera", regalando di fatto a queste vigne molte ore di sole che permettono un perfetto sviluppo e maturazione dei grappoli. Allevamento a controspalliera con potatura a Gujot tradizionale. La vinificazione avviene in vasche di acciaio inox a temperatura controllata. Dopo la maturazione di 6 mesi in vasche di acciaio affina 24 mesi in botti grandi di Rovere di Slavonia di grandi dimensioni.
Nel bicchiere si presenta con un bel colore rosso granato intenso. Al naso il profumo è etereo ed avvolgente con sensazioni che ricordano la menta, la salvia ed intense e persistenti note di spezie dolci, sandalo, tabacco e cuoio. Al palato mostra da subito doti di grande eleganza, pienezza ed equilibrio, caldo ed austero con tannini fitti e robusti che ne rivelano le caratteristiche di grande longevità. Un vino prestigioso, memorabile nel suo lunghissimo finale che ne evidenzia il carattere tipico di Castiglione Falletto.
Barolo Monvigliero 2012
Prodotto da uve 100% Nebbiolo da vigneto di 20 anni provenienti dal Comune di Verduno. Allevamento a controspalliera con potatura a Gujot tradizionale. La vinificazione avviene in vasche di acciaio inox a temperatura controllata. Dopo la maturazione di 6 mesi in vasche di acciaio affina 24 mesi in botti grandi di Rovere di Slavonia di grandi dimensioni.
Nel bicchiere si presenta con un colore granato lucente con riflessi rubini. Al naso è ampio e complesso e, come terroir comanda, si esprime con un bouquet di grande eleganza ed eccezionale finezza, una girandola di sentori: rosa appassita, fragola, ciliege selvatiche, toni terziari di sottobosco, spezie e tabacco dolce. Al palato tannini ed acidità sono in perfetto equilibrio, austero quel che basta senza mai perdere l'eleganza che lo contraddistingue. La buona struttura e le piacevoli sensazioni di calore unite ad una leggera speziatura ci accompagnano in un finale di lunga persistenza. Anche in questo caso siamo di fronte ad un vino che avrà molto da raccontare negli anni a venire.
Azienda agricola Sordo Giovanni
Via Alba-Barolo 175, Borgata Garbelletto
12060 Castiglione Falletto (Cn)
Tel 0173 62853
www.vinisordo.it
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