Vino: La Cina nei prossimi anni avrà "un ruolo dominante in Asia, cambiando radicalmente i mercati globali del vino"
E’ quello che prevede un nuovo studio della University of Economics Wine Research Centre di Adelaide in Australia
"La Cina è destinata a cambiare i mercati globali del vino molto rapidamente, così come ha fatto e continuerà a fare anche per altri prodotti" spiega il professor Anderson, direttore esecutivo del Centro di Ricerca del Vino Economics.
"Il vino di riso è sempre stato fino ad oggi, la bevanda più di largo consumo in Asia, ma la crescita del reddito in Cina e la crescente predilezione rivolta verso il vino di uva, sta gradualmente cambiando l’andamento dei consumi della regione."
Il professor Anderson continua affermando che la Cina si è andata rapidamente espandendo con la propria produzione di vigneti, ed è ora il quinto più grande produttore mondiale di uva da vino, ma questa espansione di produzione interna non è però stata in grado di tenere il passo alla forte crescita dei consumi.
"E’ la vastità della popolazione adulta della Cina di 1,1 miliardi di persone, e il fatto che il vino d'uva rappresenta ancora meno del 4 per cento del consumo di alcol cinese, che rende le opportunità di crescita di importazione senza precedenti”
"Prevediamo che le importazioni nette cinesi di vino, potrebbero aumentare di tra i 330 ei 790 milioni di litri entro il 2018 una volta che il completo impatto dei recenti accordi bilaterali di libero scambio tra Cina, Australia, Cile e Nuova Zelanda si farà sentire."
Lo studio rileva anche che le recenti misure di austerità del governo cinese avrebbe solo un piccolo impatto sulla crescita delle vendite di vino.
"Le misure di austerità, conclude Anderson, “hanno frenato soltanto la vendita dei vini di lusso i c.d. vini iconici in Cina, ma i vini di qualità sono solo una piccola quota delle vendite totali, così da prevedere che l’impatto sul volume complessivo delle importazioni di vino sia molto minore".
Il documento di lavoro può essere scaricato dal sito del Centro Wine Economics Research.
E’ quello che prevede un nuovo studio della University of Economics Wine Research Centre di Adelaide in Australia
Il documento di lavoro, a firma di da Kym Anderson e Glyn Wittwer, sull’evoluzione del ruolo dell'Asia all’interno dei mercati globali di vino, ha previsto che il consumo di vino in Cina aumenterà del 40-60 per cento tra il 2011 e il 2018.
"La Cina è destinata a cambiare i mercati globali del vino molto rapidamente, così come ha fatto e continuerà a fare anche per altri prodotti" spiega il professor Anderson, direttore esecutivo del Centro di Ricerca del Vino Economics.
"Il vino di riso è sempre stato fino ad oggi, la bevanda più di largo consumo in Asia, ma la crescita del reddito in Cina e la crescente predilezione rivolta verso il vino di uva, sta gradualmente cambiando l’andamento dei consumi della regione."
Il professor Anderson continua affermando che la Cina si è andata rapidamente espandendo con la propria produzione di vigneti, ed è ora il quinto più grande produttore mondiale di uva da vino, ma questa espansione di produzione interna non è però stata in grado di tenere il passo alla forte crescita dei consumi.
"E’ la vastità della popolazione adulta della Cina di 1,1 miliardi di persone, e il fatto che il vino d'uva rappresenta ancora meno del 4 per cento del consumo di alcol cinese, che rende le opportunità di crescita di importazione senza precedenti”
"Prevediamo che le importazioni nette cinesi di vino, potrebbero aumentare di tra i 330 ei 790 milioni di litri entro il 2018 una volta che il completo impatto dei recenti accordi bilaterali di libero scambio tra Cina, Australia, Cile e Nuova Zelanda si farà sentire."
Lo studio rileva anche che le recenti misure di austerità del governo cinese avrebbe solo un piccolo impatto sulla crescita delle vendite di vino.
"Le misure di austerità, conclude Anderson, “hanno frenato soltanto la vendita dei vini di lusso i c.d. vini iconici in Cina, ma i vini di qualità sono solo una piccola quota delle vendite totali, così da prevedere che l’impatto sul volume complessivo delle importazioni di vino sia molto minore".
Il documento di lavoro può essere scaricato dal sito del Centro Wine Economics Research.
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