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Anticipazioni Slow Wine 2015: i migliori Metodo Classico d’Italia



Cominciamo la lunga carrellata di anticipazioni su quanto emerso durante il lavoro di redazione di Slow Wine 2015 come si conviene, ovvero “aprendo” i Metodo Classico d’Italia: un inizio “col botto” dunque …




Dopo il lavoro di selezione su base locale – che per quanto riguarda i Metodo Classico vuol dire essenzialmente lunghe degustazioni in Franciacorta, a Trento e nell’Oltrepò Pavese, oltre all’assaggio del numero più contenuto di etichette che si producono anche in altre parti d’Italia, come in Alta Langa e nella zona del Lessini Durello  – si è arrivati alle degustazioni finali, durante le quali i vini sono stati assaggiati, ovviamente alla cieca, non per provenienza o denominazione ma sono stati mischiati tutti quanti i Metodo Classico d’Italia e assaggiati per tipologia, o se volete per dosaggio (Non Dosati, Brut, Extra Brut, ecc.).

Questa è una modalità che la guida ha adottato già da qualche anno e che reputa sia la più adatta allo scopo, nella convinzione che nel caso di vini prodotti con uve chardonnay e pinot nero (diverso è il caso di spumantizzazione di vitigni autoctoni o fortemente territoriali) il metodo, in questo caso quello della rifermentazione in bottiglia con sboccatura e dosaggio, annienta il territorio; la tecnica di vinificazione prevale nettamente sulle caratteristiche del vigneto e del vitigno, dando origine a dei Metodo Classico che possono mostrarsi nel bicchiere più o meno buoni organoletticamente ma che comunque non palesano legami riconoscibili e riscontrabili con la zona/denominazione di provenienza.

Alla fine i riconoscimenti – che nel numero sono maggiori dell’anno scorso, a testimoniare l’evidente crescita qualitativa di tutto il comparto dei Metodo Classico italiani – sono i seguenti:

VINO SLOW
Franciacorta Nature 2010, Barone Pizzini
M. Cl. Nature, Monsupello
Lessini Durello M. Cl. Brut Ris. 2008, Fongaro
Lessini Durello M. Cl. Brut 24 mesi, Dama del Rovere
Riserva Nobile Brut 2010, d’Araprì

GRANDE VINO
Franciacorta Brut Rosé 2009, Bellavista
Franciacorta Dosage Zéro Vintage Collection 2009, Ca’ del Bosco
Franciacorta Pas Dosé Girolamo Bosio Ris. 2007, Bosio
Franciacorta Satèn 2009, Arcari e Danesi
Franciacorta Satèn Palazzo Lana Ris. 2006, Guido Berlucchi & C.
Trento Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2004, Ferrari
Trento Brut Methius Ris. 2008, Fratelli Dorigati

Un focus sulle due più importanti zone d’Italia per la produzione di Metodo Classico per alcune considerazioni.

In Franciacorta si è registrata una crescita decisa, evidente, dei vini Millesimati ma un certo appiattimento nei vini sans année , che alla fine tendono a assomigliarsi tra loro (troppo legati alla tecnica produttiva) e a essere un po’ noiosi. Il primato della Franciacorta in questo momento si registra però in un altro campo, ovvero nel grande sforzo congiunto che le aziende del territorio stanno compiendo sulla strada di una viticoltura più sostenibile; in particolare sono le grandi aziende che stanno portando avanti con decisione importanti progetti di conversione al biologico. Oltre ai vini già segnalati con un riconoscimento in Franciacorta sono emerse altre etichette di grande pregio, che sostanziano l’evidente crescita qualitativa di questo territorio. Ci sono particolarmente piaciuti il Franciacorta Pas Dosé Dom 2006 di Mirabella, il Franciacorta Dosaggio Zero Francesco Arici 2007 di Colline della Stella – Arici, il Franciacorta Extra Brut E.B.B. 2009 di Il Mosnel, il Franciacorta Brut Collezione 2008 di Cavalleri, il Franciacorta Brut Casa delle Colonne 2007 di Fratelli Berlucchi e il “senza annata” Franciacorta Brut di San Cristoforo. Inoltre abbiamo trovato veramente ottimi due Rosé, il Franciacorta Rosé Brut Annamaria Clementi 2006 di Ca’ del Bosco e il Franciacorta Rosé Brut Eronero 2006 di Ferghettina.

In generale quello di Trento è un comparto che ha ottime potenzialità al momento non ancora pienamente espresse; si è registrato il continuo aumento di nuove e pregevoli etichette, non tutte però sotto la denominazione Trento (e quindi non facenti parte del marchio comune Trentodoc). A Trento, rispetto alla Franciacorta, di positivo c’è una maggiore eterogeneità organolettica, maggiori differenze negli stili interpretativi e quindi una maggiore vivacità negli assaggi: ci si aspetta in futuro una crescita ampiamente condivisa dei vini di alta qualità. Accanto ai due meravigliosi Grandi Vini già citati sopra, si segnalano come particolarmente interessanti – e altamente consigliabili per un acquisto – il Trento Brut Aquila Reale Riserva 2007 di Cesarini Sforza, il Trento Extra Brut Perlè Nero 2008 di Ferrari, il Trento Brut 2011 di Letrari e il Trento Brut di Balter.

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